AGI – L’allargamento della Nato ai Paesi scandinavi rimane in evidenza su molte prime pagine internazionali. In tema, da segnalare sulla Faz l’intervista al ministro degli Esteri di Taiwan, che auspica una maggiore cooperazione con la Nato per contenere la minaccia cinese. Alcuni giornali si dedicano anche ad analisi della macchina militare russa e delle ragioni dell’inefficienza dimostrate in Ucraina.
Tra queste, secondo il Times, c’è che Putin “s’immischia” troppo nelle decisioni tattiche scavalcando i generali. Sulla stampa americana ancora molto spazio per la strage nel supermercato di Buffalo, mentre varie testate europee scelgono temi di politica interna.
Washington Post
La Sardegna è il paradiso perduto degli oligarchi russi, titola in prima pagina il Washington Post che dà risalto a un reportage dalla spiaggia di Romazzino, nei pressi di Arzachena, dove i miliardari russi “acquistavano le ville più belle lungo la costa, costruendo imperi de facto protetti da siepi tagliate e telecamere di sorveglianza” mentre il re dell’acciaio Alisher Usmanov “annunciava la sua presenza ogni estate con l’arrivo di uno degli yacht più grandi del mondo, che parcheggiava nella baia turchese, facendo la spola tra la nave e le sue ville, volando con gli ospiti su elicotteri”. Ma, racconta il Post, “negli ultimi due mesi, le sanzioni europee contro le élite ricche con legami con il Cremlino hanno assestato un attacco diretto su questo sontuoso tratto nord-orientale della Sardegna noto come Costa Smeralda. Almeno otto ville sparse su 10 miglia sono state congelate dal governo italiano, lasciando gli oligarchi presi di mira – tre miliardari russi – tagliati fuori dalle baie appartate e dalle spiagge a mezzaluna”. C’è però il rovescio della medaglia: “Centinaia di lavoratori, che a volte ricevevano mance a cinque e sei cifre, sono senza lavoro. I sardi si sforzano di capire se hanno sbagliato i calcoli nel soddisfare i super ricchi di Mosca” e “come gestire le proprietà congelate – oltre 250 milioni di dollari di immobili, tutti ora nelle mani dello Stato italiano, senza una risposta chiara su quanto tempo potrebbero rimanere vuoti”. Nella fascia alta della prima pagina sono posizionate due fatti americani, ancora la strage di Buffalo con la notizia che il diciottenne assassino pianificava da mesi una sparatoria di massa, e una truffa sui sussidi di disoccupazione straordinari concessi durante il Covid: attraverso furti di identità e altri meccanismi sono stati frodati decine di miliardi di dollari, 163 secondo stime del Dipartimento del Lavoro.
New York Times
Prima pagina del New York Times ancora dominata dalla strage nel supermarket di Buffalo. Il giornale titola sul fucile che il diciottenne assassino Payton Gendron riuscì a comprare aggirando una legge che glielo avrebbe impedito, e riferisce nei dettagli gli sviluppi delle indagini da cui emerge che l’attacco fu pianificato per mesi, con tanto di post sui social. Sull’Ucraina si segnala un’analisi delle ragioni del sostanziale fallimento militare russo, dovuto, secondo il Nyt, al pesante retaggio di corruzione e farraginosa burocrazia di stampo sovietico. “Questa guerra – scrive il giornale – ha messo in luce il fatto che, a tutto danno della Russia, persistono molto della cultura militare e dei comportamenti dell’era sovietica: rigidità nella struttura di comando, corruzione nelle spese militari, occultamento della consistenza delle perdite e ripetizione del mantra dell’invincibilità”.
Wall Street Journal
Ancora apertura e molto spazio per la strage di Buffalo sul Wall Street Journal, che impagina in fascia alta anche un colonnino sulla chiusura delle attività di McDonald’s in Russia. Il gigante del fast food le aveva sospese in marzo, ma adesso ha deciso di cessarle definitivamente perché “non più sostenibile né coerente con i suoi valori, oltre a rappresentare sfide pratiche e commerciali”. Il giornale sottolinea che “la partenza di McDonald’s dalla Russia è particolarmente degna di nota poiché il suo arrivo è stato emblematico di una corsa tra le aziende occidentali negli anni ’90 per entrare nel Paese, cercando di trarre profitto dal suo passaggio dal comunismo al capitalismo”. A centro pagina in grande rilievo l’opa ostile lanciata dalla compagnia aerea JetBlue sul vettore low cost Spirit, che aveva rifiutato un’offerta di 3,6 miliardi di dollari preferendo l’accordo già esistente con Frontier Airlines. In basso l’Ucraina, con un servizio centrato sulla crescente fiducia che spinge Kiev a porsi obiettivi sempre più grandi sulle condizioni per una fine del conflitto: “Mentre l’esercito ucraino continua a riprendersi il territorio occupato dalla Russia, superando di gran lunga ciò che i leader a livello globale si aspettavano dalle sue capacità prima dell’invasione russa, a Kiev crescono le ambizioni su ciò che si potrebbe definire la vittoria”. Ad esempio, riprendersi la Crimea annessa da Putin nel 2014, e l’interno Donbass. Restano, nota il Wsj, “interrogativi su come la Russia potrebbe rispondere se Kiev fosse in grado di riconquistare il territorio una volta saldamente sotto il controllo di Mosca”. Un titolo, con la sottolineatura di un grafico rosso sangue, registra che negli Usa è stato superato il milione di morti per Covid.
