Sferracavallo, il mare di Palermo che Palermo non vuole


AGI – Comune di Palermo, Reset, Rap, Guardia Costiera: sembrano, questi enti, tutti impegnati in una ‘congiura’ contro Sferracavallo, un tempo meta della nobiltà palemitana e leggendaria per le “mangiate” di pesce”, oggi “valvola di sfogo del disagio sociale” della città. La borgata marinara del capoluogo siciliano, che gode di un’Area marina protetta e di una Riserva, è, infatti, abbandonata a sè stessa, con un lungomare di circa un paio di km, e che precede la Riserva di Capo Gallo, da cui si vede un tramonto imprigionato in una rete che protegge una passeggiata lignea andata in malora già tanti anni fa, quando qualcuno genialmente ipotizzò che il mare non potesse aggredire il legno nè il tufo che sta sotto. Oggi anche quella rete è strappata e lacerata in più punti, tanto da costituire essa stessa un pericolo per i cittadini costretti a costeggiarla sulla banchina per non finire sulla strada.

Il Comitato cittadino “Il Mare di Sferracavallo” lamenta da tempo questa situazione, ma non riesce a trovare ascolto nel sindaco, Leoluca Orlando, al quale ha scritto l’1 luglio scorso una lettera aperta: “Lo sa – si legge – che la passeggiata lignea è diventata una bomba ecologica? Quando sarà possibile smantellarla e riproporre dei sentieri magari in terra battuta e sicuramente meno costosi delle tante e inutili manutenzioni? E come mai la manutenzione prevista in primavera ancora non è partita?”.

Appena sotto la banchina, invece, gli operai della Reset sembrano essersi divertiti, dal canto loro, ad ammucchiare diversi giorni fa i rami secchi tagliati dagli alberi, e lasciare che si mischiassero alla spazzatura che i colleghi della Rap non si curano di raccogliere. Così, in un angolo di paradiso trasformato in inferno dall’assenza del Comune e dallo scarso senso civico di diversi cittadini, non vengono svuotati i cassonetti della differenziata e raramente quelli dell’indifferenziata, tanto che il Comitato parla di “bomba ecologica” a proposito dei contenitori.

“Tra qualche giorno – denuncia – probabilmente l’ Arpa Sicilia effettuerà i campionamenti dell’Ostreopsis ovata (la cosiddetta alga tossica) nel nostro mare. Ci piacerebbe, al contempo, che lo stesso ente facesse dei rilevamenti in prossimità dei cassonetti di via Barcarello, quelli posizionati di fronte il porto di Sferracavallo, accanto villa Arezzo…la puzza nauseabonda, trasportata dalla brezza marina che arriva nelle case, è davvero insopportabile. Questi contenitori sono usati principalmente dagli esercenti di piazza Beccadelli che, in assenza di un servizio di raccolta differenziata on site e per l’elevata quantità di rifiuti prodotta, specialmente nella stagione estiva, sono ormai diventati una bomba ecologica. Si tratta di rifiuti organici di pesci e frutti di mare che causano sversamenti di percolato nella strada e conseguenti miasmi che si diffondono in un raggio di almeno duecento metri…l’aria diventa irrespirabile e spesso si avvertono bruciori alla gola. Tale problema è stato denunciato agli organi competenti senza alcuna risposta o soluzione che lo risolva. Quanto tempo deve passare ancora per risolvere la grave e indecorosa situazione?”

Infine, la Guardia Costiera. Il mare di Sferracavallo, che Palermo sembra rifiutare come proprio, è solcato da motoscafi e moto d’acqua a pochissima distanza dalla costa, mettendo a rischio l’incolumità dei bagnanti, ma non si vede alcuna imbarcazione della Guardia Costiera che monitori quotidianamente e punisca le violazioni. A terra, invece, scorrazzano le auto, nel deserto di regole e di controlli. “Che senso ha – chiede il Comitato –  aver pianificato una ZTL con tanto di stravolgimento dei sensi di marcia per poi bocciarla per l’intervento del rappresentante politico di turno? E’ a conoscenza di quello che accade in via Marina di Sferracavallo? Dei posteggi in doppia e tripla fila, con l’assenza totale di controllo da parte dei vigili urbani?”.

 

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Fonte: cronaca agi