Spagna: stallo trattative, tempi più lunghi per Sanchez

FILE - Spain's Pedro Sánchez gestures as he arrives at the Spanish parliament in Madrid, Spain, Thursday, July 25, 2019. Spain's Socialist Prime Minister Pedro Sánchez has called an early general elections for July 23. Sánchez made the surprise announcement Monday, a day after his Socialist party took a serious battering in local and regional elections. (AP Photo/Manu Fernandez, File)


E’ stallo in Spagna nei negoziati per la formazione del nuovo governo a guida Pedro Sanchez. Le trattative tra la delegazione del partito indipendentista catalano guidata da Carles Puigdemont, e i socialisti, che vanno avanti da mercoledì a Bruxelles, si sono bloccate. Il nodo resta la legge per l’amnistia. E da quanto trapela potrebbe non essere sciolto a breve. Fonti di entrambi i partiti affermano che i colloqui continuano, che esiste una “possibilità di accordo”, ma che l’intesa non sembra immediata a causa della “complessità” giuridica del patto. Il segretario generale di Junts, Jordi Turull, ha escluso la possibilità che l’accordo venga chiuso nelle prossime ore, come vorrebbe il PSOE, e ha avvertito che “stanno arrivando ore e giorni di grande pressione”.
Ieri intanto i socialisti si sono assicurati l’appoggio dell’altra formazione indipendentista catalana, i repubblicani dell’Erc: con il sostegno dell’ERC e quello della piattaforma di sinistra Sumar, oltre ai voti già acquisiti dei baschi di PNV e di EH Bildu e dei nazionalisti galiziani del BNG, a Sanchez manca l’ultimo miglio, ovvero chiudere l’intesa con Junts e ottenere i sette voti che gli mancano per avere la maggioranza. Ma mentre a Barcellona l’Erc scioglieva la riserva, a Bruxelles le cose si sono complicate. Il punto specifico su cui le parti rimangono lontane e che sta tenendo fermo il negoziato, riguarda i casi esclusi dai benefici della legge sull’amnistia. Junts ritiene insufficiente l’accordo tra ERC e i socialisti: in una lettera inviata alla direzione del partito, il segretario generale Turull squalifica l’accordo e dice che “non lasceremo a terra nessun soldato, non faremo un’amnistia per i VIP”.
I socialisti puntavano a chiudere l’intesa in settimana per varare immediatamente un disegno di legge da portare in Parlamento che aprisse la strada alla investitura di Sanchez. Ma i tempi rischiano dia llungarsi. Fonti di Junts citate dai media spagnoli ricordano che il limite legale entro cui Sanchez può presentarsi al Congresso scade il 27 novembre e questo lascia ancora spazio al dialogo. “Abbiamo sempre detto che quando si ha a che fare con il sistema politico spagnolo tutte le precauzioni sono troppo poche”, ha twittato Carles Puigdemont. “Non cambieremo la prudenza e le precauzioni che abbiamo mantenuto fino ad ora, non importa quanto alcune decisioni siano frettolose”. Ma i socialisti premono. Alle domande dei giornalisti, il negoziatore del PSOE ha voluto essere cauto riguardo ai colloqui con Junts e ha spiegato che stanno mantenendo vivi i contatti sugli “ultimi dettagli” della norma già chiusi con l’ERC.

MGM