Slavina d’acqua Emilia Romagna, 1 morto e 3500 sfollati


Una “slavina d’acqua” l’ha definita il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dalle dimensioni “inaspettate”. Precipitazioni fino a 175 millimetri sulla Città metropolitana di Bologna, e i canali, il sistema fognario, non hanno retto. Si conta una vittima a Botteghino di Zocca, nel Comune di Pianoro: un ventenne che era in auto al momento della tracimazione del torrente Zena. Sono oltre 2.500 gli evacuati secondo gli ultimi conteggi resi noti dal primo cittadino: 500 nel capoluogo; il resto nella provincia, in particolare a Budrio, Castelmaggiore, Molinella, Lavino, Medicina, Castel San Pietro; oltre 1.000 in provincia di Reggio Emilia, a Cadelbosco di Sopra, ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano.
Il Comune di Bologna – dove domani scuole e asili resteranno chiusi per consentire le verifiche – insieme alla Regione chiederà lo stato d’emergenza, ha reso noto il sindaco: “Bologna è la città maggiormente colpita e abbiamo bisogno che tutta la città metropolitana abbia le risorse necessarie per ripartire al più presto”, ha spiegato, ricordando come sia stata colpita già nel maggio del 2023, con 200 milioni di euro di danni come parte pubblica, due mesi fa ulteriori danni e ora questa ultima slavina d’acqua che ha creato danni importantissimi”.
Quindici fiumi hanno superato la soglia rossa, alcuni con livelli superiori al 2023. Oltre 600 interventi effettuati dai vigili del fuoco in tutte le province della Regione. Una nuova ondata di precipitazioni senza precedenti, dunque, una montagna d’acqua sul capoluogo, sulla prima collina e in comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena o Casalecchio di Reno. La media storica dell’intero mese di ottobre è di poco superiore ai 70 millimetri. La quantità straordinaria di pioggia ha causato l’inondazione di numerose zone di Bologna, con le vie della città allagate e le reti fognarie e di scolo nell’impossibilità di assorbire l’acqua, ha detto pure Lepore. Inoltre, sono fuoriusciti i torrenti Navile e Ravone. Anche numerosi comuni del territorio, a sinistra e destra del Reno, e sono interessati da tracimazioni. Nelle prime ore della mattina, le acque dell’Idice sono uscite a monte del tratto arginato in prossimità del ponte di via Rabuina, nel comune di Budrio. Altri allagamenti si sono verificati ad Anzola, Castel Guelfo, Imola, Malalbergo e Baricella, sempre nel bolognese. Criticità pesanti anche nell’imolese, legate al Sillaro. in Emilia-Romagna si contavano 8 fiumi sopra il livello 3, la soglia rossa di massima allerta. In totale sono ben 15 i corsi d’acqua che durante l’evento hanno superato la soglia di allarme. Si sono registrate piene ai massimi storici su Samoggia, Idice, Sillaro e Senio. Alcuni fiumi hanno fatto registrare livelli superiori a quelli del maggio 2023, come l’Idice a Castenaso e il Samoggia a Forcelli. Sotto stretta osservazione il deflusso alla confluenza con il Reno, dove la piena è prevista in crescita nel tratto vallivo. Nel modenese e nel reggiano, piene con livelli al colmo prossimi alla soglia 3 si stanno propagando anche nei tratti vallivi di Parma, Enza e Secchia, rallentati alla foce dal transito della piena in Po. Una particolare criticità si registra a Cadelbosco di Sotto, nel reggiano, dove si è avuta una rottura del Canale Tassone: sono in corso le operazioni per assistere i cittadini coinvolti. Piene prossime o inferiori alle soglie 2 sono in corso sul Santerno, Lamone e Montone. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati in tutte le province dell’Emilia-Romagna più di 600 interventi, 165 solo nel bolognese, a opera dei Vigili del fuoco. Molti altri sono in corso o in attesa di essere presi in carico.
E si fa la conta dei danni anche in Sicilia, specialmente nell’Agrigentino, a Licata, per lo straripamento del fiume Salso che ha annientato il raccolto; mentre a Palermo è tornato pienamente operativo l’aeroporto chiuso per alcuni ore per allagamenti. Resta l’allerta in Calabria e domani scuole chiuse a Catanzaro. (AGI)
MRG