Scontro sul bilancio, crisi nel governo israeliano


È crisi nel governo israeliano, diviso sul bilancio: la riunione dell’esecutivo prevista per oggi è saltata in uno scambio di accuse tra Likud e Blu e Bianco, entrambi arroccati sulle proprie posizioni. Il premier Benjamin Netanyahu spinge per approvare un budget che riguardi solo i pochi mesi restanti del 2020, sostenendo che l’iniziativa è necessaria a causa dell’incertezza provocata dall’epidemia di coronavirus, mentre il partito centrista del ministro della Difesa e premier alternato Benny Gantz punta a redigerlo biennale.

Il rischio di nuove elezioni

Se non si troverà un compromesso entro il 25 agosto, questo porterà automaticamente Israele alle urne il prossimo novembre, la quarta volta in meno di due anni; ugualmente, l’approvazione di un budget limitato al 2020 permetterebbe a Netanyahu, in base al complicato accodo stretto con Gantz, di avere mano libera nell’indire nuove elezioni senza dover automaticamente passare all’alleato-sfidante la premiership ad interim. Da settimane circolano voci su un possibile ritorno alle urne, prospettiva accarezzata dal leader del Likud che potrebbe voler tentare di rovesciare il banco e tornare al potere, stavolta da solo e con pieni poteri decisionali.

“Noi vogliamo un bilancio per lo Stato mentre il Likud ne vuole uno politico”, ha affermato Gantz, denunciando la proposta di Netanyahu come “un’assurdità”. Per il capo del partito centrista, ci sono “solo due persone che vogliono ritornare alle urne”, una per “migliorare il suo status politico e l’altra per questioni legali e personali”: sono Yair Lapid, ex alleato di Gantz, ora all’opposizione, intenzionato a fare tesoro di un’eventuale caduta dell’esecutivo dopo il tradimento del leader centrista che lo ha abbandonato per entrare nella coalizione di governo con il Likud; e Netanyahu, sotto pressione per le proteste popolari che si ripetono ormai da alcune settimane per la sua gestione del coronavirus e per il processo in corso a suo carico per corruzione, frode e abuso di fiducia in tre casi.

Il Likud ha respinto al mittente l’accusa di aver fatto saltare l’odierna riunione di governo e ha esortato Gantz ad “approvare il bilancio oggi”: “I cittadini di Israele vengono prima di tutto”.

Le manovre delle opposizioni

Intanto il partito di opposizione di Lapid, Yesh Atid, insieme a quello dell’ex capo di Stato maggiore Moshe Ya’alon, Telem, ha annunciato che mercoledì prossimo presenterà alla Knesset una proposta di legge che vieti a un deputato sotto processo di formare un governo; un’iniziativa chiaramente diretta a impedire a Netanyahu di mettere insieme un esecutivo alternativo.

“Il fatto che oggi non ci sia stata una riunione di gabinetto e che stiamo correndo verso le elezioni perche’ il primo ministro ha accuse contro di lui e questo è tutto cio’ che lo occupa è una vergogna assoluta”, ha commentato Lapid, sottolineando che “la gente non ha niente da mangiare, le aziende chiudono. La situazione non può andare avanti cosi'”.

La proposta, che gode del sostegno anche del partito di estrema sinistra Meretz, ha bisogno dell’appoggio di Blu e Bianco per avere qualche chance, anche se in ogni caso sembra difficile che possa passare. “Un sostegno a una legge simile è giusto su un piano etico, ma condividerla vorrebbe dire andare alle elezioni. Siamo entrati al governo perché era un momento difficile”, hanno ricordato dal partito di Gantz.

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Fonte: estero agi