AGI – La visita a Kiev dei premier polacco, ceco e sloveno, Morawiecki, Fiala e Jansa, è presente su molte prime pagine internazionali, ma tra i giornali esteri ci sono anche quelli che si concentrano su altre notizie della ventesima giornata di guerra, come le nuove sanzioni occidentali contro la Russia, o la dichiarazione rinunciataria di Zelensky sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato, o ancora la possibilità di processare Putin per crimini di guerra. La stampa cinese resta invece focalizzata sull’incontro di lunedì a Roma tra il responsabile Esteri del Partito comunista e il consigliere di Biden per la sicurezza nazionale.
Washington Post
Sulla prima pagina del Washington Post sono due i fatti in evidenza: la visita a Kiev dei premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, e il collegamento video di Zelensky con il Congresso Usa atteso oggi. L’apertura è per la missione a Kiev dei tre capi di governo “per stare al fianco di Zelensky”. È stata, sottolinea il giornale, “la prima volta che i leader stranieri sono entrati nella capitale ucraina da quando l’attacco della Russia è iniziato 20 giorni fa”, e lo scopo era di “confermare il sostegno inequivocabile dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina”, come ha scritto il premier sloveno Fiala in un post su Facebook”. Un gesto, tuttavia, che potrebbe anche avere un effetto preoccupante secondo John Spencer, ex ufficiale dell’esercito americano e ora cattedratico di studi sulla guerra urbana al Madison Policy Forum. Nell’opinione di Spencer, citata dal Post, la visita è stata “estremamente rischiosa”, non solo per la sicurezza degli stessi capi di governo ma anche per la possibile reazione di Putin, che “potrebbe vedere i leader dei Paesi della Nato che entrano in Ucraina come la violazione di una delle sue linee rosse”. Il quotidiano prova anche ad anticipare cosa potrebbe significare l’intervento di Zelensky al Congresso, nuova tappa “di un tour virtuale delle capitali occidentali” che il presidente ucraino sta compiendo “con una straordinaria capacità di conquistare consensi”. Il vero tema, secondo il Post, sarà la richiesta di una no fly zone sull’Ucraina, già rifiutata da Biden. Un nuovo appello in tal senso, ripetuto solennemente davanti ai parlamentari americani, “potrebbe fornire spazio ai repubblicani, che hanno già iniziato a criticare Biden per essere stato troppo cauto e debole nella sua gestione dell’aggressione russa”.
New York Times
“Tre audaci leader europei visitano Kiev in fiamme”, titola il New York Times, che riflette sui diversi aspetti della missione in Ucraina visita dei primi ministri di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia. E’ stato “un potente segno di sostegno all’Ucraina da parte di Paesi dell’Europa orientale, dove lo spettro di un’aggressione russa incombe più che a Londra o a Parigi”, scrive il giornale, e osserva che “con tutto il simbolismo di mettersi al fianco dei leader ucraini sotto la minaccia dei razzi russi, l’Ucraina affronta praticamente da sola la devastazione degli attacchi”. Inoltre, rileva il Nyt, la visita “a sorpresa” dei tre premier “ha colto alla sprovvista altri leader europei, facendo arrabbiare alcuni e rivelando scomode divisioni sul modo migliore per dimostrare la solidarietà occidentale con l’Ucraina”. Un portavoce del primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha affermato che i tre visitatori rappresentavano “de facto” l’Unione europea in Ucraina, registra il Nyt, ma “a Bruxelles, tuttavia, i funzionari hanno affermato che il trio non aveva la benedizione dell’UE e alcuni diplomatici europei si sono lamentati del fatto che il viaggio fosse troppo rischioso, date le forze russe che circondano Kiev”. Con un altro titolo, il giornale dà rilievo al problema dei rifugiati ucraini, con l’Europa che si trova ad affrontare gli “alti costi” dell’accoglienza.
