Shanghai vuole scalzare Hong Kong ma è un'impresa difficile. Ce la farà?


AGI – Shanghai punta da tempo a soppiantare Hong Kong come hub finanziario globale. Quest’aspirazione è cresciuta dopo che la legge sulla sicurezza nazionale varata da Pechino ha messo in crisi la formula “Un paese, due sistemi”, in vigore da 23 anni. Lo sostiene il South China Morning Post, giornale in lingua inglese fondato a Hong Kong nel 1903 e ora controllato da Alibaba, secondo il quale se Pechino rafforzerà la sua stretta il ruolo di Hong Kong come polo monetario offshore della Cina potrebbe declinare.

In discussione il ruolo di Hong Kong come polo monetario offshore

Tuttavia l’ascesa di Shanghai, che la stessa Pechino favorisce, è difficile, a causa, come nota il giornale, di due ostacoli: gli stretti controlli sui capitali esercitati dalla Cina e l’assenza di un sistema legale che agevoli le imprese internazionali. Insomma, il ruolo di Hong Kong come porta di accesso della Cina sui mercati globali potrebbe anche tramontare, ma non e’ detto che Shanghai riuscirà a scalzarla, poiché ci “sono ancora enormi ostacoli” nella sua capacità  di competere con colossi del calibro di New York o di Londra. 

Ma per Shanghai sarà difficile competere con altri colossi mondiali, anche se è sempre più competitiva

L’ultimo indice dei centri finanziari globali, pubblicato a marzo dal China Development Institute, ha classificato Shanghai come il quarto centro finanziario piu’ competitivo del mondo, due punti sopra Hong Kong. Gli investitori in città nota il South Cina Morning Post, possono scambiare azioni, obbligazioni, futures, valute, oro, assicurazioni e fiducia. Tuttavia, anche se le dimensioni del mercato a Shanghai sono grandi, le negoziazioni sono limitate dai controlli sui capitali, con solo alcune aperture ufficiali come lo Stock Connect con Hong Kong.

Per l’esperto, la sua ascesa è legata alla caduta di Hong Kong

“La relativa ascesa di Shanghai non e’ dovuta al fatto che abbia funzionato bene come piazza finanziaria, ma alla caduta di Hong Kong”, sostiene Chen Zhiwu, direttore dell’Asia Global Institute dell’Universita’ di Hong Kong. Anche Chen Zhiwu ritiene che il declino di Hong Kong sia possibile ma che non c’è nessuna garanzia che Shanghai prendera’ il suo posto, anche se e’ quello che Pechino ha auspicato ancora prima del 1997, quando ha assunto il controllo dell’ex colonia britannica, iniziando fin dai primi anni Novanta a costruire enormi e scintillanti grattacieli a Shanghai proprio per trasformarla nella rivale di New York, Londra e Hong Kong. S&P ha appena affermato il suo rating di credito sovrano per Hong Kong il 23 giugno, dicendo che non si aspettava che l’imposizione di una nuova legge sulla sicurezza nazionale avrebbe influenzato l’autonomia della Regione amministrativa speciale nell’impostazione delle politiche economiche o eventuali cambiamenti nelle relazioni commerciali con gli Usa, tali da”compromettere seriamente lo sviluppo del settore finanziario del territorio e la crescita economica”.

Shanghai, principale centro finanziario della Cina è un vecchio sogno di Pechino

Prima ancora che Pechino rivendicasse il controllo di Hong Kong dalla Gran Bretagna nel 1997, sognava di trasformare Shanghai nel principale centro finanziario del paese. I grattacieli vi si sono moltiplicati negli anni ’90 e 2000, fornendo uno skyline scintillante che rivaleggiava con New York, Londra e Hong Kong. Nel 2009, all’indomani dell’inizio della crisi finanziaria che ha in parte risparmiato la Cina, Zhou Xiaochuan, l’allora governatore della banca centrale cinese, disse al Lujiazui Forum che la Cina aveva bisogno “di un centro finanziario internazionale” per accrescere la sua influenza sulla finanza globale e Shanghai rappresentava la scommessa migliore che si potesse fare in questo senso.

Per Hong Kong, il vantaggio è un sistema legale di diritto comune che Shanghai non potrà adottare in tempi brevi

Tuttavia, quando gli Stati Uniti hanno alzato la soglia per le quotazioni di aziende cinesi, la seconda scelta per le imprese tecnologiche del paese è stata Hong Kong e non Shanghai. “Il nostro desiderio e’ quello di costruire un’economia socialista aperta e rendere Shanghai un centro finanziario internazionale, ma le misure attuali in questo senso sono insufficienti”, ha confessato Zhou il mese scorso, sempre al Lujiazui Forum. Il motivo? Secondo Ronald W. Anderson, professore emerito di Finanza alla London School of Economics, è il fatto che il vantaggio a lungo termine di Hong Kong è rappresentato da un sistema legale di diritto comune che Shanghai non riuscira’ ad adottare in tempi brevi. Un altro ostacolo al decollo finanziario globale di Shanghai è rappresentato dallo yuan, che non puo’ ancora essere scambiato liberamente, e dai lacci con cui il sistema cinese soffoca i flussi di capitale.

Tra le due città servirebbe un compromesso

Secondo Liu Shengjun, direttore del China Financial Reform Research Institute di Shanghai, la priorità di Shanghai e’ ancora rivolta alle esigenze finanziarie dell’economia interna e non di quella internazionale. “Il consumo e gli investimenti della Cina continueranno ad espandersi e cio’ comportera’ un maggiore potenziale sviluppo finanziario del Paese”, afferma Liu Xuezhi, ricercatore senior presso la Bank of Communications. “In uno scenario ideale, Hong Kong e Shanghai dovrebbero continuare a svolgere ruoli diversi per l’economia cinese. Le due città sono complementari tra loro, servirebbe un un compromesso”. 

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Fonte: economia agi