Financial Times
“Putin pone condizioni per tollerare l’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia”: così il titolo di apertura del Financial Times, che punta sull’intervento di Putin e lo interpreta nel secondo che Mosca è disposta ad accettare l’ingresso dei due Paesi scandinavi nell’alleanza a patto che non siano dispiegate armi o truppe nel loro territorio. Il capo del Cremlino, ha affermato che “l’allargamento è un problema artificiale, perché si fa solo nell’interesse degli Usa£”, quando invece, secondo il quotidiano, “il progetto di allargamento mostra come l’invasione russa dell’Ucraina abbia cambiato la mappa geopolitica dell’Europa. È una sconfitta per Putin, che aveva giustificato l’invasione dicendo di voler prevenire un’ulteriore espansione dell’alleanza verso Est”. Spazio più in basso al botta e risposta tra Jeff Bezos e la Casa Bianca sull’andamento dell’economia americana. Il capo di Amazon ha accusato su Twitter Joe Biden si essere responsabile dell’impennata dell’inflazione e di fare poco per raffreddate i prezzi, la presidenza ha risposto sottolineando che il tweet di Bezos fa seguito a un incontro di Biden con i sindacati dei lavoratori, “compresi quelli di Amazon”.
The Times
Le “interferenze” di Putin nelle decisioni militari sono in risalto sulla prima pagina del Times, che cita un’analisi attribuita a “intelligence militare occidentale”, e titola: “Putin s’immischia e fa il lavoro di un colonnello”. Dalle informazioni dei servizi, riferisce il giornale, risulta che il capo del Cremlino si è spinto a imporre ai suoi generali scelte tattiche di secondo piano che, in una sana organizzazione militare, sarebbero state di competenza di un ufficiale al comando di un’unità di 750 soldati al massimo. In ciò, secondo le fonti del quotidiano, viene assecondato dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov, che sarebbe ancora saldamente in sella nonostante le voci che lo volevano in disgrazia per gli insuccessi sui campi di battaglia in Ucraina. Il titolo forte della prima pagina è però su uno scandalo riguardante il caro carburanti in Gran Bretagna: da una ricerca emerge che i rivenditori di benzina al dettaglio potrebbero aver realizzato profitti extra per circa 7 milioni di sterline al mese, incamerando le accise per circa 2 pence al litro che il governo ha ridotto per calmierare i prezzi alla pompa.
Le Monde
“Svezia e Finlandia pronte a rafforzare la Nato”, dice il titolo di apertura di Le Monde, che inquadra la richiesta di adesione dei due Paesi scandinavi nell’ottica di un potenziamento dell’alleanza piuttosto che della loro sicurezza territoriale. Gli “assi” di Helsinki e Stoccolma, secondo il giornale, sono “una spesa militare in crescita, dotazioni all’avanguardia e soprattutto una posizione strategica nel Mar Baltico”. Per il Patto Atlantico, sottolinea Le Monde, si tratta però anche di “una sfida” che comporterà il raddoppio delle sue frontiere con la Russia. L’editoriale è dedicato alla strage di Buffalo, segno di come “negli Usa l’estrema destra avvelena mortalmente le menti”, con il “razzismo e l’allucinata denuncia di una ‘invasione’ del Paese e il rimaneggiamento della teoria del complotto della ‘grande sostituzione’ degli americani da parte dei migranti”.
Le Figaro
La nomina di Elisabeth Borne a capo del governo decisa da Macron è il fatto del giorno per Le Figaro, che nel suo titolo di apertura descrive la premier come “riformatrice, ‘tecnica’, proveniente dalla sinistra”. Alla cronaca, condita da un retroscena sui “segreti” della scelta fatta dal presidente, si accompagna un editoriale in cui il quotidiano ragiona sul senso dell’operazione: “C’è qualcosa di scandinavo nel momento in cui stiamo vivendo. Una donna alla guida del governo, il compromesso permanente tra destra e sinistra, il fascino discreto della competenza, una pacifica indifferenza di opinione”, osserva Le Figaro, che aggiunge: “Elisabeth Borne non è un’eroina di Borgen, la celebre serie danese, ma colei che incarnerà, dopo Édouard Philippe e Jean Castex, la felice sobrietà, la laboriosa perizia che lascia i vorticosi movimenti del barocco al solo presidente della Repubblica”. Insomma, “all’Eliseo, la politica, il processo decisionale; a Matignon, l’applicazione, l’esecuzione”.
