Scontro Israele-Santa Sede su affermazioni Parolin


(di Eliana Ruggiero) – Mentre l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede lancia un duro attacco al Vaticano, definendo le affermazioni di ieri del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, “deplorevoli”, la Santa Sede ribadisce che “la scelta di campo è sempre quella delle vittime” e il diritto alla difesa non giustifica una carneficina.
Le diplomazie sono al lavoro per ricucire lo strappo che si è verificato dopo le inequivocabili dichiarazioni di Parolin, a margine dell’annuale incontro per celebrare i patti Lateranensi. Il Segretario di Stato ribadendo la “condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo” ha reiterato al tempo stesso la “richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è”. “Credo che tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina, ma dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e di non perdere la speranza”, ha aggiunto Parolin.
La replica di Israele non si è fatta attendere: attraverso l’ambasciata presso la Santa Sede, si sottolinea che “qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas. Non è sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre e poi puntare il dito contro Israele riferendosi al suo diritto all’esistenza e all’autodifesa solo come un semplice atto dovuto e non considerare il quadro generale”. A ribadire però il pensiero della Santa Sede è l’Osservatore Romano. In un editoriale in prima pagina “Fermare la carneficina”, Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani, rimarca la scelta di campo per le vittime: “e dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti un terzo dei quali bambini uccisi dai bombardamenti a Gaza. Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un ‘danno collaterale’ della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina”. Tornielli oltre a riprendere quanto detto da Parolin ieri, ricorda come il Segretario di Stato, all’indomani del 7 ottobre scorso, parlò di “attacco disumano”, il massacro perpetrato dai terroristi di Hamas, ma anche di diritto alla difesa di Israele secondo il parametro della proporzionalità.
Tornielli cita anche l’intervista di Edith Bruck al Fatto quotidiano. La scrittrice e poetessa, che nella primavera del 1944, tredicenne, venne catturata nel ghetto ungherese di Satoraljaujhely e deportata ad Auschwitz, “ha espresso posizioni simili” a quelle di Parolin. “Ha rivolto critiche severe contro l’attuale primo ministro israeliano, affermando che ‘ha danneggiato gli ebrei della diaspora perche’ ha ridato vigore all’antisemitismo che non è mai scomparso e ora è aumentato'”. “Bruck – continua Tornielli – ha aggiunto la sua convinzione che con questa politica non si elimineranno mai i terroristi. Quelle del cardinale e della poetessa ebrea sono parole dettate da uno sguardo realista sul dramma in corso”.
Infine L’Osservatore Romano ricorda le parole di Papa Francesco all’Angelus dello scorso 17 dicembre, dopo l’uccisione di due donne cristiane rifugiatesi nella parrocchia di Gaza: “Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari… Qualcuno dice: ‘E’ il terrorismo, è la guerra’. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che ‘Dio fa cessare le guerre … rompe gli archi e spezza le lance’. Preghiamo il Signore per la pace”.
“All’inizio della Quaresima, mentre continua il macabro conteggio delle vittime innocenti, questo richiamo si fa ancora piu’ insistente, per invocare che tacciano le armi prima che sia troppo tardi per il nostro mondo sull’orlo dell’abisso”, conclude Tornielli. (AGI)
ELI