AGI – Gli stadi vuoti e l’assenza di tifosi potrebbero aver reso dirigenti, allenatori e giocatori più educati e meno inclini alla violenza verbale e alle discussioni accese. Emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Humanities and Social Sciences Communications, condotto da ricercatori dell’Università di Salisburgo, in Austria, che hanno analizzato il comportamento di giocatori, allenatori, staff tecnico e dirigenti nelle partite di calcio disputate da un club austriaco maschile durante la pandemia, con stadi e arene vuoti.
Meno tensione in campo
“Nei match senza tifosi – afferma Michael Leitner dell’Università di Salisburgo – le situazioni emotive sono diminuite del 19,5 per cento rispetto alle partite pre-Covid-19. I giocatori e lo staff si lasciavano inoltre trasportare meno dalle discussioni e dagli alterchi duraturi”. Il team ha esaminato esaminando 20 partite giocate dal Football Club Red Bull Salzburg (RBS), attualmente in testa alla Bundesliga austriaca, considerando 10 match disputati con i tifosi e 10 risalenti al periodo successivo all’adozione delle misure contro il coronavirus.
Gli scienziati hanno anche sviluppato un sistema di analisi del comportamento emotivo nel calcio, un modello in grado di interpretare il comportamento osservabile e dedurre gli stati emotivi in risposta a particolari situazioni tipiche delle partite di calcio, come alterchi, contrasti o falli.
Le urla dei tifosi fanno aumentare il testosterone
“È possibile che nel gioco maschile, le urla, i canti e le imprecazioni dei fan rappresentino un modo per aumentare i livelli di testosterone dei giocatori – sostiene Fabio Richlan, collega e coautore di Leitner – la ripresa dei campionati senza pubblico a tifare ha fornito informazioni senza precedenti sugli effetti dei sostenitori”. L’esperto precisa che, sebbene il lavoro si sia concentrato su una sola squadra, i risultati potrebbero essere estesi anche alle altre dimensioni calcistiche.
“Nelle partite tradizionali – osserva Leitner – gli arbitri erano attivamente coinvolti nel 39,4 per cento delle situazioni emotive, mentre nei match senza pubblico questo valore cala al 25,2 per cento. Giocatori, allenatori e staff erano inoltre impegnati in comportamenti emotivi per un totale medio di 41 minuti e 42 secondi nelle competizioni con i fan, contro i soli 27 minuti e nove secondi osservati nelle partite senza tifosi”.
Con più fair play si segnano più gol
Stando ai risultati del gruppo di ricerca, inoltre, anche le discussioni erano meno frequenti del 4,7 per cento. “Abbiamo inoltre riscontrato un aumento significativo dei comportamenti di protesta, dei momenti di fair play e dell’autorimprovero in caso di occasioni perse – continua lo scienziato – mentre il numero complessivo di falli nelle partite senza tifosi è diminuito del 3,8 per cento”.
Gli autori hanno anche considerato che il numero totale di gol segnati è aumentato del 6,1 per cento nel campionato disputato durante la pandemia, un dato che si riscontra in tutte le 120 partite del girone di campionato giocate dopo l’adozione delle misure anti-Covid. “Sarà necessario analizzare anche altre squadre per confermare questi dati – conclude Richlan – il nostro lavoro aiuterà a valutare l’impatto dell’assenza dei tifosi sul comportamento dei giocatori, degli arbitri, degli allenatori e di tutto il personale calcistico”.
Vedi: Se manca il pubblico i calciatori sono meno fallosi (e segnano più gol): uno studio
Fonte: sport agi