Riparare il sistema fiscale per un nuovo patto con le nuove generazioni


La riforma fiscale dovrà salvaguardare il principio di progressività del prelievo per rendere più equo e progressivo il nostro attuale sistema di tassazione diretta, sbilanciato nella ricerca predatoria delle sole entrate certe, quelle sul lavoro dipendente. Mentre i governi rendono sempre più inefficaci gli strumenti di controllo per l’evasione fiscale  

di Antonino Gulisano 

La riforma fiscale continua a essere protagonista delle discussioni politiche, anche in occasione della presentazione del decreto Sostegni bis. D’altronde, la legge-delega per la riforma del Fisco è attesa a luglio. Ma una cosa, anzi due, appaiono certe: non ci sarà né la flat tax né la tassa sull’eredità.

Draghi delinea il perimetro con i no alla proposta di Letta sulla tassa sull’eredità e anche alla flat tax di Salvini.

Fiscalità Progressiva

Il Presidente Draghi però ha più volte sottolineato come la riforma fiscale dovrà salvaguardare il principio di progressività del prelievo, sancito dalla Costituzione, per il quale banalmente chi più ha, paga di più (non solo in maniera progressiva, ma anche in modo proporzionale). È chiaro quindi che la riforma che ha in mente Draghi, delineata nei parametri sanciti dalla Costituzione, va in contrasto per definizione con la flat tax.

Obiettivo del suo governo: rendere più equo e progressivo il nostro attuale sistema di tassazione diretta, sbilanciato nella ricerca predatoria delle sole entrate certe, quelle sul lavoro dipendente. Mentre il precedente e l’attuale governo rendono sempre più inefficaci gli strumenti di controllo per l’evasione fiscale, il cui simulacro di lotta è stato definitivamente affossato con l’approvazione dello Scudo fiscale tra gli alti “lamenti” dell’opposizione assente. Tra l’altro, prevedere la sospensione dell’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette, come fa il cosiddetto scudo fiscale nella sua ultima versione, è una violazione della direttiva europea anti-riciclaggio. 

E secondo la giurisprudenza costante della Corte di giustizia, non solo qualsiasi giudice, ma anche qualsiasi autorità pubblica, è tenuta a disapplicare una norma interna, anche di rango primario, contraria alla disposizione di una direttiva, applicando invece quest’ultima. In questo caso, ciò vale in particolare per la Banca d’Italia e l’Unità d’Informazione Finanziaria.

A essere stata bocciata non è solo la proposta di Salvini: anche la tassa sull’eredità proposta dal segretario del PD Letta ha trovato il no secco di Draghi.

La proposta è la seguente: l’aumento della tassa di successione per i patrimoni sopra il milione di euro, così da riconoscere un bonus di 10.000 euro ai 18enni. Se da un lato è vero che la pandemia ha acuito le distanze sociali, per Draghi non è tramite la patrimoniale che si può colmare la distanza.

Contrasto d’Interessi nella dichiarazione fiscale
Un’altra piccola o grande riforma, mai ben vista dai governi finora succedutisi, è quella della totale deducibilità delle spese sostenute.

Si ha contrasto di interessi fra un venditore e un compratore quando la convenienza a evadere dell’uno trova un ostacolo nella convenienza a rendere nota la transazione al fisco da parte dell’altro e pensiamo che un impiego del “contrasto di interessi” genererebbe dei risultati nel lungo periodo del tutto inaspettati solo per il fatto che c’è un governo che dice di voler eliminare l’evasione fiscale e mette in campo degli strumenti dedicati: ponendosi così nel ruolo del genitore severo ma giusto più che nel ruolo del genitore permissivo.

Anche qui non si ritratta, come da più studi recepito, di uno strumento che produce direttamente maggiore gettito, semmai di una misura di moral suasion: ridurre l’evasione significa lotta reale alla criminalità organizzata ed equità nella distribuzione dei servizi sociali basati su dichiarazione fiscale.

A potenziale gettito zero lo stato restituirebbe significative imposte a chi oggi le paga, cioè soprattutto ai lavoratori dipendenti, prelevandole da chi oggi le evade. È un obiettivo di equità fiscale sufficiente a se stesso, da perseguire con tenacia, senza se e senza ma.

Si potrebbe iniziare con introdurre deduzioni al 100% su singoli settori: cure mediche prestate da liberi professionisti, privati che si rivolgono a liberi professionisti (commercialisti, avvocati, geometri) e i lavori di manutenzione ordinaria su immobili (idraulico, imbianchino, antennista elettricista), infine gli affitti. Introdurre una deduzione per questi quattro settori indubbiamente farebbe emergere base imponibile. È inutile poter dedurre lo scontrino del supermercato.

La via perseguita oggi è invece velleitaria sull’evasione, come del resto da 40 anni, e tartassante ulteriormente sui soliti noti. Fa cassa nell’immediato, certo, ma a prezzo della perversa ripetizione dell’iniquità fiscale.