Renato Zero a Napoli, incontra famiglie dei Quartieri spagnoli


“Se avessimo l’età loro con l’esperienza di adesso – prosegue Zero – questo mondo sarebbe un paradiso”.
Tra magliette dedicate al cantautore, quella dei quartieri spagnoli e una sua miniatura, al pubblico l’artista chiede “Un piacere: di ricordare un eterno ragazzo. Purtroppo il destino a volte ci mette le zampe. È stato anche un esempio di grande perseveranza e umanità: Federico Salvatore”.
“Lo voglio ricordare con una sua elucubrazione molto spiritosa, di lui sul mio repertorio, con un brano che fu stravolto da lui amorevolmente”, racconta Renato Zero, in questo modo: ogni giorno apparecchio la tavola mia, l’apparecchio ogni giorno chiunque tu sia”.
Parlando con i fan, il cantautore accenna anche a una critica ricevuta per la durata dei suoi concerti. “Mi hanno fatto una ramanzina. Nell’aria gira questa presunzione che uno spettacolo di tre ore nun sa dda fa’”.
“Si confonde la generosità con il tempo”, sottolinea. “Il tempo di per se può essere generoso, dipende come lo passiamo”. Prima di andare via il saluto di Foqus tra abbracci e applausi, accompagnati dal ritornello di “’O surdato ‘nnamurato”. “Napoli merita tutta l’attenzione del mondo perché è una città che si è sempre distinta, ha sempre dato di sé, nel bene e nel male, una grande presenza, un grande esempio”. Parola di Renato Zero a Foqus, centro di rigenerazione urbana nel cuore dei Quartieri spagnoli, dove era in programma la consegna delle nuove maglie per i ragazzi della squadra di calcio del quartiere Moltecalvario. Alle famiglie rivolge un appello a trascorrere più tempo con i loro figli. “Attenzione che anche quando si parla di questo futuro dei ragazzi, la grande formula è quella di non perderli di vista, di capire quando hanno bisogno della pacca sulla spalla e quando invece del rimprovero”, afferma l’artista. “Gli si trovi una soluzione per farli stare sereni”.
Sul palco del cortile di Foqus, in compagnia dell’attrice e grande amica Isa Danieli, e del giornalista Federico Vacalebre, Renato Zero scherza, racconta aneddoti, parla delle sue amicizie e della sua esperienza partenopea che lo rende più che amico un concittadino. Elogia Napoli e la canzone napoletana che “ha aperto un varco alla canzone istituzionale italiana”. “Questi vicoli parlano di vita, parlano di incontri, parlano anche di innovazioni”, dice il cantautore, reduce da due serate di spettacolo in piazza del Plebiscito, “perché è una città che si evolve. Ovviamente come tutte le città che non sono assistite molto dall’occhio vigile dello Stato subiscono poi certe defaillance e perdono magari consistenza certi aiuti, certe partecipazioni. Questa città dovrebbe secondo me proprio essere premiata e gli deve essere consentito di evolversi ancora di più, di dare anche a queste persone un’identità più certa, più sicura e definitiva”. Si dice molto colpito dai ragazzi, “i giovani perché hanno questa grandissima energia che però non riescono a spendere ancora. Gli dobbiamo garantire cultura, assistenza, gli spazi, lo sport. Tutto sommato se pensiamo che il futuro sia nelle loro mani li dobbiamo aiutare a svolgere bene il loro compito”.(AGI)