Fibrillazione elettorale in Romania: oggi gli elettori si recheranno alle urne per le elezioni legislative mentre il secondo turno delle presidenziali è previsto per l’8 dicembre. Un appuntamento atteso, dopo il risultato-choc della scorsa settimana che ha visto prevalere Calin Georgescu, esponente di estrema destra poco noto, ammiratore del presidente russo Vladimir Putin, che ha ottenuto un risultato sorprendente grazie anche al forte exploit su TikTok, condizione che ha sollevato dubbi e accuse di interferenze esterne nel voto. Ma l’incertezza aleggia, dopo che ieri la Corte suprema ha ordinato un riconteggio del voto del primo turno: i giudici si riuniranno nuovamente lunedì prossimo e decideranno sull’eventuale annullamento, con conseguenze anche per il ballottaggio.
Intanto, i partiti di estrema destra sperano di capitalizzare lo slancio alle legislative e i sondaggi li danno attualmente in testa con oltre il 30% delle preferenze. Le elezioni parlamentari saranno attentamente monitorate dall’Occidente, tra i timori per un cambiamento nella politica estera della nazione che fa parte di Ue e Nato. Il Paese di 19 milioni di persone ha finora resistito al crescente nazionalismo nella regione, ma gli esperti affermano che si trova ad affrontare una situazione senza precedenti a causa della rabbia popolare per un’inflazione record e una classe politica considerata incompetente e arrogante. Secondo gli analisti, dalle elezioni di domani emergerà un Parlamento frammentato, con conseguenti negoziati difficili per formare un governo.
Diversi i partiti che si candidano: tra quelli di estrema destra, ci sono Aur – il cui leader George Simion era dato tra i favoriti alle presidenziali e ha ottenuto il 14% dei voti – e SOS Romania, guidato dalla filo-Cremlino Diana Sosoaca. Il Partito dei Giovani (Pot) di recente fondazione, entrato sulla scena politica dopo la sorprendente vittoria di Georgescu, potrebbe superare la soglia del 5% per entrare in Parlamento.
Tra i protagonisti della partita elettorale di domani, anche il partito di centro-destra Union Save Romania (Usr), la cui leader Elena Lasconi è chiamata al ballottaggio contro Georgescu, e i socialdemocratici (Psd) del primo ministro Marcel Ciolacu e il Partito Nazionale Liberale (Pnl), attualmente al potere in una coalizione ed entrambi reduci dalla pesante sconfitta elettorale alle presidenziali. (AGI)
SCA