Wall Street Journal
Un titolo sugli sviluppi militari della guerra, “La Russia intensifica l’attacco contro Kiev”, regge la prima pagina del Wall Street Journal, che con una fotografia valorizza anche la missione nella capitale ucraina dei premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, che hanno incontrato Zelensky. A centro pagina, i mercati con il petrolio in calo e le Borse in rialzo, e un’analisi sulla Cina dove il quotidiano vede “crepe” nel potere di Xi Jinping a causa del peggioramento dell’economia che si somma alle pressioni occidentali per il sostegno alla Russia: “L’anno scorso – scrive il Wsj – il presidente Xi Jinping sembrava quasi invincibile. Ora, la sua spinta per allontanare la Cina dal capitalismo e dall’Occidente ha gettato l’economia cinese nell’incertezza e ha messo in luce lievi crepe nel suo controllo del potere”. Il giornale ricorda che già alla fine dello scorso anno si era rilevato “il forte rallentamento della crescita dopo che Xi ha rafforzato i controlli sulle imprese private, dai giganti della tecnologia agli sviluppatori immobiliari” e dopo la nuova stretta delle misure anti Covid, che ha rallentato la produzione. Adesso, “mentre Pechino lavora per gestire l’intesa con il presidente russo Vladimir Putin prevenendo un crollo delle sue relazioni con l’Occidente, a sostenere l’inquietudine c’è il crollo della crescita economica al 4% nel quarto trimestre dal 18,3% all’inizio del 2021. Tra i dirigenti ora si parla di una ‘correzione di rotta’ per mitigare alcuni degli effetti delle politiche di Xi”. Nel partito comunista cinese, secondo il Wsj, circola “un certo scetticismo sul fatto che questo sia il momento giusto per perseguire la visione di Xi di ricostruire la Cina nello spirito di Mao Zedong”, mentre cresce “la preoccupazione per i costi dell’allineamento con la Russia” e le grandi imprese cinesi “si stanno affrettando a valutare i rischi di diventare un danno collaterale nelle sanzioni occidentali contro Mosca”. Insomma, dice Diana Choyleva, capo economista di Enodo Economics, una società di previsioni del rischio con sede a Londra, “la crisi ucraina ha reso più difficile la sfida economica interna di Xi in un momento in cui brama la stabilità”.
Financial Times
Punta sull’inasprimento delle sanzioni occidentali il Financial Times, che titola: “L’Occidente aumenta la pressione su Mosca con mosse contro oligarchi e militari”. Il giornale evidenzia che “l’Ue mette nel mirino Abramovich, la stretta del Regno Unito colpisce Friedman, gli Usa agiscono sui capi della Difesa” russa. Il giornale calcola che sono oltre 800 i cittadini russi colpiti dalle sanzioni, e che tra loro una decina sono oligarchi. In un editoriale, dal titolo “La guerra della Russia ridisegna il mondo”, il quotidiano della City osserva: “Dopo la battaglia di Austerlitz nel 1805, William Pitt il giovane disse, con preveggenza: ‘Riavvolgete la mappa [dell’Europa]; non sarà necessaria nei prossimi 10 anni’. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha trasformato in modo simile la mappa del nostro mondo. Una prolungata fase di stagflazione sembra certa, con ampi potenziali effetti sui mercati finanziari. A lungo termine, è probabile l’emergere di due blocchi con profonde divisioni tra di loro, così come un’accelerazione dell’inversione della globalizzazione e il sacrificio degli interessi economici alla geopolitica. Anche la guerra nucleare è, purtroppo, concepibile. Pregate per un miracolo a Mosca. Senza, la strada da percorrere sarà lunga e difficile”, conclude il giornale. In prima pagina anche i colloqui sul nucleare iraniano, “che ricevono un’ancora di salvezza” perché “la Russia afferma che l’ostacolo delle sanzioni è superato”.
The Times
Il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha detto ieri, per la prima volta, che Kiev non potrà entrare nella Nato, e le sue parole, che potrebbero pesare molto nel negoziato con la Russia, sono il titolo di apertura del Times. Zelensky, nota infatti il giornale, ha affermato anche “che i colloqui di pace con la Russia stanno iniziando a ‘suonare più realistici, ma serve ancora tempo’ per raggiungere un compromesso”. La Russia, rileva il Times, “ha continuato a fare pressioni sull’Ucraina affinché rinunci formalmente alla sua intenzione di aderire alla Nato e riconoscesse formalmente le province separatiste di Donetsk, Luhansk e Crimea”. E ieri “Zelensky ha detto che ‘la porta della Nato’ si è chiusa”. In prima pagina anche l’arrivo dei primi profughi ucraini in Gran Bretagna, ospitati da famiglie che hanno aderito al piano del governo e che riceveranno in cambio 350 sterline al mese, esentasse.
