Russia: Medvedev, adesione Ucraina a Nato “dichiarazione guerra”


L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha affermato che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarebbe una dichiarazione di guerra contro Mosca e che solo la “prudenza” da parte dell’alleanza potrebbe evitare che il pianeta venga ridotto in pezzi. I leader dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico si sono impegnati al vertice della scorsa settimana a sostenere l’Ucraina in un “percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla Nato”, ma hanno lasciato aperta la possibilità sui tempi dell’adesione.
Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo e voce di spicco tra i falchi del Cremlino, ha dichiarato al notiziario Argumenty I Fakty che l’adesione dell’Ucraina andrebbe oltre una minaccia diretta alla sicurezza di Mosca.
“Questa, in sostanza, sarebbe una dichiarazione di guerra, anche se con un ritardo”, ha detto in un discorso pubblicato oggi. “Le azioni che gli oppositori della Russia stanno intraprendendo contro di noi da anni, espandendo l’alleanza portano la Nato a un punto di non ritorno”. Secondo la linea del Cremlino, l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022, sarebbe una risposta alle minacce della Nato.
“Più tentativi di questo tipo ci saranno, più dure diventeranno le nostre risposte”, ha detto Medvedev. “Se questo manderà in pezzi l’intero pianeta dipende esclusivamente dalla prudenza della Nato”, ha sottolineato. Medvedev, che durante la sua presidenza dal 2008 al 2012 era considerato un modernizzatore filo-occidentale, si è reinventato come falco, avvertendo gli Stati Uniti e i suoi alleati che armare Kiev potrebbe portare a una “apocalisse nucleare”. Medvedev ha anche ribadito la linea di Mosca secondo cui la nomina di Mark Rutte a capo della Nato non cambierà la posizione dell’alleanza.
“Per la Russia non cambierà nulla, dal momento che le decisioni chiave non vengono prese dai paesi membri della Nato, ma da uno stato: gli Stati Uniti”, ha detto Medvedev.
La Nato è stata creata dopo la seconda guerra mondiale come difesa contro una eventuale invasione sovietica dell’Europa occidentale, ma la sua successiva inclusione dei paesi dell’Europa orientale è stata vista dal Cremlino come un atto di aggressione. (AGI)