RIAPRE LE QUINTE IL TEATRO STABILE DI CATANIA


Due gli spettacoli in scena, “L’ultimo degli Alagona” di Nino Martoglio e “ ‘A cirimonia” di Rosario Palazzolo

di Franco La Magna

Pupi e attori interagiscono sullo stesso proscenio in un melange di epoche storiche che spaziano dallo sbarco in Sicilia di Garibaldi alla Chanson de Roland, eterno ritorno di personaggi-simbolo (l’eroe, il traditore…) in una incarnazione che scavalca il tempo per assegnare a figure emblematiche una collocazione metastorica. Con “L’ultimo degli Alagona”, scritto da Nino Martoglio nel 1908 (adattato da Nino Bellia e Alessandro Napoli) Elio Gimbo, versatile regista, porta in scena un lavoro poco noto dell’eclettico siciliano, che riapre suggestivamente la stagione del Teatro Stabile di Catania (a Palazzo della Cultura fino al 30 maggio), coinvolgendo magicamente la storica Marionettistica dei Fratelli Napoli (Alessandro Napoli, Fiorenzo Napoli, Davide Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Agnese Torrisi e Giacomo Anastasi), interazione scenica attori-pupi esplicita ammissione, scrive Gimbo nelle note di regia, del “riconoscimento del Teatro Stabile di Catania alla ricerca teatrale sulle dialettiche tra azioni fisiche e vocali dell’attore e quelle del pupo in alleanza con il suo ‘maniante’ ”. In scena il trio di attori, perfettamente in amalgama, Francesco Bernava, Cinzia Caminiti e Lucia Portale. Scontro padre-figlio, incarnazione il primo d’una orgogliosa appartenenza nobiliare, con doloroso monologo finale, adesione al nuovo che avanza da parte del secondo. Uno spettacolo inconsueto e coinvolgente che assomma tradizioni teatrali europee, avvedutamente prodotto dallo Stabile catanese, in collaborazione con Fabbricateatro, entrambi fruitori dell’annosa ricerca della Marionettistica dei Napoli, strenuamente impegnati in una renovatio della secolare tradizione pupara.
E nella recherche di nuovi testi ed autori entra a pieno titolo “A’ cirimonia” (in scena al Teatro Verga di Catania, in scena dal 18 e fino al 27 maggio), testo dell’autore siciliano Rosario Palazzolo (già apprezzato vincitore del Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici Italiani). Beckettiano confronto d’un’anziana coppia di coniugi, intercambiabile e en travesti, diretto e interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, il cui ritmo lento con improvvise accelerazioni fonda tutto su una ioneschiana progressione verbale alla ricerca di sbiaditi ricordi del passato attraverso una grottesca cerimonia (un compleanno? una ricorrenza?), celebrazione d’una irraggiungibile verità che nasconde incolmabili vuoti esistenziali e lascia allo spettatore una straziante coscienza del nulla. Produzione del Teatro Biondo di Palermo, Teatro Stabile di Catania e Società Cooperativa Le Tre Corde, in collaborazione con la Compagnia Vetrano-Randisi