Le Monde
“Crimini di guerra: in Ucraina si cercano prove”, titola Le Monde, che prende posizione in favore di un processo alla Russia davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia. Il giornale scrive che “Paesi occidentali e ong raccolgono elementi per accusare Mosca”, e segnala anche una propria attività investigativa, che “ha raccolto le testimonianze di sopravvissuti a un attacco russo che ha colpito una camionetta che trasportava sette maestre, tre delle quali sono morte”. Il giornale intervista inoltre il giurista anglo-francese Philippe Sands, esperto di diritto internazionale e professore dell’University college di Londra, secondo il quale sarebbe giuridicamente possibile l’istituzione di un “tribunale speciale” per “incriminare Putin per l’aggressione” dell’Ucraina.
Le Figaro
Attenzione alle ricadute domestiche della guerra in Ucraina sulla prima pagina di Le Figaro, che apre con l’aumento dei prezzi causato dal conflitto: “La Francia affronta lo shock dell’inflazione”, dice il titolo sulle stime che prevedono un tasso del 4% annuo. “Un fenomeno che acuisce le tensioni sociali e pone pesanti rischi per la crescita”, osserva il giornale. Finita la crisi della pandemia, si legge nell’editoriale dal titolo “Arriva il conto”, si profilava un ritorno dell’economia ai livelli pre pandemici ma “lo scenario da favola di una ripresa senza intoppi lascia ora il posto allo spettro della stagflazione: rallentamento della crescita e un’accelerazione della macchina inflazionistica. Il peggio non è mai certo, ma oggi tutti sono presi per la gola. Le aziende, che vedono esplodere i propri costi al ritmo dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Le famiglie, che subiscono le ripercussioni sul rifornimento dell’auto o sul riempimento del carrello della spesa”, scrive Le Figaro. A centro pagina, un ritratto del presidente ucraino Volodimir Zelensky, “anima della resistenza” contro l’invasione russa. In prima pagina anche l’apertura di Macron all’autonomia della Corsica: in piena campagna elettorale, nota il quotidiano, il presidente “rompe un tabù” della politica francese.
El Pais
La missione in Ucraina dei premier di Polonia, Morawiecki, Repubblica Ceca, Fiala, e Slovenia, Janša, è la notizia più importante per El Pais: “Tre leader dell’Ue sfidano l’assedio di Kiev per incontrare Zelensky”, titola il quotidiano spagnolo, evidenziando comunque la presa di distanza di Bruxelles che “non appoggia la missione e la definisce un’iniziativa individuale”. Nel suo servizio, il giornale dà spazio alla posizione della Polonia, confinante con l’Ucraina e allarmata dagli attacchi russi dei giorni scorsi su obiettivi ucraina a soli venticinque chilometri dalla frontiera: il vice primo ministro e leader del partito ultraconservatore Diritto e giustizia, Jaroslaw Kaczynski, che accompagnava Morawiecki ha sostenuto l’istituzione di una “missione di pace” in Ucraina: “Penso che sia necessario avere una missione di pace. Dalla Nato, possibilmente in una più ampia cornice internazionale, ma una missione capace di difendersi e che opera sul territorio ucraino. Sarà una missione che cerca la pace, per fornire aiuti umanitari, ma allo stesso tempo sarà protetta dalle forze appropriate, le forze armate”, ha affermato il vicepremier polacco. In prima pagina anche un titolo sulla giornalista della tv di Stato russa che ha mostrato durante un tg un cartello contro la guerra in Ucraina: “Mi vergognavo di dire bugie in televisione”, titola El Pais con le parole di Marina Ovsyannikova.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
La protesta della giornalista della Tv di Stato russa che durante il telegiornale ha esibito alle spalle della conduttrice un cartello contro la guerra in Ucraina è in apertura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung che definisce “un’eroina” Marina Ovsyannikova, “una donna che la propaganda di Putin non è riuscita a mettere a tacere”. Tra le notizie di giornata, la Faz sceglie di valorizzare l’allarme sul possibile uso di armi chimiche da parte delle forze d’invasione russe, rilanciato ieri dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza, in programma oggi. “Siamo preoccupati che la Russia possa organizzare sotto un falso preteso un’operazione, che potrebbe coinvolgere armi chimiche”, ha detto Stoltenberg ripetendo pressocché testualmente il monito venuto alcuni giorni dagli Usa. In risalto anche la visita dei premier Morawiecki (Polonia), Fiala (Repubblica Ceca) e Janša (Slovenia) a Kiev, dove hanno “espresso il loro sostegno al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Ue il prima possibile”, mentre però da Bruxelles si precisava che la visita è stata un’iniziativa dei tre capi di governo senza alcun mandato dell’Unione. Il quotidiano tedesco sottolinea poi, con un commento, la notizia che l’americana Intel investirà 17 miliardi in una grande fabbrica di microchip a Magdeburgo, in Germania: si tratta, scrive la Faz, di “un punto di svolto” che “farà dell’Europa un centro globale per i chip”.
