Sostenibilità: Africa, possibile eradicare fame entro 2100


L’Africa è a un bivio della sua storia: se si interverrà tempestivamente gli obiettivi di sviluppo sostenibili, come l’eradicazione della fame, saranno a portata di mano entro il 2100. E’ quanto emerge da un rapporto formulato da Earth4Al, in vista del Summit delle Nazioni Unite sul futuro. Il collettivo di importanti pensatori economici, scienziati e sostenitori, messo assieme dal Club di Roma, dalla BI Norwegian Business School, dal Potsdam Institute for Climate Impact Research e dallo Stockholm Resilience Centre ha formulato due scenari possibili per il futuro del continente. Nello scenario migliore, chiamato “Giant Leap” (Grande Balzo), l’Africa subsahariana potrebbe vedere la povertà scendere da 500 milioni a 25 milioni di persone, la fame quasi sradicata e l’accesso universale all’istruzione, all’acqua pulita e all’elettricità sostenibile. D’altro canto, lo scenario “Too Little Too Late” (Troppo poco, troppo tardi) dipinge un quadro fosco in cui la povertà sale a 900 milioni, la fame colpisce ancora 180 milioni e oltre un miliardo di persone non ha acqua pulita. Lo scenario “Too Little Too Late” si basa sulle politiche esistenti nella regione.
Questi due scenari evidenziano l’importanza critica dell’azione in questo decennio per guidare cinque straordinarie inversioni di tendenza nelle aree di povertà, disuguaglianza, emancipazione, cibo ed energia. I punti salienti della modellazione per l’Africa subsahariana includono:
– Riduzione della povertà: secondo lo scenario del ‘grande balzo’ in avanti, la povertà diminuirà drasticamente da 500 milioni a 25 milioni di persone entro il 2100, rispetto all’aumento a 900 milioni previsto nello scenario ‘Troppo poco e troppo tardi’.
– Sradicamento della fame: la fame è quasi sradicata nello scenario del ‘grande balzo’, con la denutrizione che scende a 20 milioni, in netto contrasto con i 180 milioni dello scenario ‘Troppo poco e troppo tardi’.
– Accesso all’istruzione: la durata media degli anni di scuola aumenta a 13, rispetto agli 8 anni previsti nello scenario ‘Troppo poco e troppo tardi’.
– Accesso all’acqua: l’accesso universale all’acqua sarà raggiunto entro il 2070, migliorando significativamente rispetto al miliardo di persone senza accesso nello scenario ‘Troppo poco e troppo tardi’.
– Accesso all’elettricità: l’accesso sostenibile all’elettricità raggiungerà oltre il 95% entro il 2050, rispetto al 75% ancora carente nello scenario ‘Troppo poco e troppo tardi’.
– Mitigazione dei cambiamenti climatici: le emissioni di carbonio devono raggiungere livelli accettabili entro il 2040, anziché livelli pericolosi che potrebbero far aumentare ulteriormente le temperature globali.
– Crescita economica: il lavoro dignitoso e la crescita economica vedono incrementi significativi, con la disoccupazione che scende a 50 milioni entro il 2100, rispetto ai 150 milioni nello scenario ‘Too Little Too Late’.
Anche il reddito disponibile dei lavoratori e il pil pro capite vedono aumenti sostanziali, raddoppiando rispetto allo scenario ‘Too Little Too Late’. E la disuguaglianza è notevolmente ridotta con la quota del lavoro nel pil che raggiunge il 60% entro il 2040, rendendo così l’Africa una delle regioni più eque al mondo.
“La sfida per l’Africa subsahariana in questo secolo è che la trasformazione economica deve ora avvenire all’ombra di un’emergenza climatica. Questo è un momento di svolta o di crollo per il continente. Barcolla sull’orlo di due futuri molto diversi: uno di progresso trasformativo e uno di disperazione sempre più profonda. Mentre ci avviciniamo al Summit delle Nazioni Unite sul futuro di settembre, è giunto il momento per un’azione audace e decisa, per garantire un ‘balzo da gigante’ verso un futuro in cui povertà e fame siano sradicate e ogni individuo abbia accesso all’istruzione, all’acqua pulita e all’energia sostenibile. Le nostre scelte odierne plasmeranno il destino di milioni di persone. Dobbiamo agire e dobbiamo agire con decisione”, ha affermato Jane Kabubo-Mariara, direttore esecutivo della Partnership for Economic Policy e membro della Earth4All Transformational Economics Commission. (AGI)