Scintille Pompeo-Gallagher su Cina e religione


AGI – Giovanni Paolo II fece della Chiesa il baluardo della libertà religiosa, ricorda il segretario di Stato americano Mike Pompeo agli attuali vertici vaticani sottolineando che il Partito Comunista cinese, “come tutti i regimi comunisti”, ha la pretesa di essere la suprema autorità morale del suo paese. “Da nessuna parte al mondo la libertà di religione è così in pericolo come in Cina”, avverte. “Chiedo a ogni leader di fede di trovare il coraggio di ergersi contro la persecuzione religiosa contro le proprie comunità e quelle di altre fedi”, incalza.

Risponde, in modo felpato ma chiaro, il ministro degli Esteri vaticano Paul Gallagher: il pericolo per la libertà religiosa proviene anche dal politicamente corretto delle democrazie avanzate e dalla pretesa di bloccare la libertà di pensiero e culto nel nome di una malpensata difesa della tolleranza.

Visita a Roma di Pompeo, primo atto

Il primo atto della visita a Roma di Pompeo, venuto a cercar di spiegare alla Santa Sede che non è il caso di rinnovare gli accordi con Pechino per la nomina dei vescovi delle comunità cattoliche cinesi, prende la forma di un simposio organizzato dall’ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede, Callista Gingrich, consorte del Newt Gingrich che negli anni ’90 guidava dal Congresso la carica dei repubblicani alla Casa Bianca di Bill Clinton. Tema del consesso: difendere la libertà religiosa attraverso la democrazia.

Ricorda, l’ambasciatrice, che la “reciproca difesa della libertà religiosa” è una “priorità condivisa” di Santa Sede e Stati Uniti, una “opportunità” di fronte agli attacchi che sono mossi alla religione e al suo libero culto. Segue la lista degli esempi. Il primo è la Birmania, con i suoi Rohingya musulmani costretti a fuggire dalle persecuzioni delle autorità governative; poi il Nicaragua, teatro delle violenze contro i cristiani; quindi la Nigeria, sconvolta dai terroristi islamici di Boko Haran. Segue, a questo punto, la Cina.

Gingrich evita il richiamo diretto ai cattolici, abilmente solleva il caso dei musulmani uiguri e dei loro correligionari cosacchi, ricorda che di fronte alle persecuzioni delle comunità islamiche “difendere la libertà religiosa è un imperativo che riguarda la sicurezza nazionale”. Qualcosa che “rende una nazione più prospera, sicura e tutelata”. Non a caso Donald Trump “ha fatto di questo tema una priorità”.

Preparato il terreno, la parola viene ceduta al Segretario, il cui curriculum di servitore dello Stato a partire dalla ferma nella Marina è stato ripercorso all’inizio della sessione. Pompeo evoca un precedente per dimostrare come i difensori della libertà religiosa siano stati sempre sottoposti a dure prove. Si tratta di padre Berhard Lichtenberg, rettore della cattedrale di Santa Edvige a Berlino. Un incarico che lo rese inviso al nazismo per la sua costante difesa degli ebrei: arrestato, inviato in un campo di concentramento. Venne beatificato da Giovanni Paolo II nel 1996.

Si tratta anche oggi di ergersi nella difesa della “sacrosanta libertà religiosa” che è alla base della “pace e del rispetto della dignità dell’uomo”, scandisce Pompeo. Non solo: per gli Stati Uniti è un pilastro della politica estera, “elemento fondativo centrale” di essa.

“Anche i secolaristi tentano di calpestare la libertà religiosa”, concede il Segretario di Stato, ma il suo intervento è incentrato sull’impossibilità dei regimi totalitari e tirannici di ammettere il libero culto sul proprio territorio. In Cina, poi, il Partito Comunista ha la pretesa di essere “la suprema autorità morale” nella piena “mancanza di ogni legittimazione democratica”.

