Salute: Toscana, in sovrappeso 17% bimbi, 20% madri e 43% padri


In Toscana il 17% dei bambini è sovrappeso, il 5,7% è obeso e l’1,3% è gravemente obeso. L’eccesso ponderale complessivo è del 24% contro una media italiana del 28,8%. La prevalenza dell’obesità è stazionaria, mentre il sovrappeso è diminuito, passando dal 22,5% nel 2008 al 17% nel 2023, secondo il report ‘OKkio alla SALUTE 2023’. Il sistema di sorveglianza nazionale è nato dalla collaborazione tra scuola e sanità per raccogliere informazioni sullo stato ponderale, stili alimentari e abitudine all’esercizio fisico di un campione rappresentativo di bambini delle scuole primarie, in modo promuovere e valutare gli interventi di promozione della salute avviati.
Per la Toscana l’indagine viene attuata con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale e con il coordinamento scientifico dell’università di Siena.
“È la settima indagine”, spiega l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini, “che conduciamo in Toscana. Dai dati emerge che il 92,9% dei nostri studenti ha una mensa, l’84,5% ha dei programmi di educazione nutrizionale e curriculare, il 96,4% offre programmi di rafforzamento dell’attività motoria. Sono percentuali di rilievo che testimoniano come sia importante proseguire con l’attività di educazione alimentare e come resti fondamentale il contributo di genitori e scuole”.
I dati riferiti dai genitori mostrano che in Toscana il 20,7% delle madri è sovrappeso e il 6,5% è in condizione di obesità; i padri, invece, sono nel 43,6% sovrappeso e nel 10,6% obesi. Quando almeno uno dei due genitori è sovrappeso il 18,1% dei bambini risulta sovrappeso e il 7,6% obeso; con almeno un genitore obeso il 26% dei bambini è sovrappeso e il 12,8% obeso. L’associazione tra l’abitudine a non consumare la prima colazione e il maggior rischio di sovrappeso è ampiamente dimostrata da numerosi studi. In Toscana la percentuale dei bambini che ha consumato la colazione il mattino dell’indagine è pari al 91%, dato in linea con i precedenti risultati, ma solo il 58,3% di loro ha fatto una colazione adeguata. Il 32,6% ha consumato una colazione qualitativamente non adeguata, mentre il 9% non consuma abitualmente questo pasto.
Nel 2008 l’11,2% dei bambini consumava una merenda di metà mattina adeguata, costituita da un frutto o uno yogurt, nel 2023 questa frequenza è aumentata fino al 36,2% del campione. I bambini che assumono 5 porzioni di frutta e/o verdura al giorno, come raccomandato dalle linee guida internazionali, sono ancora pochi anche se la percentuale è aumentata nel tempo passando dal 2,2% del 2008 al 6,4% del 2023. Sono circa il 20,2% coloro che consumano quotidianamente bibite zuccherate e/o gassate, percentuale ancora alta rispetto al valore desiderato. Si osserva un decremento rispetto al passato: infatti, i bambini che ne facevano un uso quotidiano erano il 37,3% nel 2008.
Secondo l’Oms, i giovani in età compresa tra i 5 e i 17 anni dovrebbero svolgere quotidianamente almeno 60 minuti di attività fisica intensa-moderata, queste attività includono il gioco, lo sport, le attività ricreative e l’educazione fisica in contesti familiari, scolastici e di comunità. Nel complesso, nel 62,1% delle classi delle nostre scuole si svolgono normalmente almeno 2 ore di educazione fisica a settimana e nel resto delle scuole solo un’ora settimanale. Nel pomeriggio antecedente all’indagine, dopo la scuola, il 77,3% del totale dei bambini ha giocato all’aria aperta e il 47,9% ha fatto attività sportiva strutturata, mentre il 12,1% del campione è risultato inattivo. In generale solo il 2,6% svolge almeno un’ora al giorno di attività sportiva strutturata, come raccomandato per l’età; i giochi di movimento almeno un’ora al giorno tutti i giorni sono praticati solo da 3 bambini su 10 (32,2%).
È alta la percentuale di bambini che trascorrono al televisore o ai videogiochi/tablet/cellulare più di 2 ore al giorno durante un normale giorno di scuola, sono ben il 40,9%. L’abitudine alle attività sedentarie sottrae spazio al movimento e al gioco libero e può essere uno dei fattori che contribuisce all’aumento di peso. “Il trend mostrato dalla ricerca”, conclude l’assessore Bezzini, “è incoraggiante. E questo ci spinge a proseguire nell’opera di monitoraggio e soprattutto di educazione alimentare e verso la proposta di stili di vita sempre più corretti perché è questo il modo migliore per prevenire numerose patologie e avere una popolazione sempre più in salute, a partire dall’età giovanile”. (AGI)
SEP