Regione Lombardia voleva la zona rossa ad Alzano e Nembro. C'è la prova


AGI – Il verbale del Comitato tecnico scientifico nazionale del 3 marzo scorso nel quale si proponeva al governo l’istituzione della zona rossa anche per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro per limitare la diffusione del coronavirus, mostra che ci fu un confronto tra i super esperti e la Regione Lombardia e che quest’ultima propendeva per la necessità di chiudere i due comune della Bergamasca. E’ la lettura dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, che ha commentato con l’Agi, il documento pubblicato integralmente dall”Eco di Bergamo’. 

“Il verbale dà atto di questo: dice che ci siamo sentiti con loro per questo, perché per noi andava fatta. Avevamo visto che gli ultimi due giorni, il 2 e il 3 marzo, il numero dei contagi era crescente e quindi le misure che si erano adottate il primo non erano così efficaci, e che bisognava fare qualcosa di più”. 

Dopo aver preso atto che i numeri del contagio stavano aumentando in quei comuni della Bergamasca “ci siamo sentiti con il Comitato tecnico scientifico, perché per noi quello era l’orientamento ma volevamo avere il loro conforto, oltre che dei nostri tecnici che ci dicevano di farlo (di chiudere, ndr.), chiaramente. E’ questo che abbiamo chiesto il 3 marzo”.

Il verbale del Cts riporta i contatti con la Regione

E nel testo del verbale c’è effettivamente traccia di questi contatti: “è stato sentito per via telefonica l’assessore Gallera ed il direttore generale Caiazzo della Regione Lombardia – si legge – che confermano i dati relativi all’aumento” nella regione e, in particolare, nei due comuni di Alzano e Nembro. “I due Comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi – continua il verbale – ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molte probabilità ascrivibili a un’unica catena di trasmissione. Ne risulta pertanto che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio. In merito il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi”.  

E’ un verbale, continua l’assessore Gallera, che mostra che “la Regione Lombardia si è confrontata con il Cts sulla necessità di istituire la zona rossa, che ci ha portato a condividere con quegli esperti, che erano il riferimento scientifico del paese, la necessità e l’opportunità di istituirla”.

Speranza diede assicurazioni sulla zona rossa

“Noi che le cose non andavano in quella direzione lo abbiamo visto con tristezza il 7 marzo forse. Il 4, viene il ministro (Roberto Speranza, ndr.), chiamato da noi apposta per fare una riunione sul problema della Lombardia e sulla zona rossa, e ci ribadisce che le cose verranno fatte. Poi il 5 arrivano i militari: cosa dovevamo fare, più che avere l’evidenza che le cose stavano andando come avevamo richiesto…”.

Per la decisione del governo bisognerà attendere qualche giorno: Milano e la Lombardia sono state ‘blindate’ l’8 marzo, e a seguire per tutta l’Italia è scattato il lockdown con il Dpcm arrivato la sera del 9 marzo. 

Quanto alla dichiarazione del premier Giuseppe Conte, che avrebbe detto ai magistrati di non aver mai ricevuto il verbale del Cts del 3 marzo su Alzano e Nembro, l’assessore non commenta e taglia corto con “questo non deve chiederlo a me”. 

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Fonte: cronaca agi