Aleksei Navalny, l’attivista anti-corruzione che per più di un decennio ha guidato l’opposizione politica nella Russia di Vladimir Putin, è morto. Il decesso del dissidente e oppositore russo è stata annunciato in tarda mattinata dal Servizio penitenziario federale russo, secondo cui Navalny, 47 anni, ha perso conoscenza dopo aver fatto una passeggiata nella prigione di sicurezza dell’Artico russo dove era stato trasferito alla fine dell’anno scorso. La sua ultima apparizione pubblica risale a ieri: Navalny era comparso in udienza in tribunale in collegamento video, sorridente dietro le sbarre di una cella. “Le cause della morte si stanno accertando”, fa sapere ufficialmente il servizio penitenziario russo, mentre viene fatta filtrare alla tv di stato russa la versione che Navalny sarebbe morto a causa di una embolia.
Mosca non commenta direttamente, per ora. Ma la morte improvvisa dell’unico vero oppositore di Putin in Russia a poche settimane dalle elezioni generali, solleva più di qualche sospetto. Gli Stati Uniti e la Ue attaccano frontalmente Mosca. Per Washington si tratta di “un altro segno della brutalità di Putin. Qualsiasi cosa dirà Mosca, la Russia è responsabile della sua morte”, dice la vicepresidente Usa, Kamala Harris. “La Russia è responsabile”, aggiunge il segretario di Stato Usa Antony Blinken, seconco cui la morte dell’oppositore è la dimostrazione che il “sistema di Putin è debole e marcio”. La morte in carcere di Alksei Navalny “è un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime”, dice Ursula von der Leyen. “Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo” e la morte di Navalny “è un triste promememoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime”, aggiunge la presidente della Commissione.
Per Josep Borrell, capo della diplomazia europea, “in attesa di ulteriori informazioni, sia chiaro: questa è responsabilità esclusiva di Putin”. “Navalny è stato ucciso” e “Putin dovrà rispondere dei suoi crimini”, “Putin uccide sempre”, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani esorta le autorita’ russe a garantire che venga condotta un’indagine credibile sulla morte in carcere del leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny, dice la portavoce Liz Throssell.
Mosca punta invece l’indice contro l’Occidente e in particolare contro gli Stati Uniti. “Non abbiamo ancora i risultati dell’esame medico legale, ma le conclusioni dell’Occidente sono già pronte”, scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, Secondo Mosca gli Usa devono astenersi dal lanciare “accuse indiscriminate” sulla morte di Navalny e aspettare i risultati dell’esame forense del corpo.
Navalny, condannato a tre anni e mezzo di reclusione nel febbraio 2021 dopo essere tornato in Russia dalla Germania, dove si era rifugiato dopo il tentativo di avvelenamento con un agente nervino nell’agosto precedente., aveva numerose condanne che molto probabilmente lo avrebbero tenuto in prigione almeno fino al 2031 con accuse che secondo i suoi sostenitori erano in gran parte fabbricate nel tentativo di zittirlo. Navalny era stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione nel febbraio 2021 dopo essere tornato in Russia dalla Germania, dove si era ripreso da un tentativo di avvelenamento con un agente nervino nell’agosto scorso. Nel marzo 2022, ha ricevuto una condanna a nove anni per appropriazione indebita e frode, in un processo che gli osservatori internazionali hanno denunciato come “politicamente motivato” e “farsa”. Nell’agosto 2023 era stato condannato a 19 anni di carcere per “estremismo”.