Sono stati espiantati gli organi della bambina soffocata


AGI – Sono stati espiantati e subito destinati a trapianti gli organi della piccola palermitana, deceduta dopo una presunta sfida estrema di soffocamento su TikTok. I medici hanno operato tutta la notte dopo che ieri era stata dichiarata la morte cerebrale e i genitori avevano dato il loro consenso, compiendo, pur travolti dal dolore, una scelta generosa e straordinaria.

Il cuoricino della bambina di 10 anni, Antonella Sicomero, va all’Ismett di Palermo. All’ospedale Bambino Gesù di Roma andranno una parte del fegato e un rene, l’altra parte e il pancreas (per un trapianto combinato). Il secondo rene è invece destinato a Genova.

Si indaga sul giallo

Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato lo smartphone. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo e anche quella dei minori si e’ attivata: ipotizzato il reato di istigazione al suicidio. Gli inquirenti e gli investigatori cercano riscontri, anche e soprattutto, dal telefonino, per verificare se e come la bambina possa avere avuto la possibilità di partecipare alla sfida (resistere il piu’ possibile senza respirare) sul social, se abbia registrato un video o ne abbia visionato e abbia tentato di emulare qualcun altro.

TikTok ieri ha detto di non avere “riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano avere incoraggiato” alla ‘blackout challenge'”, ma continua “a monitorare attentamente la piattaforma come parte del continuo impegno per mantenere la community al sicuro”, confermandosi “a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”. 

È morta la bambina di 10 anni di Palermo che si era avvolta una corda attorno al collo, secondo gli inquirenti per partecipare a una ‘sfida di soffocamento estremo’ sul social TikTok. La piccola del quartiere Kalsa la sera di mercoledì 20 gennaio era stata portata dai genitori disperati all’ospedale “Di Cristina” dopo un arresto cardio-circolatorio: i medici del pronto soccorso erano riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi.

I tentativi di rianimarla

I medici avevano riferito che era caduta in “coma profondo per un’encefalopatia post-anossica prolungata” e l’avevano ricoverata in terapia intensiva ma le sue condizioni erano apparse subito critiche. Poi è stata dichiarata la morte cerebrale e i genitori hanno acconsentito all’espianto degli organi per la donazione multipla. 

Sequestrato lo smartphone

Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato lo smartphone. I genitori disperati che l’hanno trovata esanime per terra dopo l’assurda prova di resistenza nota come ‘blackout challenge’. I medici del pronto soccorso sono riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi e hanno eseguito diversi esami diagnostici per verificare i danni agli organi in seguito all’asfissia.

La ricostruzione

Secondo le prime ricostruzioni fornite dal padre, la bambina stava giovando nel bagno di casa. La piccola aveva l’estremità di una accorda stretta attorno al collo e l’altra parte attaccata alla barra porta-asciugamani, come se fosse impiccata. Accanto a lei lo smartphone. Per liberarla è stato necessario tagliare la corda, ma la piccola non dava segni di vita dopo l’assurda prova di resistenza

Sul caso indaga la Polizia che ha sequestrato lo smartphone della bambina. Dopo il decesso sono iniziate le procedure di accertamento previste dalla legge da parte dell’apposita commissione di clinici, in raccordo con l’autorità giudiziaria.

La richiesta di norme più severe

Immediate le reazioni di sdegno per l’episodio e le richieste di un giro di vite contro i giochi estremi promossi attraverso i social. “Servono regole severe che impediscano l’accesso a chi non ha l’età stabilita e che sanzionino in modo efficace chi pubblica e condivide contenuti che istigano alla violenza e all’autolesionismo”, ha detto l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, che aggiunge: “Come mai una bambina di dieci anni aveva un profilo o accesso a TikTok, dato che si tratta di un social che, in base alle sue regole, consente l’iscrizione a partire dai 13 anni? Regole però non soggette a controlli particolari, e così basta mentire sull’età e ci si iscrive. Non si vuole capire che i social non sono giocattoli per bambini, ma mondi virtuali in cui, spesso senza i dovuti controlli, vengono caricati video e immagini assolutamente non idonei a menti acerbe che non possono capire né i contenuti ne’ le conseguenze cui vanno incontro partecipando a certe assurde sfide. E i genitori o gli adulti dovrebbero controllare, sempre, sia chi seguono i loro figli, sia i loro follower”. 

La replica di TikTok

TikTok replica assicurando di non aver “riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato” alla ‘blackout challenge’.

“Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre piu’ sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina” ha dichiarato un portavoce di TikTok, “La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi”.

“Utilizziamo” ha aggiunto il portavoce, “diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy. Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”.

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Fonte: cronaca agi