Presentato il ricco programma della Stagione 2024-2025 del Teatro della Città. Al Brancati, debutto il 29 ottobre con Il malato immaginario di Molière per la regia di Salvo Ficarra. In cartellone, torna Pipino il Breve con Tuccio Musumeci
Fonte: Ufficio Stampa Teatro Brancati
Pièce brillanti, testi che hanno fatto la storia del teatro mondiale, drammaturgia contemporanea e riletture originali. E poi commedie di situazione, monologhi, workshop. Il Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale si accinge ad avviare la nuova, ricchissima Stagione 2024-2025 seguendo una linea guida volta a evocare lo stupore. Quello stesso stupore che gli adulti hanno perso e che sembra non appartenere più neanche ai bambini che oggi ritroviamo a occhi sgranati soprattutto per le brutture della vita e del mondo e non per la sua meraviglia. Una constatazione da cui è importante far partire una riflessione e su cui il teatro ha l’urgenza, nonché il dovere morale di agire. Il tutto nell’ottica di avviare un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento per la storia dell’Umanità dove mettere al centro dell’attenzione le azioni legate all’esistenza umana, partendo proprio dall’infanzia e riconsegnando agli occhi dei bambini di oggi il lampo della sorpresa. Il Teatro della Città, quindi, si pone l’obiettivo di cogliere ancora nello sguardo degli spettatori e degli adulti in generale, lo stupore infantile. Per ritornare ad emozionarsi, con il cuore e con la mente affinché anche l’anima si nutra. E tutto questo è possibile solo fornendo strumenti di comprensione della storia e della narrazione, ricordandosi sempre che non è possibile progettare il futuro e innovare senza conoscere il passato, la tradizione e focalizzarsi sul presente.
Seguendo questa linea guida sono stati impaginati i vari cartelloni e le rassegne della prossima stagione, sia nelle due sale catanesi – Teatro Vitaliano Brancati e Piccolo Teatro della Città – sia in quella siracusana (Teatro Massimo Città di Siracusa dove la stagione è stata presentata la settimana scorsa). E seguendo questa linea guida, ovviamente, continuano a prendere forma tutte le attività proposte dal Centro di Produzione Catanese attraverso un sempre imponente sforzo produttivo e attraverso una rete di partenariati con altre realtà che guardano avanti senza dimenticare il passato. Spazio quindi a ospitalità, produzioni, tournèe, workshop, laboratori, progetti internazionali e collaborazioni (da quella con la tradizione catanese con Arte Pupi Fratelli Napoli, con l’Università di Catania, con i teatri pubblici quali il Teatro Massimo Bellini, Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo di Palermo, Inda di Siracusa, nonché con la Fondazione Verga di Catania, con l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, con la Fondazione Giuseppe Fava e un interscambio continuo di proposte e attività con i vari progetti e organismi teatrali internazioL’inaugurazione della XV Stagione del Teatro Vitaliano Brancati, con la direzione artistica del Maestro Tuccio Musumeci, sarà martedì 29 ottobre, con un grande classico del teatro di tutti i tempi come Il malato immaginario di Molière, proposto nella nuova e originale produzione del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale con l’inedita regia di un attore, autore e regista straordinario come Salvo Ficarra. Protagonista dell’opera, che vanta anche le musiche di Lello Analfino, è il grande Angelo Tosto che diventa un capo comico perfetto nelle vesti di Argan. In scena Filippo Brazzaventre, Cosimo Coltraro, Giovanna Criscuolo, Emanuele Puglia, Giovanni Rizzuti, Daniele Bruno, Luca Fiorino, Anita Indigeno, Lucia Portale. Il tema della medicina, le controversie che genera, le passioni che scatena sono ancora oggi tema di dibattito pubblico e Salvo Ficarra riporta il testo alle sue origini per proporre uno spettacolo divertente e ironico. Un altro testo raffinato e colto di Molière, Le Intellettuali (Femmes savantes), è protagonista della seconda proposta della stagione (in programma dal 12 novembre). La commedia, per la regia di Giovanni Anfuso e con protagonisti Giuseppe Pambieri, Giorgio Lupano e Micol Pambieri, affonda le sue radici nella cronaca parigina del tempo, traendo origine da un episodio realmente accaduto. Un testo che, nonostante i suoi quasi 400 anni, ci invita a non sottometterci a nessun potere. Poiché è potere la cultura ed è potere l’ignoranza; è potere l’intellettuale di prestigio, ed è potere la serva di casa; è potere la tradizione ed è potere la novità; è potere il maschio ed è potere la femmina… È il potere a decidere della realtà di chiunque. Dal 26 novembre spazio alla drammaturgia contemporanea con Un Sogno a Istanbul di Alberto Bassetti, per la regia di Alessio Pizzech. Lo spettacolo, tratto dal bestseller di Paolo Rumiz La cotogna di Istanbul, vede protagonista Maddalena Crippa e Maximilian Nisi, nei ruoli dell’austera, misteriosa, selvaggia vedova Maša e dell’ingegnere austriaco Max. Una storia di grande forza e suggestione che parla di un amore potente che non trova modo di concretizzarsi. In scena anche Mario Incudine, che firma anche le musiche e Adriano Giraldi. Mario Incudine sarà anche il protagonista, dal 14 gennaio, di un’incursione nella storia della musica italiana con Parlami d’amore (Quando la radio cantava la vita), testo di Costanza Diquattro, regia di Pino Strabioli. Il cantautore e artista ennese, con Antonio Vasta al