El Pais
Il caso dei fondi neri del Partito Popolare, con le intercettazioni sui tentativi dei suoi dirigenti di ostacolare le indagini quando furono avviate, nel 2013, resta il tema centrale per El Pais, che anche oggi gli riserva l’apertura a tutta pagina, con la seconda puntata delle trascrizioni degli audio riservati di conversazioni con il commissario di polizia José Manuel Villarejo, cui si chiedevano favori e insabbiamenti. Accanto ai fondi neri, spunta un’altra inchiesta giudiziaria che i popolari cercarono di far archiviare, nel 2014: riguardava l’allora presidente della Comunità di Madrid, Esperanza Aguirre, indagata per aver speronato con la sua auto la moto di un vigile urbano che voleva multarla per sosta vietata in una corsia preferenziale. Inevitabili i contraccolpi politici, riferiti in un titolo a parte sul Psoe del premier Sanchez che va all’attacco e chiede il processo per Maria Dolores de Cospedal, all’epoca segretaria generale del PP, che in questa veste faceva pressioni su Villarejo per mettere a tacere la vicenda dei fondi neri. In basso, titoli sulla “svolta di Macron” che ha nominato premier la “socialdemocratica” Elisabeth Borne, e sulla Nato, non solo per la richiesta di adesione ufficializzata dalla Svezia ma anche per la Spagna che ha concordato con l’alleanza di raddoppiare le proprie spese militari.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Una significativa intervista con il ministro degli Esteri di Taiwan, che auspica una più stretta collaborazione militare con la Nato, si segnala sulla prima pagina della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Mentre l’Alleanza si allarga a Nord, con la richiesta di adesione di Svezia e Finlandia, potrebbe schiudersi un orizzonte nel Pacifico perché “vista la minaccia militare dalla Cina, Taiwan spera in una più stretta cooperazione con la Nato”, sottolinea la Faz. “Vediamo il potenziale per una maggiore cooperazione”, ha affermato il ministro taiwanese Joseph Wu nell’intervista, specificando che ci sono “sempre più colloqui” tra le due parti, perché “la difesa di Taiwan non è più solo una questione di esercito professionale”. Anche nei rapporti con la Germania, Taipei vuole “superare le barriere precedenti”, assicura Wu. Il quotidiano mantiene anche oggi l’apertura sulla vittoria della Cdu nelle elezioni in Nord Reno Westfalia, che mette in difficoltà il cancelliere Olaf Scholz, con il suo partito socialdemocratico staccato di dieci punti, e in fibrillazione la coalizione di governo ‘semaforo’ con Verdi e i liberali dell’Fdb. Il leader di quest’ultimo partito, Christian Lidner, avverte infatti che non ha nessuna intenzione di replicare a Duesseldorf la stessa maggioranza che c’è a Berlino. Appunto sui liberali, per i quali “il semaforo non è mai stato un sogno”, ragiona il quotidiano nell’editoriale, secondo cui è improbabile che si apra una crisi di governo ma certamente l’alleanza con l’Spd sarà messa in discussione in futuro, non solo localmente come accade oggi in Nord Reno Westfalia, ma anche nell’ottica nazionale.
China Daily
I dati non brillanti dell’economia cinese sono in primo sul China Daily, che si sforza di offrirne una lettura rassicurante fin dal titolo: “Probabile una ripresa dell’economia dopo la stasi di aprile”, perché “i fondamentali sono solidi e le prospettive di crescita restano immutate”. Il “temporaneo raffreddamento”, con un calo sia della produzione industriale sia dei consumi, secondo il giornale si deve “alla risorgenza dei casi domestici di Covid-19 che ha gravemente interrotto le catene industriali, di approvvigionamento e logistiche”. Il quotidiano ha raccolto le opinioni di vari analisti, tra cui Tommy Wu, economista capo del think tank Oxford Economics, secondo cui ha pesato molto il lockdown di Shanghai, dove però da oggi comincia una graduale riapertura dei negozi. E anche “le conseguenze negative sull’attività economica potrebbero estendersi fino a giugno”, Wu assicura che “sebbene il governo abbia dato la priorità al contenimento del Covid, è anche determinato a sostenere l’economia attraverso una spesa infrastrutturale più forte e un allentamento monetario mirato per sostenere le piccole e medie imprese, i settori manifatturiero e immobiliare e il finanziamento delle infrastrutture”.
Quotidiano del Popolo
La Cina “rifiuta e deplora che gli Stati Uniti insistano per approvare il disegno di legge che aiuterà Taiwan a riconquistare lo status di osservatore nell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)”: sono le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, in evidenza sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, che esorta “gli Stati Uniti a gestire le questioni correlate a Taiwan in modo prudente e corretto”, perché “Taiwan è un affare interno della Cina e il principio di un’unica Cina unica è una norma di base che governa le relazioni internazionali”. Il quotidiano, che sui dati economici ripubblica l’articolo del China Daily ottimista sulla ripartenza dopo la frenata di aprile, propone una sintesi del pensiero di Xi Jinping sui rapporti tra le diverse culture, e conia il neologismo “xiplomazia” per la dottrina del leader per “l’approfondimento degli scambi e il reciproco apprendimento tra le differenti civiltà”.
Source: agi