Scuola: Valditara, ripudiare Dante è come rifiutare noi stessi


“Ripudiare Dante che è il pilastro della lingua e della cultura italiana, significa rifiutare noi stessi”. Lo afferma in una intervista a Il Messaggero, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
“Ognuno creda nel Dio che vuole. Ma il punto è che l’Italia – afferma – si è formata su valori che ci portiamo dietro da una storia millenaria e che affondano nella cultura greco-romana. Al centro c’è il concetto di persona, che comincia con il diritto romano, si esalta con il cristianesimo, si arricchisce con l’illuminismo e questo è il tratto fondamentale della nostra civiltà ampiamente presente nella Costituzione che si caratterizza proprio per la centralità della persona umana. Voglio dire che il problema, va a al di là di Dante, è molto più ampio”. Per Valditara, conoscere l’italiano è un dovere: “Chi arriva nel nostro Paese – spiega – e si iscrive nelle nostre scuole, deve acquisire una conoscenza adeguata della lingua italiana. Abbiamo la necessità, oltre che la volontà, di includere. Però dobbiamo essere consapevoli e rendere consapevoli tutti che la nostra società non si fonda solo su diritti ma anche su doveri. Se non si conosce bene la nostra lingua non si può conoscere la nostra cultura e non si possono apprendere le regole del nostro vivere civile che sono a fondamento dello Stato democratico; si perdono anche le opportunità, in termini di crescita personale, offerte dal nostro sistema di istruzione. Aggiungo, rifiutare i principi fondanti della nostra cultura significa porsi in termini di estraneità rispetto a un progetto di inclusione. Credo che insegnare a tutti i ragazzi i giganti della nostra cultura, li renda veramente liberi, perché assorbono e discutono anche criticamente, valori e principi che sono un autentico patrimonio di civiltà. Mentre è una scuola conformista quella che assume solo il punto di vista degli altri e non il nostro, non è una scuola libera e nemmeno costituzionale”. (AGI)
RED/MLD