Scienza: Inaf, da Mur 1,3 mln euro per chimica dischi planetari

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Il progetto sarà condotto in un osservatorio storico di Inaf, “che vanta una consolidata tradizione nello studio della chimica delle prime fasi di formazione delle protostelle di tipo solare e nel confronto con le comete e gli oggetti del sistema Solare”, aggiunge. Rispetto all’importo inizialmente richiesto, il ministero ha riconosciuto una quota aggiuntiva del 10% (circa 120mila euro) al progetto quale riconoscimento per l’inserimento in Inaf e il rientro in Italia della ricercatrice. Il finanziamento complessivo è stato erogato nell’ambito del macrosettore Physical Sciences and Engineering – Universe Sciences del Fis 2. I fondi Fis sostengono ogni anno progetti di ricerca altamente innovativi nei principali settori scientifici, seguendo il modello dell’European Research Council (Erc). A livello nazionale, lo stanziamento totale del Mur è stato di 338 milioni di euro. “Dopo anni di formazione all’estero – racconta Bianchi – questo progetto rappresenta per me una straordinaria opportunità di rientrare in Italia e nello specifico in Inaf, di costruire un gruppo di ricerca in astrochimica e di contribuire alla formazione dei ricercatori di domani. Grazie alle nuove infrastrutture e ai vari progetti europei portati avanti all’Inaf di Arcetri, siamo pronti a sviluppare le collaborazioni interdisciplinari necessarie per affrontare le sfide che il campo dell’astrochimica richiede. Inoltre, questo è un momento particolarmente stimolante, poiché l’Italia e l’Inaf stanno investendo significativamente nei telescopi di nuova generazione, come il radiotelescopio dell’osservatorio Ska, che apriranno nuove possibilità per sviluppi significativi nell’ambito della formazione planetaria e dell’astrochimica”. Grazie al Fondo Italiano per la Scienza – Fis 2 erogato dal ministero dell’Università e della Ricerca, il progetto ‘Astrochemical study of early embedded disks (Iseeds) riceve 1,3 milioni di euro per indagare la formazione dei pianeti oltre il sistema solare. A guidarlo sarà Eleonora Bianchi, ricercatrice dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), insieme a un team di cinque esperti in astrochimica osservativa, data mining, machine learning e data science. Il progetto ‘Iseeds’, che partirà a ottobre 2025, “letteralmente significa ‘studio astrochimico di giovani dischi oscurati’ – spiega Bianchi – ed è dedicato all’analisi della fisica e della chimica dei dischi protostellari, l’ambiente in cui prendono forma i sistemi planetari. Per la prima volta, ‘Iseeds’ esplorerà dischi giovanissimi ancora immersi nella loro nube molecolare, svelando le prime fasi della formazione di pianeti simili al nostro. Quanta massa è disponibile nel disco per la formazione dei pianeti? Qual è la composizione chimica dei dischi, che verrà ereditata dai pianeti in formazione? Quando e come crescono i grani di polvere nel disco fino a formare i planetesimi? Queste sono alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere nei prossimi tre anni”, sottolinea Bianchi. Grazie al finanziamento ottenuto e “attraverso il nostro innovativo approccio interdisciplinare – prosegue la ricercatrice – con ‘Iseeds’ saremo capaci di sfruttare appieno l’enorme quantità di dati generata dai moderni telescopi”. Rientrata di recente in Italia dopo un post-doc di cinque anni presso l’Institut de Planétologie et d’Astrophysique di Grenoble e un’esperienza di ricerca di due anni presso l’Excellence Cluster Origins di Monaco di Baviera, Eleonora Bianchi si prepara ora ad avviare il progetto in Italia, presso l’Inaf-Osservatorio astrofisico di Arcetri. Il gruppo si occuperà dello sviluppo delle linee di ricerca e delle infrastrutture necessarie per la raccolta e l’analisi dei dati. (AGI)


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