“Più trasparenza e responsabilità, perchè i propri associati indichino chiaramente i motivi delle sofferenze e, insieme agli attori dell’economia e delle istituzioni, si trovi una soluzione per intervenire verso soluzioni di sviluppo e non di restrizione”. Lo chiede oggi la Confedercontribuenti all’Associazione Bancaria Italiana, dopo la pubblicazione del report ABI secondo cui a settembre le banche hanno avuto un tasso di crescita delle sofferenze al 15,3%. “Contestiamo il metodo con cui l’Abi indica questa situazione – spiega il segretario nazionale della Confedercontribuenti AlbertoSozzi – perchè, nel diffondere il suo rapporto periodico, non descrive i motivi di tale aumento delle sofferenze. Dare un dato generico non “aiuta” a trovare una soluzione e non svela i retroscena di una crisi che diventa sempre piu’ forte proprio per l’atteggiamento stesso delle banche. Gli istituti, infatti, non stanno facendo politiche serie per la ristrutturazione dei debiti o di rifinanziamenti mirati a sostenere le imprese, a fronte dei ritardi sistematici della pubblica amministrazione. In tutto questo la politica del credito, fatta dagli istituti, ha neutralizzato anche gli interventi dei consorzi fidi e di tutte quelle misure a sostegno del credito stesso”. “Al Governo – continua Sozzi – chiediamo di adottare iniziative concrete che rimettano in moto il credito. Non è concepibile che, di fronte alla morte quotidiana annunciata da centinaia di imprese e alla crisi di sopravvivenza di migliaia di famiglie, non si predispongano iniziative che invertano anche i dati consegnati dall’Istat che indicano un prolungato periodo di recessione. La scelta sara’ determinante per il governo Monti: deve guardare solo alla salvaguardia del sistema finanziario o agli interessi collettivi del Paese?”.