L’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei ha condiviso il “Manifesto per il superamento delle povertà sanitarie” delle Federazioni e Consigli nazionali dei Professionisti della Salute.
In particolare i rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie e sociosanitarie, Fnomceo, Fnopi, Fno Tsrm e Pstrp, Fofi, Fnopo, Fnovi, Fncf, Cnop, Fnofi, Fnob, Cnoas, “condividono e si riconoscono in un insieme di valori comuni, dai quali partire per mettere in campo azioni di contrasto alle diverse forme di povertà sanitaria e alle disuguaglianze nella tutela della salute”.
Nell’ottica di contrastare le povertà sanitarie e le disuguaglianze nell’accesso alle cure, nel Manifesto, le Federazioni e i Consigli nazionali, tra le altre cose, “si impegnano a promuovere e sostenere attività, quali Enti sussidiari dello Stato, al fine di garantire un’effettiva equità nell’accesso alle cure e l’eguaglianza di tutti i cittadini nell’esercizio del diritto alla tutela della propria salute; supportare politiche efficaci per un adeguato finanziamento degli obiettivi di salute nell’ottica dell’interesse dell’intera collettività”.
Nel testo si chiede al governo il rispetto dei “principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità che sono alla base” del Servizio Sanitario, “garantendo la sostenibilità economica dei livelli essenziali di assistenza attraverso un coerente finanziamento del fondo sanitario nazionale”. Inoltre al governo e al Parlamento si chiede “di adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche, nonché alle condizioni di deprivazione e di povertà sociale, condizioni che inevitabilmente determinano variazioni anche sui costi delle prestazioni”; “di agire in modo da garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali per il contrasto alle diseguaglianze nell’accesso alle cure e all’assistenza”. Infine al Parlamento si chiede “di scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale” del Servizio Sanitario e “di addivenire quindi alle decisioni migliori per garantire l’equità nell’accesso alle cure a tutti i cittadini, come presidio di democrazia e di civiltà”. (AGI)
RED