Solitudine digitale


 

di Manfred Spitzer

 

«Siamo malati di cyber, ma Spitzer condanna gli eccessi d’uso della tecnologia, perchè, come in medicina, è la dose che fa il veleno…» Frankfurter Allgemeine

La digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti. Sono però note a tutti le patologie «cibernetiche» e le conseguenze sulla salute nostra e dei nostri figli dovute all’uso sempre più intensivo di computer, social e giochi elettronici. Non si tratta di ostilità nei confronti della tecnologia, ma di veri e propri effetti collaterali indesiderati come stress, perdita di empatia, depressione, disturbi del sonno e dell’attenzione, incapacità di concentrarsi e di riflettere, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà. I bambini, in particolare quelli che non sanno ancora leggere e scrivere, sono danneggiati nelle loro capacità sensoriali, e bullismo e criminalità informatica completano il quadro di una situazione che ci sta sempre più sfuggendo di mano. L’appello che Manfred Spitzer lancia in questo libro è di reagire per non lasciare che le nostre vite siano dominate dalle lobby del settore che ogni giorno ci bombardano con messaggi su quanto siano importanti e utili i media digitali, su come rendano intelligenti i giochi al computer, sul fatto che pc e connessioni Internet devono essere a disposizione di ogni studente, che le scuole devono essere dotate di wireless e che le tecnologie informatiche ci garantiranno un futuro perfetto. Lasciamo ai nostri figli un pianeta devastato, facciamo in modo che non siano le leggi del mercato a dominare completamente le loro vite, occupiamoci della loro istruzione e della loro salute sviluppando le loro capacità critiche, la loro autonomia di giudizio e l’amore per la libertà da cui nascono il rispetto di se stessi e degli altri, colonne portanti di una sana società civile.

 

Fonte: corbaccio.it