Scozia: separatisti nel caos dopo le dimissioni del premier


I separatisti scozzesi sono alla ricerca di un nuovo leader dopo le dimissioni del primo ministro Humza Yousaf, che aggravano le difficoltà del suo partito, l’SNP, e fanno il gioco dei laburisti a pochi mesi dalle elezioni legislative britanniche.
Appena tredici mesi dopo essere succeduto al carismatico Nicola Sturgeon, senza essere riuscito a incarnare pienamente il futuro della lotta per l’indipendenza, Humza Yousaf, 39 anni, è stato costretto ad andarsene per il collasso della coalizione di governo con gli ambientalisti.
Il SNP si trova quindi costretto a una nuova competizione interna per nominare il futuro leader. I candidati hanno tempo fino a lunedì e diversi pesi massimi dell’SNP hanno già manifestato il loro sostegno a John Swinney, 60 anni, veterano della politica scozzese e vice primo ministro di Nicola Sturgeon tra il 2014 e il 2023. Altri spingono per la candidatura di Kate Forbes, 34 anni, che lo scorso anno ha perso contro Humza Yousaf all’ultimo scrutinio interno (48% contro 52% dei voti).
Per essere designato primo ministro, il futuro leader del SNP deve essere eletto dalla maggioranza dei deputati, che deve decidere entro 28 giorni. L’SNP detiene 63 seggi su 129, molto più dei vari partiti di opposizione, ma due voti in meno per raggiungere la maggioranza assoluta e il futuro leader dell’SNP dovrà trovarsi degli alleati per formare un governo di coalizione o rischiare di dover guidare un governo di minoranza.
Potrebbe ottenere il sostegno dei Verdi, scottati da Humza Yousaf, ma che condividono le idee indipendentiste del SNP.
La confusione che segue l’uscita di Humza Yousaf e l’incertezza sulla forma del futuro governo scozzese giocano a favore dell’opposizione laburista. Sebbene l’SNP domini la vita politica scozzese dal 2007, la sua popolarità è notevolmente diminuita dopo i picchi raggiunti durante la pandemia di Covid-19, quando la gestione di Nicola Sturgeon contrastava con quella del caotico governo di Boris Johnson a Londra. A pochi mesi dalle elezioni legislative, il partito laburista, anti-indipendentista e critico nei confronti della gestione economica e della politica sanitaria del SNP, raccoglie ormai il 34% delle intenzioni di voto in Scozia, contro il 33% del SNP, secondo un sondaggio condotto da Yougov. Per i laburisti, un grande passo avanti in Scozia renderebbe più facile ottenere la maggioranza assoluta a Westminster, di fronte ai conservatori logorati dopo 14 anni a Downing Street.
L’SNP è indebolito soprattutto dall’impasse in cui si trova la sua lotta per l’indipendenza, dopo che la Corte Suprema britannica ha stabilito nel 2022 che spetta a Londra autorizzare o meno lo svolgimento di un nuovo referendum. Nell’ultima votazione del 2014, il “no” ha vinto con il 55%. Il leader laburista scozzese Anas Sarwar ha denunciato il governo “caotico” e “disfunzionale” dell’SNP “in un momento in cui il Paese ha bisogno di leader forti che ci conducano fuori dalle sfide gemelle della crisi economica e del sistema sanitario”. E ha annunciato l’intenzione del suo partito di mantenere una mozione di sfiducia contro il governo, nonostante l’uscita di Humza Fusaro. (AGI)
RED