pianoforte e alla fisarmonica, danno vita a questo spettacolo che tra parole e musica racconta come la radio sia entrata nelle case degli italiani divenendo da un lato megafono della propaganda fascista e dall’altro mezzo di divulgazione musicale, dallo swing al jazz. L’istrionico Incudine rende omaggio alla canzone d’autore in una messa in scena leggera e scanzonata. Amori presunti e fantasiosi sospetti di una coppia in crisi sono al centro della commedia Da giovedì a giovedì di Aldo De Benedetti che, diretta da Ezio Donato, sarà in scena dall’11 febbraio. Sul palco Cosimo Coltraro, Evelyn Famà, Emanuele Puglia, Olivia Spigarelli daranno vita alle numerose situazioni che propongono contenuti sempre attuali: vita di coppia, infedeltà coniugale, psicologia femminile e sua impossibile comprensione da parte di quella maschile. Tutti temi trattati con leggerezza e ironia senza mai scadere in volgarità ma che suggeriscono riflessioni sulle relazioni affettive nell’ambito della famiglia e offrono spunti ironici di riflessione. Un salto nel Medioevo e precisamente alla vigilia di Natale del 1183, alla corte di Enrico II (uno dei re più spietati che la storia abbia mai conosciuto), è quello proposto con il dramma Il leone d’inverno di James Goldman che, diretto da Nicasio Anzelmo, sarà in scena dal 4 marzo. Un testo che, pur semplificando le manovre politiche, è basato sui dati reali ovvero i complotti, le orrende cospirazioni, le violente liti e scenate di gelosia, durante i giorni precedenti la morte del re. E un testo che, seppur nella chiarezza del materiale storico e documentato, parla di persone, caratteri e passioni, coerenti con i fatti storici eppure immaginari. Dalla storia più cupa del Medioevo alle pailletes dell’avanspettacolo con Piccolo Grande Varietà che vede Tuccio Musumeci – la cui meravigliosa carriera cominciò proprio dal genere, mettere in scena un secolo di storia con questo spettacolo di Marot’s, diretto da Mario Sangani. In scena dal 25 marzo, la pièce racconta appunto un “genere” e quei grandi artisti, come Totò, Macario, Taranto, Campanini, che ne hanno vissuto i momenti più esaltanti. Ritorna così oggi, a splendere la stella del Varietà, spettacolo che registra sempre grande successo. Dai Cafè-Chantant pullulanti di ballerine e di sciantose al Musical americano, passando per gli anni ’20 tra i tavoli dei raffinatissimi Tabarin ed i teatri di varietà veri e propri, con un continuo avvicendarsi di sketch, macchiette e canzoni. La commedia agrodolce Il turno di notte, scritta e diretta da Gianpiero Francese porta in scena, dall’1 aprile, il confronto tra le vite dei tanti operai che, a causa di una scossa di terremoto che blocca le porte di uscita, restano rinchiusi nel loro spogliatoio. Un evento che porta i protagonisti – interpretati da Giuseppe Centola, Gabriele Grano, Simona Ianigro, Dino Paradiso, Giuseppe Ranoia, Manola Rotunno, Erminio Truncellito – a parlare di sé stessi e a mettere in campo la risoluzione di un problema con un dirigente francese che non crede che le loro porte siano realmente bloccate. Una diffidenza scatena l’ira del delegato Giuseppe che ha dedicato la sua vita alla fabbrica… Il racconto tragicomico delle vicende che riguardano la famiglia Mezzalira è al centro di I Mezzalira – Panni sporchi fritti in casa terzo spettacolo di Agnese Fallongo e diretto da Raffaele Latagliata dedicato alla saga dei Mezzalira. In scena dal 29 aprile, lo spettacolo, interpretato da Tiziano Caputo, Agnese Fallongo e Adriano Evangelisti, si basa sul racconto di Giovanni Battista Mezzalira detto «petrusino», il più piccolo della famiglia, che traccia un vero e proprio arco della sua esistenza, in un caleidoscopio di ricordi che lo costringeranno a fare i conti con i fantasmi del passato e a scoprire di non essere stato il solo a custodire un segreto.
La stagione del Teatro Vitaliano Brancati si concluderà – dal 20 maggio – con un grande classico di Luigi Pirandello, Il piacere dell’onestà, per la regia di Alessandro Averone. Interpretato da Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Marco Quaglia, Gabriele Sabatini e Mauro Santopietro, il dramma pirandelliano è un testo spietato, che fin dal titolo pone l’accento sull’onestà, cardine di una presunta etica borghese e cuore pulsante del dramma. Il protagonista Angelo Baldovino è la prima figura di antieroe del drammaturgo siciliano, un perdente, un relitto, ma soprattutto un uomo solo, che ha fatto dell’isolamento la personale difesa da una società che lo ha spinto ai margini.
Fuori abbonamento
Oltre i 10 spettacoli in cartellone, la Stagione del Teatro Vitaliano Brancati propone due immancabili fuori abbonamento con protagonisti, rispettivamente, due beniamini del pubblico: Tuccio Musumeci e Miko Magistro. Il maestro Tuccio Musumeci, dal 10 dicembre, sarà ancora grande protagonista dello spettacolo cult della tradizione siciliana: il musical Pipino il breve dell’indimenticabile Tony Cucchiara che dopo il grande successo di pubblico e di critica che riscuote da ormai 50 anni è tornato con una produzione rinnovata del Teatro della Città, riscuotendo sempre un grandissimo successo. Dal 25 gennaio, invece, al Piccolo Teatro della Città, palcoscenico profondamente amato dal maestro Miko Magistro, andrà in scena la novità assoluta, ideata e diretta da Nicola Alberto Orofino, Non volevo, ma l’ho fatto: un one man show in cui l’attore e mattatore Miko Magistro si racconta senza filtri né riserve.