Siamo sotto attacco ma non è la Russia


Di Giuseppe Gamba

Chi vuole attaccare il nostro patrimonio immobiliare?

I fondi sovrani di 40 nazioni, che vedono nell’Italia un terreno di conquista. Questi fondi, con un potere d’acquisto complessivo di 4500 miliardi di euro, non puntano più solo su beni statali già depredati (con Eni, Enel e Fincantieri è andata male, con Tim invece…) ma ora mirano al settore immobiliare privato, ovvero alle case costruite dagli italiani a prezzo di enormi sacrifici.

La famigerata “Direttiva Casa Green dell’UE”, che mira a rinnovare il patrimonio immobiliare per renderlo più efficiente dal punto di vista energetico. Questa strategia s’inserisce in un piano a lungo termine dell’UE per ridurre le emissioni di CO2 e rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050

Perché l’Unione Europea lo fa? In Italia, dove il patrimonio immobiliare rappresenta una delle ultime forme di ricchezza diffusa, la maggior parte delle abitazioni è datata e necessita di interventi di ristrutturazione per migliorarne l’efficienza energetica. Tuttavia, i costi per adeguarsi alle nuove normative sono proibitivi per molti, con stime che variano tra i 35 e i 60 mila euro. In questo scenario, i fondi d’investimento stranieri si pongono come possibili salvatori, pronti a finanziare i lavori in cambio della proprietà degli immobili, cambiando radicalmente il concetto di possesso e abitazione in Italia.

L’Unione Europea vuole che gli italiani vivano a “noleggio”, in questo modo saranno ricattabili.

Il nostro patrimonio immobiliare privato, stimato il 9500 miliardi di euro di di fatto copre di gran lunga il debito pubblico

La casa è un bene rifugio per gli italiani da sempre, eravamo la terza potenza mondiale con: casa di proprietà comprata con sacrifici e lavoro fisso creato dallo Stato e da condizioni d’impresa congrue per gli imprenditori.

Se non torniamo a Keynes e non spieghiamo di giovani che i mutui servono per il mattone e non per i viaggi o i cellulari diventeremo un Paese di servizi per i ricchi che verranno qui a guardarsi musei e vetrine, un Paese svuotato e nullo dal punto di vista creativo.

Il piano green della Ue va respinto e mi meraviglio che la politica, gli analisti economici, e la stampa non raccontino il vero volto di questo passaggio.