Sebbene la maggior parte dei Paesi Ue/See segnali una copertura vaccinale superiore al 90% a livello nazionale, i dati subnazionali rivelano un quadro molto più eterogeneo, con solo il 39% dei distretti segnalanti che raggiungono il 90% di copertura vaccinale, il che richiede una valutazione costante delle strategie di vaccinazione e della copertura vaccinale da prospettive sia nazionali che subnazionali. Inoltre, secondo le stime dell’Ecdc, circa 600mila bambini di età compresa tra 12 e 23 mesi potrebbero non aver ricevuto un ciclo completo di vaccinazione primaria contro la poliomielite nel 2022 e nel 2023.
Il rischio complessivo tra le popolazioni vaccinate è valutato come molto basso, indipendentemente dall’entità della copertura vaccinale. Il rischio complessivo tra le popolazioni sotto-o non vaccinate è valutato come basso nelle aree con elevata copertura vaccinale e moderato nelle aree con bassa copertura vaccinale. In caso di casi di poliomielite, gli Stati membri dovrebbero attivare un piano nazionale di risposta; i medici, in particolare i pediatri, dovrebbero essere informati della possibilità di casi di paralisi flaccida acuta (Afp) causati dal poliovirus.
Sulla base della valutazione, l’Ecdc raccomanda alle autorità sanitarie pubbliche di rafforzare i programmi di vaccinazione infantile di routine per raggiungere e mantenere almeno il 90% di copertura in tutti i livelli della società. Richiede inoltre campagne di recupero tempestive delle vaccinazioni mirate a individui con stato vaccinale incompleto o sconosciuto, in particolare nelle aree con copertura subottimale o in cui il campionamento ambientale ha rilevato il virus. Inoltre, si consiglia alle autorità di mantenere scorte adeguate di vaccino inattivato contro la poliomielite e di garantire che tutte le popolazioni con una storia sconosciuta di vaccinazione contro la poliomielite ricevano il vaccino.Tra settembre e dicembre 2024, quattro Paesi dell’Ue/See (Finlandia, Germania, Polonia e Spagna) e il Regno Unito hanno segnalato rilevamenti di poliovirus di tipo 2 derivato da vaccino (cVDPV2) circolante in campioni di acque reflue. Questa è la prima volta che il cVDPV2 è stato rilevato nei Paesi dell’Ue/See dalla sorveglianza ambientale. Ad oggi non sono stati segnalati casi di poliomielite umana e l’Ue/See continua a essere esente da poliomielite ma tali risultati richiedono una maggiore vigilanza.
Le analisi di laboratorio indicano probabilmente che il virus è stato ripetutamente introdotto da un’area sconosciuta in cui quella specifica forma è ancora in circolazione. Queste recenti importazioni potrebbero rappresentare una minaccia per la salute pubblica nell’Ue/See e dovrebbero essere monitorate attentamente secondo una valutazione rapida del rischio pubblicata oggi dall’Ecdc sull’argomento. “L’Europa è libera dalla poliomielite da oltre 20 anni. Dobbiamo restare vigili, mantenere alti i tassi di vaccinazione e colmare eventuali lacune vaccinali esistenti per prevenire qualsiasi ritorno di questa grave malattia”, ha affermato Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’Ecdc.
Il poliovirus è altamente contagioso e può essere trasmesso facilmente e silenziosamente in ampie aree geografiche. Pertanto, mentre l’Ue/See continua a rimanere libera dalla poliomielite, è fondamentale mantenere un’adeguata immunità indotta dal vaccino. La poliomielite è una malattia potenzialmente debilitante e non è disponibile alcuna terapia specifica contro: la vaccinazione è l’unico metodo efficace per proteggersi dalle gravi malattie causate dal poliovirus. (AGI)
Salute: Ecdc, poliovirus nelle acque reflue di 4 Paesi Ue
