Con 500 milioni di persone che lo parlano nel mondo, lo spagnolo è la seconda lingua materna del pianeta dietro al cinese. Il dato è contenuto nel rapporto annuale dell’Istituto Cervantes di Madrid – intitolato “Lo spagnolo nel mondo 2023” – che evidenzia “motivi di orgoglio” per i numeri in crescita, anche se “questo non può significare compiacimento”. Attualmente, quasi 500 milioni di persone – per la precisione 499.947.796 – hanno come lingua madre lo spagnolo, oltre il 6,5% della popolazione mondiale, mentre il numero totale di potenziali utenti dello spagnolo sfiora i 600 milioni. Per il direttore del noto Istituto, Luis Garcia Montero, “la demografia e il prestigio culturale di essere la lingua di Cervantes non bastano”, pertanto l’obiettivo dichiarato è quello di fare dello spagnolo “anche la lingua della scienza e della tecnologia”, per consolidare la sua conoscenza e diffusione. Allo stesso modo, un altro degli obiettivi per Carmen Pastor, direttrice accademica di Cervantes, è quello di portare lo spagnolo in un’ “educazione regolamentata” e garantire che gli spagnoli di seconda e terza generazione “conservino la loro lingua materna” nei Paesi in cui questa lingua non è quella ufficiale. Rosea la prospettiva sul numero di ispanofoni nei prossimi cinquant’anni, che continuerà a crescere, anche se il loro peso relativo diminuirà “progressivamente alla fine del secolo”. Nello specifico, il numero di potenziali utenti dello spagnolo continuerà ad aumentare in termini assoluti fino al 2071, anno in cui supererà i 718 milioni di persone, con diversi gradi di padronanza della lingua, dopodiché si ridurrà progressivamente fino a raggiungere i 693 milioni alla fine del XXI secolo. Nel 2060 gli Stati Uniti saranno il secondo Paese ispanofono al mondo, preceduto solo dal Messico, con 111 milioni di abitanti. Per quanto riguarda lo spagnolo come lingua di studio straniera, attualmente è quella di più di 23 milioni di studenti, quasi 700 mila in meno rispetto allo scorso anno, anche se probabilmente c’è un numero considerevole di studenti non contabilizzati, soprattutto nei centri educativi privati. Tra questi, l’80% è distribuito tra Stati Uniti, Unione Europea e Brasile e al di fuori di questi tre spazi spicca il Regno Unito, con una crescita costante di studenti, dovuta, tra l’altro, alla Brexit, e alcuni Paesi dell’Africa sub-sahariana, soprattutto in quelli in cui il francese è una lingua ufficiale o semi ufficiale. Nell’ambiente europeo, 76 milioni di persone sono in grado di comunicare in spagnolo con vari gradi di competenza nella lingua di Cervantes, la quarta nell’UE per numero di madrelingua dopo tedesco, italiano e francese. Allo stesso modo, in 19 dei 27 Stati membri dell’UE, lo spagnolo è la lingua che i cittadini “vorrebbero di più” imparare come seconda lingua straniera. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, spiega il rapporto, più di 62,5 milioni di americani – il 18,9% della popolazione totale – sono di origine ispanica e il 67,6% di loro utilizza lo spagnolo in ambito familiare. Solo un quinto degli studenti nordamericani (19,7%) studia una lingua straniera, quindi il potenziale di crescita dello spagnolo è ancora “molto ampio”. Dopo l’inglese, lo spagnolo è la seconda lingua in cui viene pubblicato il maggior numero di documenti scientifici. Nel 2022, solo l’1,3% degli articoli presenti nel database “Web of Science” era scritto in spagnolo, mentre il 94% utilizzava l’inglese. Inoltre il 57% della produzione scientifica in ambito ispanofono si realizza attualmente in Spagna, molto più avanti del secondo paese, il Messico, con il 14%. Sul web, lo spagnolo è la terza lingua più utilizzata dopo l’inglese e il cinese ed è la seconda su piattaforme digitali come YouTube, Facebook, Netflix, LinkedIn, Wikipedia o Instagram. Il numero di utenti Internet di lingua spagnola è aumentato notevolmente nei primi due decenni del 21° secolo. (AGI)
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