AGI – “Bentornati al Carlo Felice di Genova”. Con queste semplici parole, piene d’emozione, Claudio Orazi, sovrintendente del teatro dell’opera genovese, insieme al direttore artistico, Pierangelo Conte, ha accolto nuovamente il pubblico in sala dopo la lunga chiusura imposta dalle misure adottate dal governo per contenere il contagio da coronavirus.
“Queste voci all’esterno del teatro, questo brusio tra le poltroncine in sala è la miglior introduzione musicale che ci potessimo immaginare, perché ci mancava tanto l’affezionato pubblico del Teatro Carlo Felice, con anche tanti giovani, per assistere ad una kermesse teatrale che vedrà impegnate tutte le nostre compagini artistiche” ha detto Orazi incontrando i giornalisti.
Le luci si sono abbassate alle 18, per accendere i riflettori sul palco dove si è esibito il coro delle voci bianche, “che è l’emblema del futuro, con i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze” ha detto Orazi. Per la prima volta in pubblico si esibiscono anche gli allievi dell’Accademia di alto perfezionamento vocale, protagonisti di un concerto dalle 19 alle 20.
A concludere la rassegna che ha riaperto il teatro dell’opera di Genova, la grande orchestra diretta dal maestro Federico Maria Sardelli “per una festa che oggi è di tutta la città, di tutta la Liguria – ha detto Orazi – che si tramuterà in un futuro roseo, ne sono sicuro, per il teatro e la cultura del nostro Paese”. Il protocollo per accedere al teatro è molto rigido e certificato dal Rina: “Le accortezze principali sono il distanziamento del pubblico e la mascherina obbligatoria durante la permanenza principale”, ha ricordato Orazi. Inoltre, ingresso e uscita sono separati e, per accedere, bisogna superare la misurazione della temperatura. L’ambiente è completamente sanificato.
Già dalle 17 la gente aveva cominciato a mettersi in coda davanti al teatro, dove una “busker” di origine russa ha intrattenuto i presenti con alcune famose arie liriche. Biglietto in mano, il pubblico della riapertura del Carlo Felice è eterogeneo: bambini, coppie, ragazzi, anziani, habitué e, persino chi, come la signora Aurelia Carelli, in coda con la figlia, non era mai entrata prima d’oggi in questo teatro: “E’ un’emozione grandissima, non solo perché è la mia prima volta qui, ma anche perché è qualcosa che ci dà uno stimolo nuovo per ripartire nel miglior modo possibile”.
L’emozione diventa ancora più forte entrando in sala, seguendo gli sguardi delle maschere, tornate ad indicare il posto giusto agli spettatori che da tanto, troppo tempo, mancavano: “E’ davvero una grandissima emozione: mio padre mi portò a vedere i primi spettacoli quando ero un bambino, ad 8-9 anni, ricordo ad esempio ‘L’opera da tre soldi’ al Politeama Genovese con Milva, purtroppo recentemente scomparsa – confida all’Agi il signor Stefano Wachsberger, accomodato sulla poltroncina rossa – Quindi vanno benissimo gli spettacoli televisivi, lo streaming, ma il teatro è a teatro. Punto”.
Qualche fila più in là una comitiva di ragazzi di 16 anni, tra i quali Chiara che racconta all’Agi: “Frequentavo molto spesso il teatro, anche con la scuola. Appena con gli amici abbiamo sentito della riapertura, ci siamo fiondati a prendere i biglietti. Ora siamo qui e ci godiamo il concerto. Io inoltre amo la musica classica, in particolare il tardo romanticismo”.
Accanto a lei, distanziato di una poltroncina, si siede il suo amico Marco, con tanto di violino al seguito: “Adoro il teatro e questa chiusura l’ho sofferta tanto – dice – I concerti in streaming non sono la stessa cosa. Inoltre anche io suono e non poter fare concerti è stato davvero brutto”. Quello di oggi, 29 aprile, è però solo l’inizio. A maggio al Carlo Felice sono previsti altri concerti, nonché un’incisione discografica.
All’inizio di giugno ci sarà invece la prima opera in scena con “Elisir d’amore”, protagonisti gli allievi dell’Accademia di alto perfezionamento. L’estate sarà poi dedicata al festival di Nervi, con il balletto e la musica nella cornice all’aperto degli splendidi parchi nel levante della città. In autunno, invece, tornerà l’opera, speriamo con un cartellone che possa riguardare tutto l’autunno inverno, fino alla primavera prossima: “Siamo fiduciosi” ha detto Orazi.
E la fiducia si respira già in sala, nonostante le mascherine: appena le luci si abbassano e i piccoli interpreti del coro di voci bianche prende posto dietro gli spartiti, uno scroscio di applausi lungo 3 minuti riempie la sala. Questa è musica, per le orecchie di tutti.
Source: agi