Sánchez inaugura il semestre spagnolo (ma potrebbe non terminarlo)


 

Di Roberta Cavaglià

Il presidente va a Kyjiv da Zelensky nel primo giorno in cui Madrid guida il Consiglio dell’Ue. L’Ucraina è tra le quattro priorità, ma gli eventi principali saranno in autunno perché il 23 luglio ci sono le elezioni anticipate. Più di un governo del sodalizio Pp-Vox, le altre capitali temono l’instabilità politica

Il presidente spagnolo Pedro Sánchez inaugura oggi il primo giorno del semestre spagnolo alla guida del Consiglio dell’Unione europea incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev. Gli aiuti economici all’Ucraina e la sua adesione all’Unione saranno due dei temi centrali dell’agenda spagnola, insieme alla riforma delle norme fiscali e del mercato elettrico europeo e al potenziamento delle relazioni con l’America Latina.

Sullo sfondo, le elezioni generali che si terranno in Spagna il 23 luglio, il cui risultato potrebbe portare alla nomina di un nuovo presidente o, ancora peggio per l’Ue, a un periodo di paralisi politica. Nella bozza del rapporto della Commissione mista Congresso-Senato sull’Unione Europea ottenuta da El País emergono le quattro priorità della presidenza spagnola: fisco, energia, relazioni con l’America Latina e Ucraina.

Il documento prevede infatti che nei prossimi mesi la Spagna si impegni a riformare le regole fiscali del patto di stabilità e crescita e a favorire politiche di armonizzazione che mettano fine all’esistenza dei paradisi fiscali all’interno dell’Ue.

A livello energetico, l’obiettivo è rendere gli Stati europei indipendenti dal gas russo ed evitare che vengano destinati nuovi investimenti a infrastrutture che producono energie fossili. Su questo tema, il documento contiene anche la proposta di creare un codice di condotta a tutela dei diritti umani e dell’ambiente che le aziende europee dovranno rispettare sia nel territorio comunitario che nei Paesi al di fuori dell’Unione.

A otto anni dall’ultimo summit, il 17 e il 18 luglio a Bruxelles si terrà il vertice Ue-Celac (Comunidad de Estados de Latinoamérica y el Caribe), un primo passo per creare una «rinnovata alleanza strategica» tra i Paesi europei e quelli latinoamericani. Per l’Unione, è l’occasione per recuperare parte del terreno perso negli ultimi anni con l’avanzata della Cina concludendo le negoziazioni con il Mercosur e rinnovando gli accordi commerciali con Cile e Messico.

Rispetto all’Ucraina, nel rapporto si legge che «la presidenza spagnola dovrà servire per far tornare l’Unione europea un attore centrale nella risoluzione del conflitto». L’inizio del semestre spagnolo alla guida del Consiglio dell’Ue coincide poi con la revisione delle norme sul bilancio a lungo termine (2021-2027), che include nuovi aiuti economici all’Ucraina pari a cinquanta milioni di euro, e con il pieno delle trattative per l’adesione dell’Ucraina all’Unione.

«Dobbiamo assicurarci che l’Unione sia pronta ad accogliere nuovi membri», ha dichiarato a Politico Lars Danielsson, rappresentante permanente della Svezia presso l’Unione europea, rispetto alle domande di adesione all’Ue di Ucraina, Moldavia e Georgia. Danielsson, che ha avuto un ruolo centrale durante il semestre svedese alla guida del Consiglio che si è appena concluso, ha sottolineato che le discussioni non dovrebbero più concentrarsi sulla modifica dei trattati, ma quella delle policy, citando le politiche europee sull’agricoltura, sulla coesione e sul funzionamento delle istituzioni.

Secondo Danielsson, un’altra questione che la Spagna non dovrà sottovalutare nei prossimi mesi è la tensione tra la Serbia e il Kosovo. «Durante la nostra presidenza abbiamo organizzato molti meeting bilaterali, ma grandi progressi nelle negoziazioni tra gli Stati del Balcani non ce ne sono stati», ha ammesso il diplomatico svedese.

A sei giorni dall’inizio della campagna elettorale e a tre settimane dalle elezioni generali, la Spagna affronta questo incarico internazionale in un momento di enorme tensione politica, che si riflette bene nella scelta del presidente Sánchez di posticipare il discorso di presentazione della presidenza spagnola di fronte agli eurodeputati a settembre.

Da oggi al 17 agosto, giorno in cui si insedierà il nuovo Congresso dei Deputati, la delegazione guidata da Sánchez avrà già organizzato numerosi incontri, tra cui il summit Ue-Celac, ma la maggior parte dei meeting più importanti – come il summit dell’Alhambra, che riunirà a Granada quarantaquattro leader europei – è prevista per l’autunno.

«A livello logistico e politico, il caos è assicurato», ha affermato una fonte diplomatica a Politico. Ancor più di un cambio di governo in corsa, però, lo scenario che i funzionari dell’Ue temono davvero è un altro: la paralisi politica legata all’impossibilità di formare un nuovo esecutivo.

Al momento, il vantaggio del Pp nei sondaggi e il suo sodalizio con l’estrema destra di Vox – con cui ha preso accordi per governare in centoquaranta comuni – sembra tenere, scongiurando i peggiori incubi. Nonostante le apparenze, tuttavia, la strada per il 23-J, la sigla con cui in Spagna si indicano le prossime elezioni, è ancora molto lunga.

 

FONTE: linkiesta.it/