Sostenibilità e welfare, il business «non egoista» genera bene per tutti (e profitto per l’azienda)


Giovanna Maria Fagnani

Contenere le emissioni inquinanti, favorire la nascita di nuovi posti di lavoro al di fuori del proprio business e l’inclusione di lavoratori con disabilità, ricucire la divisione fra quartieri e allineare l’accesso a servizi di qualità per tutti, co-progettare gli interventi con le comunità su cui andranno a impattare, garantire ai dipendenti un migliore equilibro fra vita privata e lavorativa. Sono valori oggi diventati obiettivi del fare impresa, accanto a quello fondamentale: generare profitto. Una coesistenza che sfocia in una redistribuzione positiva sui territori. Se ne è parlato ieri alla Civil Week, nell’incontro «Io mi prendo cura non solo del mio business – Quando l’azienda genera bene condiviso», moderato da Nicola Saldutti, caporedattore dell’Economia al Corriere, che ha ricordato come la comunità sia il terzo pilastro dell’economia, dopo Stato e mercati. Ospiti Paola Profeta, pro-rettrice per la Diversità, Inclusione e Sostenibilità dell’Università Bocconi, Mario Abbadessa, Country Head Hines Italy, Goffredo Freddi, direttore Fondazione Msd e Luca Pereno, cofondatore e amministratore di (Ri)Generiamo. «Sono decenni che si parla di responsabilità sociale di impresa. Oggi valutiamo le imprese sui tre pilastri dell’acronimo inglese “Esg”, ambiente, sociale e governance. L’impatto sociale è multiplo. Molto più difficile è capire quanto viene generato, la misurazione dell’effetto» ha spiegato la prorettrice. Una cosa è chiara «per essere profittevoli nel lungo termine non puoi curare solo il tuo business, non puoi essere egoista» ha osservato Abbadessa, alla guida del colosso del real estate (7,7 miliardi di investimenti in Italia, provenienti da fondi esteri). «Nel nostro piccolo, su cinquemila abitazioni che costruiremo a Milano, tutte in affitto, mille saranno a canoni accessibili. Alla Bocconi, su 4500 posti, 1500 sono sottocosto. A Lambrate inaugureremo palazzi con una serie di servizi, come il baby sitting». A San Siro, invece, dove Hines sta operando sull’area dell’ex Ippodromo, c’è una sinergia con Legambiente, Italia Nostra, le scuole della zona. «La rigenerazione è efficace se parte dal basso» conclude Abbadessa. «Come Gruppo Msd investiamo circa 3 miliardi di dollari in attività afferenti agli obiettivi Esg» ha aggiunto Freddi, direttore Fondazione Msd (leader nel settore farmaceutico). Importante il lavoro interno su temi come diversità, inclusione, parità di genere. «La presidente e il ceo sono donne, il 100% del board è rappresentato da donne e il 70% di assunzioni e promozioni riguarda le donne». Tra i progetti promossi «Involontaria Off – L’esame» short movie che racconta il mondo del volontariato dall’interno.
Ben 195mila euro di stipendi generati. È invece il risultato di (Ri)Generiamo, società benefit nata all’interno di un percorso di responsabilità sociale di Leroy Merlin. Stipendi generati all’esterno, ad esempio ingaggiando sartorie sociali (e di prossimità) che adattano le tende di misura standard in vendita negli store del gruppo. «Così si genera meno impatto ambientale e forniamo un servizio più veloce e migliore ai clienti» ha spiegato il cofondatore Pereno. Tra i progetti di cui sono più fieri, c’è FormidAbile, che ha formato 800 persone, tra lavoratori disabili e tutor. «Oltre a creare risultati, ha creato cultura». E poi c’è la tv dei FormidAbili, gestita da giovani con la sindrome di Asperger.

Fonte: Corriere