Andrea Spezzacatena aveva appena compiuto 15 anni quando decise di togliersi la vita il 20 novembre 2012. Era un ragazzo apparentemente solare, con ottimi voti a scuola e un bel rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre Teresa Manes, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo a scuola, soprattutto dopo aver indossato dei pantaloni stinti da sua madre in un lavaggio sbagliato, diventati rosa. Da allora, attraverso libri e testimonianze nelle scuole, ne continua a parlare il più possibile: ha scritto un libro, ‘Andrea, oltre il pantalone rosa’ (edito da Graus), e il 27 dicembre 2021 il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere.
Adesso quella storia diventa un film, ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’, diretto da Margherita Ferri e interpretato da Samuele Carrino, Claudia Pandolfi, Andrea Arru, Sara Ciocca e Corrado Fortuna che verrà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela di Alice nella città alle ore 21.30 in sala Sinopoli.
La regista Margherita Ferri ha detto di aver voluto fare un film sulla vita, non sulla morte di Andrea, così come chiesto anche da sua madre. Sceneggiato da Roberto Proia e narrato dalla voce di Andrea dall’aldilà, il film racconta come il ragazzo sia arrivato a pensare di non avere altra via d’uscita e rappresenta un potente monito sulla pericolosità di quelle parole e di quei gesti che in apparenza ci possono sembrare innocui.
“E’ stato molto difficile fare parte di questo film, ma è stato estremamente facile farlo perché, in assoluto, questo è stato uno dei racconti più tosti della mia vita ma anche uno dei personaggi più semplici perché Teresa è curiosa, empatica. Con Andrea ha un rapporto felice, è una mamma libera, ha un rapporto bello col figlio e quindi cosa c’è di difficile guardare con amore il proprio figlio? Ciò che è stato davvero complesso è dimenticarli in tutto il resto”. Dopo una visione per le scuole a cui ha fatto seguito la conferenza stampa, Claudia Pandolfi, che interpreta la mamma di Andrea, spiega l’importanza di questo film e la partecipazione emotiva con cui l’ha fatto. “Io ho letto la storia, conoscevo la storia di Andrea Spezzacatena, non così nel dettaglio, ma poi ho incontrato Teresa e questo è stato uno degli incontri più dirompenti e significativi della mia vita – aggiunge la Pandolfi – ma qui parla però la donna, la mamma, non l’attrice, perché dal punto di vista puramente tecnico, questo film è stato un film semplice per me, dal punto di vista emotivo è impossibile da gestire, è come se ci fosse una corda emotiva e un campanaro che la suona costantemente. Questa emozione che era vibrante dentro di me è stato comodante a vederla in tutta la troupe”, aggiunge parlando dell’emozione nel girare la scena drammatica finale. “C’è sempre rispetto nelle troupe perché non stiamo giocando, sono professionisti – continua – ma credetemi che quel giorno c’era qualcosa di diverso. Quel giorno sapevamo tutti che era la conclusione del nostro film ma anche il momento più straziane della storia di Teresa e di Andrea e della famiglia di Andrea, quindi c’era un rispetto sacrale”.
Emozionata anche Arisa, autrice del brano che accompagnerà l’uscita del film che si intitola ‘Canta ancora’, canzone inedita che nel film diventa una lettera che Andrea dedica a Teresa. “Ho letto la sceneggiatura e mi ha preso tantissimo – racconta la cantautrice – ho letto le pagine una dopo l’altra come fossero patatine. Ho provato una grossissima emozione e ho avuto quasi una crisi di pianto. Da questa sceneggiatura si evinceva il tradimento della fiducia che Andrea aveva riposto negli amici e quindi ho rispolverato delle sensazioni che ho provato quando ero ragazzina – prosegue – quando Roberto (Proia, ndr) mi ha detto se avevo un’idea per una canzone, io mi sono voluta focalizzare sul grande amore tra Andrea e la mamma Teresa. Avevo scritto una canzone per mia madre quando avevamo avuto problemi a casa. Pensavo che non andasse bene perché è una canzone molto prolissa, profonda, una delle canzoni che adesso quasi non si usano più. E invece io glel’ho fatta ascoltare e lui giorno dopo giorno ha cominciato a scrivermi messaggi sul fatto che questa canzone fosse bella”.
“Per me è stata una grande soddisfazione, perché io mi sono cibata nella vita di canzoni che hanno fatto per me la differenza, che mi hanno dato una dimensione – aggiunge Arisa – quindi per me l’arte ha un valore, deve avere un valore di scolarizzazione, cioè un valore di cambiamento rispetto a quello che sta andando male nella società. Quindi, per me, partecipare a questa operazione di sensibilizzazione è un grandissimo onore, perché non c’è niente che mi rende più felice di fare qualcosa di utile. E quindi – conclude – ringrazio tutti e spero che la canzone sia solo un momento per cui viene sottolineato il messaggio di speranza”.
‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’ uscirà il 7 novembre distribuito da Eagles Pictures, ma prima, il 4, 5 e 6 novembre, ci saranno delle proiezioni mattutine solo per le scuole. (AGI)