Spagna: in vista Governo, Puigdemont chiede a Psoe ‘fatti’


Il leader di Junts (Uniti per la Catalogna, JxCat), Carles Puigdemont  chiede al partito socialista spagnolo (Psoe) “fatti verificabili” e non vane promesse se davvero vorrà il sostegno dei sovranisti catalani per formare un nuovo governo dopo le elezioni del 23 luglio.
Puigdemont ha chiarito su Twitter che la posizione di JxCat non è cambiata, “indipendentemente dalle pressioni e dagli slittamenti dell’ultimo minuto”. “Non abbiamo fiducia nei partiti politici spagnoli”, ha affermato, ribadendo di non credere alle promesse ma volere “fatti verificabili” prima di “compromettere” i voti del suo partito, sia “negli accordi per l’Ufficio di Presidenza che in quelli più importanti come per l’investitura”.
Le dichiarazioni dell’ex presidente della Generalitat catalana, giungono alla vigilia della costituzione delle Cortes, il parlamento bicamerale spagnolo, e dopo che il Psoe guidato dal premier ad interim Pedro Sanchez ha proposto l’ex presidente delle Baleari, Francina Armengol, come candidata alla presidenza del Congresso. Intanto però proseguono le trattative per cercare di formare una maggioranza di governo nelle Cortes, dopo che le urne hanno decretato la parità in termini di seggi tra i due principali schieramenti: entrambi con 171 seggi e il bisogno di tessere altre alleanze per raggiungere la confortevole maggioranza di 176 seggi.
Prevista oggi la riunione dei leader dei principali partiti (ad esclusione di Junts) – Pedro Sanchez del partito Socialista (Psoe), Alberto Nunez Feijóo per il partito Popolare (Pp) e Yolanda Diaz per la piattaforma di estrema sinistr Sunara – con i loro nuovi eletti per poter chiudere un accordo sull’Ufficio di Presidenza del Congresso, in attesa che Junts, il controverso ago della bilancia di queste combattute elezioni, decida a quale coalizione in campo dare i sette voti dei suoi deputati.
Il prossimo passo formale della nuova legislatura sarà l’insediamento del Congresso dei Deputati, domani, seguito dalla costituzione dei gruppi parlamentari.
L’unica certezza – evidenziano gli osservatori – e che senza aver ancora scoperto le carte di Junts, tutte le opzioni di governo, tra centro-destra e centro-sinistra, sono sul tavolo e la partita è aperta. (AGI)

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