Sia assegnato postumo a Gino Strada il premio Nobel per la pace 


Ci ha lasciati in silenzio, con la discrezione che lo ha contraddistinto in vita. Ma stiamo sperimentando ora che questo silenzio è fragoroso, perfino assordante. L’eredità spirituale di Gino Strada non va dispersa, ma messa a frutto, contro ogni becero potere che vuole mandare alle sbarre le ONG, le quali stanno cercando di sottrarre alla morte molte vite, che altri provvedono con dovizia a sterminare

di Anna La Mattina 

Le notizie si susseguono, gli articoli non si possono più contare e nemmeno le varie frasi estemporanee sui social. Ciò dimostra che Gino Strada fu davvero un grande dentro di sé, ma anche fuori. Lo dimostra la percezione che tutti noi, dal più grande a al più piccolo, per età e per ruoli, abbiamo di lui… in questo giorno che, senza timore di fare retorica, sentiamo come di profondo lutto.

Ne ha dato notizia, per prima la figlia Cecilia, pur non essendo vicina al padre nel suo ultimo momento di vita, perché impegnata nella nave dell’ONG “Resq-People Saving People”, a salvare 85 vite umane: 

“…il mio papà Gino Strada non c’è più… Io sono qui, dove abbiamo appena fatto un soccorso e salvato vite. E’ quello che mi hanno insegnato lui e la mia mamma…” l’esempio che educa, più di migliaia di parole.

Gino Strada è stato (che strano parlare lui già al passato!) un medico, un chirurgo d’urgenza, nato nella città operaia di Sesto San Giovanni, nel 1948, formatosi a Milano, al Liceo Carducci e all’Università Statale, cresce all’interno di un certo ambiente cattolico improntato ai principi del Vaticano II, ma durante il percorso universitario aderisce inequivocabilmente ai movimenti studenteschi di corrente comunista. Rimane ateo, ma con un profondo rispetto per “gli uomini di buona volontà”, anche uomini di chiesa, come il prete di strada Don Andrea Gallo e celebre rimane la visita a Giovanni Paolo II. Anche lui, del resto, fu un “uomo di buona volontà”, un uomo nel cui cuore albergava “tutto il bene del mondo”, come ha appena scritto Fabio Fazio in un suo messaggio sui social, un cuore che si è spezzato probabilmente, a causa del suo amato Afghanistan, tragicamente di nuovo alla ribalta. Da tempo si è dichiarato apertamente contrario con tutti i governi italiani, che hanno sostenuti gli interventi militari “di pace”, a fianco all’ONU, nel martoriato Paese, perché di pace non erano e in palese contrasto con l’articolo 11 della Costituzione (motivo per il quale non esercitò più il diritto al voto, da oltre trent’anni, come protesta contro detta politica).

Dopo aver lavorato all’ospedale di Rho, presto si rese conto che voleva fare altro nella vita, voleva impiegare la sua specializzazione di chirurgo d’urgenza al mondo bisognoso dei diseredati, dei violentati a causa delle mille guerre che si accendono ogni giorno, per mano di quelli che facciamo fatica a definire “uomini”: quei pochi che azionano le leve del potere, unicamente per i propri deplorevoli interessi e per l’interesse del denaro che tutto compra, anche il silenzio di molti pavidi, che si rendono corresponsabili del male, correi del genocidio quotidiano dell’umanità, attraverso le bombe, la fame, le malattie conseguenti, ma anche del continuo impoverimento delle “zone del benessere”, del cosiddetto “primo mondo”, per la perdita del lavoro e dei diritti.

Gino era contro tutto questo e non lo mandava a dire! Lo faceva con le sue azioni: ha messo in piedi Emergency – Medici senza frontiere, nel 1994, insieme alla cara moglie Teresa, scomparsa nel 2009 e alla figlia Cecilia, alla quale entrambi hanno lasciato questa immensa eredità, che soppianta ogni altra eredità in denaro, perché il denaro è “cosa umana” e come tale non avrà l’ultima parola. 

L’eredità dei coniugi Strada è spirituale e pertanto non circoscrivibile nel tempo e nello spazio: questa eredità va anche per tutti noi, che dobbiamo raccoglierla e non disperderla, ma metterla a frutto, contro ogni becero potere che vorrebbe il contrario, che vuole mandare alle sbarre le ONG, le quali stanno cercando di sottrarre alla morte molte vite, che altri provvedono con dovizia a sterminare.

Addio Gino Strada, uomo giusto in un mondo profondamente ingiusto! Spero che ti venga assegnato postumo il Premio Nobel per la Pace e che venga assegnato anche ad Emergency, a tutti quei medici senza frontiere che tu, sul tuo esempio e non solo, hai formato!