Pompeo: “Gli Uiguri non sono le uniche vittime”

Un sistema di cui “gli Uiguri non sono le uniche vittime”: anche lui cita i cosacchi e non manca però di fare riferimento “ad ogni comunità religiosa”. I comunisti cinesi infatti “non risparmiano certo i cattolici”. Segue l’elenco delle accuse: chiese “dissacrate e distrutte”, laici e religiosi arrestati, immagini di Cristo rimpiazzate con i ritratti di Mao.
Pompeo torna quindi a citare Giovanni Paolo II che “seppe assumersi il rischio di difendere la libertà”.

Cita anche Jacques Maritain, il Segretario di Stato, ed il suo avallo nei confronti della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del ’48. Ripercorre il ruolo delle Chiese cattolica e protestante nella riunificazione tedesca e nella sconfitta del comunismo, ribadisce che Benedetto XVI considerava il rispetto della libertà religiosa e dei diritti umani “la cartina tornasole” del rispetto della persona umana. Lo stesso Papa Francesco, aggiunge a questo punto, “ha più volte pronunciato le sue esortazioni” a riguardo. Si tratta di “opporsi ai regimi tirannici” e “sostenere quanti si battono per la libertà religiosa, secondo l’insegnamento di Giovanni Paolo II”.

Gli uomini di governo, aggiunge Pompeo, “devono rendere la democrazia una cosa possibile” ma soprattutto “chiedo a ogni leader di fede di trovare il coraggio di affrontare la persecuzione religiosa contro le proprie comunità e quelle di altre fedi”. Nello Yemen, ad esempio. Ulteriore citazione di Giovanni Paolo II e delle sue prese di posizione: “esattamente 20 anni fa canonizzava in Vaticano Agostino Zhao Rong e 119 suoi compagni” martiri della fede in Cina. “Bisogna continuare a combattere” sulle orme di Wojtyla, conclude, “possa la Chiesa e tutti coloro che sanno che dovremo rendere conto a Dio essere audaci nel nostro tempo”.

Ecco la risposta di monsignor Gallagher: essere liberi dal punto di vista religioso è importante anche dal punto di vista delle relazioni internazionali; anzi, è una “conditio sine qua non per il rispetto della persona umana” ed “una delle priorita’ della Santa Sede”. Ma a mettere in pericolo questa condizione essenziale sono anche i paladini “dei cosidetti nuovi diritti” che mostrano di non avere “comprensione o interesse nei confronti della realtà ontologica della persona umana e della dimensione essenziale della sua dignità trascencentale”.

Gallagher e il “politicamente corretto”

Si tratta di un “attacco contro la stessa società” che viene mosso “anche attraverso l’ideologia del politicamente corretto, nel nome della tolleranza e della non discriminazione”. Si arriva così al varo di “leggi che vanno contro la libertà di coscienza” e di pensiero nel nome di un atteggiamento sintetizzabile nella formula del “fai quello che vuoi”. E’ questa “la posta in gioco”, e se si parla di ruolo delle religioni per il rispetto della libertà di ognuno si deve pensare anche alla Dichiarazione sulla Fraternità Umana firmata da Papa Francesco nel 2019 con le autorità religiose musulmane a Dubai. Concetti, quelli della Dichiarazione, che si ritroveranno anche nell’imminente enciclica che verrà pubblicata alla fine della settimana.

Quindi, uscendo dal simposio, il religioso sottolinea: nessun Paese è stato citato da me. Non cito nessuno, non biasimo nessuno. E cita esplicitamente il tentativo in corso di strumentalizzare Bergoglio da parte della attuale amministrazione americana. “E’ una delle ragioni per cui il Papa non riceve” Pompeo, dice. Anche se il motivo ufficiale finora addotto era che il Pontefice intendeva tenersi fuori dalla campagna elettorale americana.

Vedi: Scintille Pompeo-Gallagher su Cina e religione
Fonte: cronaca agi