Senegal al voto: presidenziali inedite dall’esito aperto

A man holds up his voting card during Senegal's presidential elections in the capital Dakar, February 26, 2012. Senegal's President Abdoulaye Wade faces re-election on Sunday, having defied opposition efforts to block him from standing and warnings that his candidacy risked destabilising the usually tranquil West African state. REUTERS/Joe Penney (SENEGAL - Tags: POLITICS ELECTIONS)


In Senegal circa 7,3 milioni di elettori vanno oggi alle urne per scegliere il quinto presidente della Repubblica, in un voto travagliato, sulla scia di una crisi politica che ha rischiato di far sprofondare nel caos una delle democrazie piu’ stabili del continente. Da quando il paese d’Africa occidentale di 18 milioni di abitanti ha conquistato l’indipendenza dalla Francia, nel 1960, e’ la 12ma volta che i senegalesi voteranno per le presidenziali. L’annullamento a sorpresa – per la prima volta dal 1963 – e all’ultimo momento delle presidenziali inizialmente previste per il 25 febbraio da parte del presidente uscente Macky Sall – al potere dal 2012 – ha scatenato violente proteste, con un bilancio di quattro morti, centinaia di feriti e di arresti. Lo scrutinio e’ stato poi rinviato di 10 mesi con un voto dell’Assemblea nazionale. Dopo un mese di esitazione che ha allarmato l’opinione pubblica nazionale e parte della comunita’ internazionale, la data delle presidenziali e’ stata finalmente fissata per il 24 marzo – prima della scadenza del mandato di Sall, il 2 aprile – su decisione del Consiglio costituzionale. Questi i dati salienti e i numeri della votazione cruciale di domani, carica di tensioni, novita’ ed incognite.
PRINCIPALI CANDIDATI:
Il presidente uscente Macky Sall non e’ candidato alla sua successione. Quelli in lizza sono 17, dopo il ritiro e le candidature respinte di altri tre: si tratta di un numero record nella storia elettorale del Senegal. L’ex primo ministro Amadou Ba e’ il candidato designato dalla coalizione di governo chiamata ‘Benno Bokk Yaakaar’. Prima di essere nominato premier, Amadou Ba ha ricoperto diversi portafogli ministeriali. Dopo una lunga carriera nell’amministrazione senegalese, nel 2013 e’ diventato ministro dell’Economia e delle Finanze, poi ministro dell’Economia, delle Finanze, della Pianificazione e del Bilancio. E’ stato anche ministro degli Affari esteri e dei Senegalesi all’estero dal 2019 al 2020. Tuttavia, la sua scelta come candidato per la maggioranza presidenziale non e’ stata unanime.
Sono candidati alle presidenziali anche altri ex ministri di Macky Sall: Aly Ngouille Ndiaye e l’ex primo ministro Mahammed Boun Abdallah Dionne, che godono entrambi di un buon seguito. Secondo gli ultimi sondaggi Amadou Ba difficilmente riuscira’ a vincere al primo turno e rischia addirittura di fare le spese dalla concorrenza degli altri due candidati dissidenti. L’opposizione e’ invece rappresentata da Bassirou Diomaye Faye, scelto dal leader Ousmane Sonko, feroce oppositore del regime di Sall che e’ stato escluso dal voto lo scorso gennaio. Entrambi sono usciti di prigione nel bel mezzo della campagna elettorale, a soli dieci giorni dal voto. Faye, ex collega di Sonko al dipartimento fiscale e immobiliare, diventa cosi’ il candidato sostituto del disciolto partito ‘Pastef les Patriotes’, dopo la bocciatura della candidatura di Sonko da parte del Consiglio costituzionale. Tra i 17 aspiranti presidenti c’e’ anche una donna, l’imprenditrice Anta Babacar Ngom, che a sorpresa e’ riuscita a convalidare le sue sponsorizzazioni gia’ al primo turno di controlli del Consiglio costituzionale. Anta Babacar Ngom e’ amministratore delegato di Sedima e Kfc Senegal.

CONDIZIONI DI CANDIDATURA ED ESCLUSIONI:
Per essere candidato alla presidenza della Repubblica bisogna essere esclusivamente cittadino/a di nazionalita’ senegalese ed e’ necessario raccogliere le sponsorizzazioni dagli elettori registrati. Ogni candidato ha diritto a tre tipi di sponsorizzazione che sono il patrocinio dei cittadini, in base al quale devono ottenere circa 45 mila patrocini validi, pari allo 0,6% dell’elettorato, con almeno 2 mila firme per regione nelle sette regioni, integrate se necessario da firme nel resto del paese o attraverso la diaspora, tenendo presente che un singolo elettore puo’ patrocinare un solo candidato.
La seconda possibilita’ e’ il patrocinio dei parlamentari: ogni candidato deve essere sponsorizzato da una lista di 13 membri eletti dell’Assemblea nazionale. Infine c’e’ il patrocinio dei rappresentanti eletti, in base al quale ogni candidato puo’ essere sponsorizzato da 120 sindaci o presidenti di consigli dipartimentali. Oltre a questi patrocini, e’ richiesto un deposito di circa 46 mila euro per convalidare la propria candidatura. Karim Wade, candidato del Partito Democratico Senegalese (Pds), figlio dell’ex presidente l’influente Abdoulaye, e’ stato escluso a causa della sua doppia nazionalita’ – francese e senegalese – e per aver rinunciato a quella straniera “troppo tardi”. La candidata Rose Wardini e’ stata invece arrestata con l’accusa di “falsificazione e uso fraudolento di documenti e frode alla corte”, per il sospetto di avere la doppia nazionalita’ franco-senegalese. Si sono ritirati Cheikh Tidiane Dieye e Habib Sy, entrambi a favore del candidato anti-sistema Bassirou Diomaye Faye. Infine Ousmane Sonko, leader di opposizione e protagonista di un braccio di ferro politico da piu’ di due anni, e’ stato eliminato dalla corsa presidenziale a gennaio. (AGI)

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