China Daily
Nel “costruttivo” colloquio tenuto a Roma tra il responsabile Esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, “Cina e Usa hanno mostrato la volontà di un avanzamento nelle loro relazioni”, scrive il China Daily, che ha interpellato diversi analisti. Secondo Diao Daming, professore associato di studi statunitensi presso la Renmin University of China di Pechino, per esempio, “è significativo che entrambe le parti hanno concordato di ‘accumulare condizioni abilitanti’ affinché le loro relazioni tornino sul giusto binario di solido e costante sviluppo”.
Diao aggiunge: “Pechino si è resa conto che potrebbe essere un processo a lungo termine per raggiungere questo obiettivo, dato l’attivismo di Washington nell’introdurre ostacoli ai legami. Tuttavia, è disposta a intraprendere discussioni per realizzare questo obiettivo”. Il vicedirettore del Dipartimento di studi americani del China Institute of International Studies, Su Xiaohui, ha invece evidenziato che sulla questione di Taiwan “l’accentuarsi della deriva di Washington per allontanarsi dal principio di una sola Cina e per interferire negli affari interni della Cina è una tattica del salame, e l’incontro di Roma è stata ha dato modo di un severo e nuovo avvertimento in termini di tutela degli interessi nazionali” cinesi. Per Ruan Zongze, vicepresidente esecutivo del China Institute of International Studies, i due Paesi dovrebbero istituire gruppi di lavoro con un “calendario e un programma per offrire soluzioni costruttive e approfondire le relazioni”, che “contano anche per la pace e lo sviluppo globali e sono la chiave per la tranquillità del mondo”.
Quotidiano del Popolo
Dura replica del People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, alle notizie sulle preoccupazioni Usa per aiuti militari promessi dalla Cina alla Russia. “Di recente, alcuni politici e organi di informazione negli Stati Uniti hanno ripetutamente inventato e diffuso disinformazione al fine di diffamare e infangare la Cina sulla questione ucraina”, scrive il giornale, che avverte: “Tali atti non possono coprire la responsabilità dell’America per la crisi ucraina. Invece, hanno ulteriormente esposto la pericolosa intenzione del paese di fomentare problemi e far precipitare il mondo nel caos”. Il quotidiano sostiene che “la posizione della Cina sulla questione ucraina è aperta e diretta e i suoi suggerimenti per risolvere la crisi ucraina sono positivi e costruttivi”. Pechino è convinta che “al momento, la priorità assoluta per risolvere la crisi ucraina è promuovere i colloqui di pace, piuttosto che aggiungere benzina alle fiamme delle tensioni tra Ucraina e Russia”, e “sostiene qualsiasi sforzo che aiuti ad alleviare la situazione di tensione e a portare una soluzione politica alla crisi”. Poi un attacco a Washington: “un certo Paese tenta di creare una crisi, di trarre vantaggio dalla crisi e di trasferire la propria responsabilità della crisi su altri, il che danneggerà solo se stesso e gli altri”. Il giornale ribadisce che “la Cina si oppone a sanzioni unilaterali prive della base del diritto internazionale”, e ricorda che negli ultimi venti anni il numero di sanzioni economiche imposte dagli Usa si è decuplicato e che solo durante la presidenza Trump sono state 3.800, una media di tre al giorno. “In quanto istigatori della crisi ucraina, gli Stati Uniti dovrebbero riflettere sul loro ruolo nella crisi e smettere di ingannare e confondere l’opinione pubblica. È giunto il momento che il Paese si assuma le dovute responsabilità, intraprenda azioni pratiche per aiutare ad alleviare le tensioni e risolvere i problemi e contribuisca alla pace nel mondo”, conclude l’editoriale.
Source: agi