Russia, fermata e  interrogata una collaboratrice di Navalny 


AGI – Le autorità russe hanno messo sotto inchiesta una collaboratrice di spicco di Aleksey Navaly, dopo un blitz per perquisire la sua abitazione a Mosca, accusandola di aver minacciato un uomo che secondo l’oppositore russo fa parte dell’Fsb e avrebbe partecipato al suo avvelenamento questa estate. 

Il Comitato investigativo, ha scritto su Twitter Ivan Zhdanov, capo del Fondo anti-corruzione (Fbk) istituito da Navalny, ha aperto un’inchiesta su Lyubov Sobol per violazione di domicilio privato “con l’uso della violenza o minaccia di usarla”.

In realtà, la violenza è stata quella usata dalle forze di sicurezza che hanno fatto irruzione nella casa di Sobol, avvocato all’Fbk e tra i più stretti collaboratori di Navalny, buttando giù la porta e sequestrando tra le altre cose anche il cellulare della figlia.     

Nei giorni scorsi, la 33enne attivista si era semplicemente recata davanti all’abitazione di Konstantin Kudryavtsev, l’agente dell’Fsb esperto in armi chimiche che Navalny sostiene di aver ingannato in una telefonata, fingendosi un suo superiore, e facendogli confessare la responsabilità dei servizi segreti nel suo avvelenamento questa estate in Siberia.

Nella lunga telefonata di cui l’oppositore ha pubblicato un video, il presunto 007 rivela che l’agente nervino simile al Novichok che ha gettato tra la vita e la morte Navalny per settimane era stato probabilmente messo nei suoi slip.     

Poco dopo la pubblicazione della conversazione, Sobol si era recata all’indirizzo di Kudryavtsev, rivelato la settimana scorsa dalla maxi inchiesta di Bellingcat che, dati alla mano, ha fornito nomi e cognomi degli agenti dell’intelligence coinvolto nel fallito omicidio.

Lo scoop rimbalzato su tutti i media internazionali non ha mosso l’opinione pubblica russa: secondo un sondaggio del Centro Levada, metà dei russi crede che Navalny o non sia stato vittima del Novichok o che il suo avvelenamento se avvenuto è stato organizzato dagli 007 occidentali. 

Su quanto accaduto a Navalny a Tomsk, in Siberia, in Russia non è mai stato aperto un fascicolo, Cremlino ha sempre negato la responsabilità di apparati dello Stato nella vicenda e l’Fsb ha bollato la telefonata come un “fake” montato con l’aiuto dei servizi segreti stranieri.

“Sei in perfetta forma e cadi in coma per tre settimane dopo essere salito su un aereo e il Comitato investigativo sostiene che non ci sono elementi per aprire un’indagine. Sobol ha citofonato all’agente e il Comitato investigativo manda subito le forze speciali, apre un’inchiesta e requisisce telefoni e computer”, ha commentato su Twitter lo stesso Navalny.

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Fonte: estero agi