AGI “Ho ragioni profonde per il No, legate al mio attaccamento alla Carta e al nostro modello di democrazia rappresentativa e parlamentare. Un modello che da anni sta attraversando una crisi in tutti i Paesi che hanno una Costituzione ispirata ai principi della democrazia liberale. Ma il taglio draconiano del numero dei parlamentari non risponde nemmeno ad uno dei motivi di questa crisi. Anzi li aggrava”. Lo ha detto in una intervista ad Avvenire Rosy Bindi, ex presidente del Pd.
“Vedo il rischio – continua Rosy Bindi – di una deriva oligarchica e autoritaria strettamente legata alla delegittimazione del Parlamento. Non mi riferisco ai 5 Stelle. Per l’eterogenesi dei fini, sarebbero le opposizioni di destra, con la cultura dei ‘pieni poteri’, ad avvantaggiarsi rispetto alle forze che compongono questo governo. Un trionfo del Sì manderebbe in crisi l’esecutivo e darebbe argomenti alle destre populiste, sovraniste e demagogiche di questo Paese. Io per la Carta passo anche sopra i governi, sia chiaro. Ma se mi chiede se questo è un voto contro il Pd o l’alleanza con M5s, dico che non è assolutamente così. Oggi io sono senza patria partitica, ma faccio le mie battaglie. Rivendico che la difesa della Carta è nel dna dei cattolico-democratici. Così come la richiesta di politiche migratorie giuste e umane e la lotta alle disuguaglianze sociali”.
Vedi: Rosy Bindi: "Con il sì al referendum rischiamo una deriva autoritaria"
Fonte: politica agi