Saad Hariri prova a formare il governo di un Libano in crisi  


AGI L’ex premier Saad Hariri è stato incaricato dal presidente libanese Michel Aoun di formare il nuovo governo del Libano. E’ la quarta volta per il leader sunnita che deve affrontare un Paese devastato dalla crisi economica, aggravata dall’esplosione che ad agosto ha distrutto il porto e provocato ingenti danni a mezza città, oltre che l’epidemia di Covid.

Saad, figlio del defunto premier Rafiq Hariri morto in un attentato di Hezbollah il giorno di San Valentino del 2005, aveva guidato il paese dal 2009 al 2011 e dal 2016 all’anno scorso, quando si era dovuto dimettere sotto la pressione delle manifestazioni popolari. Il suo successore Hassan Diab è durato poco ed è stato travolto lo scorso agosto dalle durissime proteste seguite alla duplice esplosione che ha devastato il porto e parte della città e ha provocato oltre 200 morti.

Mustapha Adib, l’uomo scelto dal presidente libanese per cercare di formare un governo tecnico in linea con le richieste avanzate dal leader francese Emmanuel Macron, non è riuscito nell’incarico e poco meno di un mese fa ha dovuto gettare la spugna.

Dopo intense consultazioni e veti incrociati, Hariri è riuscito a raccogliere il consenso necessario tra i blocchi parlamentari per ottenere il mandato. Il 50enne è un veterano della politica libanese, categoria finita nel mirino dei manifestanti scesi massicciamente in strada negli ultimi 12 mesi contro la corruzione, la crisi economica e l’immobilismo clientelare dei vertici del Paese, spartiti secondo linee confessionali. “La gente dice che tutti i partiti sono responsabili, me compreso. Sì, siamo responsabili”, aveva riconosciuto in una rara intervista televisiva all’inizio del mese.

Nel 2017 il leader sunnita era stato al centro di un giallo: aveva annunciato le dimissioni da primo ministro mentre si trovava in Arabia Saudita e aveva accusato Hezbollah di destabilizzare la regione. La mossa aveva scatenato una ridda di voci e domande, che si erano concluse con il suo ritorno all’incarico. L’anno successivo, alle elezioni parlamentari, il Movimento Futuro di Hariri aveva perso un terzo dei seggi, mentre il movimento sciita filo-iraniano ne era uscito rinforzato. Ad Hariri erano quindi serviti ben otto mesi per formare un nuovo governo che poi è però durato meno di un anno.

Il primo ministro incaricato, che ha  ottenuto il sostegno di 65 deputati, ha già annunciato che formerà un governo di esperti non appartenenti ad alcuna fazione la cui missione sarà di attuare le riforme proposte nel quadro dell’iniziativa promossa dalla Francia. Hariri ha dichiarato che si impegnerà per formare rapidamente un governo, affermando che “il tempo sta per scadere” e che questa “è l’unica possibilità per il nostro paese”. 

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Fonte: estero agi