di Patrizia Orofino
L’amore, quello vero non conosce genere o razza, ma nella sua più alta manifestazione di sentimenti oltre ogni confine, continua a lottare contro il falso perbenismo, che cerca ancora, di relegare apostrofando chi per sua scelta personale, decide d’amare secondo il proprio cuore un partner dello stesso sesso. Le manifestazioni annuali del Gay Pride, portano con se una storia di riscatto e di eguaglianza delle comunità LGBT a livello globale. Ogni racconto basato su avvenimenti reali, vuole essere fautore di valori umani che, devono rimanere ed essere ricordati nel tempo, per non perderne la memoria storica di chi ha vissuto sulla propria pelle l’emarginazione di genere; coloro che, ascoltano, testimonianze risalenti a fatti, date e luoghi, preserva lo scopo principale di mantenere nel tempo, insegnamenti d’ esempio e di onorabilità solidale. In questo caso, parleremo della nascita del Gay Pride; (orgoglio gay) erano gli anni della contestazione, ( anni sessanta) quando una rivolta, diede vita ai diritti per le parità di genere sessuale, conquistata dalle comunità LGBT negli states e successivamente in altre parti del globo. La città di Stonewall, nel Greenwich Village, storico quartiere di New York, oggi divenuto luogo simbolo, fu protagonista nella notte del 28 Giugno del 1969 di una vicenda scottante; uomini gay, donne lesbiche e trans gender, per la prima volta, affermavano la propria identità sessuale, chiedendo alle autorità politiche, ma anche alla gente comune, che venisse loro riconosciuta pari dignità come ogni essere umano a prescindere dal loro modo di sentire ed amare. Nell’immaginario collettivo, e per chi non conosce i fatti, si potrebbe pensare solo ad un fenomeno grottesco legato a quella generazione: non fu così. Allo “Stonewall Inn” noto locale (frequentato da omosessuali, lesbiche e transgender) quella sera come di consueto, era piena di gente, e i controlli della polizia erano frequenti, avendo l’ordine di controllare la “decenza” di quel posto. Cominciarono la “ronda,” ma qualcosa andò storto. La polizia oltre a controllare i presenti e schedarli solo perchè gay, dimenticando che, le vite private di queste persone venivano rese pubbliche, col consenso delle autorità e di alcuni giornali, calpestando la dignità umana, la privacy, sottoponendoli ad umiliazioni continue. Ad un certo punto, il lancio di una bottiglia, portò all’arresto di una “buch” ovvero una donna lesbica cosidetta mascolina, Stormè DeLarverie, questo il suo nome; Storme, si lamentò per le manette troppo strette ai polsi, fu colpita con il manganello in testa gridando a gran voce:-“perchè non fate qualcosa?” rivolgendosi ai clienti del locale e qualcosa poco dopo finalmente successe; ci furono tafferugli, botte ed arresti quella notte, ma la cosa più importante fu quella della resistenza e resilienza dimostrata dalla comunità LGBT, che spinse intere folle di persone a riversarsi per le strade di New York, dando così vita ai “Moti di Stonewall” ed alla nascita del gay pride e l’affermazione in tutto il mondo dei movimenti pro pride, come: “STAR” (street transvestite action revolutionaries) e del fronte di liberazione omosessuale, che di li a poco, approdò in Europa negli anni settanta, ed in Italia con l’affermazione del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario italiano. Il primo gay pride ufficiale tuttavia fu organizzato nel 1994 a Roma, con la dicitura “GAY PRIDE,” ma pochi sono a conoscenza che, il primissimo pride nazionale fu organizzato nel 1981 a Palermo a Villa Giulia, ed il manifesto d’entrata inneggiava alla ” festa dell’ orgoglio omosessuale,” traduzione letterale appunto di: ” Gay Pride.” La prima manifestazione civile in Italia, partì dal capoluogo siciliano. Senza quella sommossa, non ci sarebbe stato nessun inizio di liberazione, per la comunità LGBT, ecco perchè viene scelto il mese di Giugno per organizzare l’evento pride; portare avanti una manifestazione, nel nome di chi cominciò la lotta per primo, per la libertà sessuale e la parità di genere. Il messaggio di uguaglianza ereditato dagli avvenimenti di Stonewall, va motivato anno per anno, proseguire nella lotta nel rispetto e nel ricordo di tutti quei ragazzi, uomini e donne che venivano buttati fuori di casa (succede anche oggi in rari casi) proprio perchè omosessuali. Ricordarli, è l’unico modo per non dimenticare quanto avvenuto e quanto sarà ricordato negli anni a venire. Con l’anniversario della Giornata internazionale a favore dei diritti LGBT, le bandiere arcobaleno da sventolare sono milioni in tutto il mondo, tutto questo in nome del diritto inviolabile dell’ amore.