Catania, 31 ottobre – Un recente scandalo di corruzione ha scosso il progetto di restyling della stazione marittima del porto di Palermo. L’accusa principale riguarda il direttore tecnico, Francesco Tricarico, e il direttore di cantiere, Rosario Cavallaro, entrambi coinvolti in presunte estorsioni nei confronti delle ditte subappaltatrici coinvolte nei lavori. Le indagini, condotte dai finanzieri del comando provinciale di Palermo, hanno portato all’arresto domiciliare dei due indagati.
L’Accusa di Corruzione
Secondo l’accusa, Tricarico e Cavallaro avrebbero richiesto pagamenti illeciti alle ditte subappaltatrici, minacciando la sospensione dei lavori in caso di rifiuto. Le somme richieste avrebbero raggiunto il 30% del valore dei lavori affidati. In un caso specifico, si è scoperto che il titolare di una delle imprese avrebbe pagato 80.000 euro, di cui 45.000 in contanti e 35.000 tramite bonifici bancari con causali fittizie, su un conto corrente intestato alla madre del direttore di cantiere.
Minacce e Ritorsioni
Le minacce non si sono limitate al ricatto finanziario. I subappaltatori che hanno rifiutato le richieste di pagamento extra avrebbero subito pesanti ritorsioni, tra cui controlli a sorpresa e ritardi nei pagamenti delle fatture, fino alla mancata liquidazione di parte delle stesse. In alcuni casi, i due indagati avrebbero suggerito alle ditte subappaltatrici di utilizzare prodotti di qualità inferiore rispetto a quelli previsti nel capitolato, mettendo a rischio l’incolumità pubblica.
Questo scandalo ha sollevato seri dubbi sulla gestione dei lavori di restyling della stazione marittima di Palermo. La corruzione e le estorsioni da parte dei responsabili della società Socotramo srl di Roma hanno gettato un’ombra sul progetto e sollevato domande sulla trasparenza e l’etica nella gestione di appalti pubblici. Le indagini sono ancora in corso, ma questo caso mette in evidenza la necessità di una maggiore vigilanza e controlli per prevenire la corruzione in progetti pubblici di questa portata.