RECOVERY PLAN PER IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO


di Antonino Gulisano

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha confermato che tra le priorità del Recovery Plan c’è l’obiettivo di far ripartire la convergenza tra Mezzogiorno e Centro Nord, fermare il divario e recuperare la fiducia nella legalità e nelle istituzioni (scuola, sanità, giustizia, etc.), nonché dirigere i fondi soprattutto verso donne e giovani. A questi propositi si ricollega l’iniziativa “Sud – Progetti per ripartire” promossa dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna,

La parte di aiuti per il lavoro del piano Next Generation UE  rappresenta un’occasione unica per aumentare finalmente la spesa in infrastrutture fisiche e digitali e nelle fonti di energia sostenibile. In questa ottica non si possonotralasciare gli interventi verso gli Istituti tecnici superiori e professionali per creare competenze, oltre che istruzione, nel settore dell’innovazione 4.0.

Nel Recovery Plan sono previsti per l’Italia 30 miliardi netti di sussidi, ad esso si aggiungono ulteriori risorse provenienti da programmi europei e dai Fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi di euro per il Sud nei prossimi anni, fino al 2016.

Queste risorse devono però essere canalizzate correttamente per attuare una vera e propria ripartenza del Mezzogiorno.

L’evento “Sud – Progetti per ripartire”, organizzato in vista della elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell’Accordo di Partenariato 2021-27, si è svolto in videoconferenza nei giorni  23 e 24 marzo. È stato un momento importante di ascolto e di confronto tra identità e competenze differenti, su priorità e metodi da seguire per la progettazione e la realizzazione degli interventi.  

Nel corso dei lavori l’accento è stato posto, in particolare, su due problemi.

A) L’utilizzo dei fondi europei: a fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi (6,7%);
B) La capacità di completamento delle opere pubbliche: nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche. In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi.

Negli ultimi anni c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, ovunque in Italia ma al Sud soprattutto: tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi.

Fino al 31 marzo si può richiedere la partecipazione attiva di tutti, con proposte concrete riferite ai territori nel Sud. Per entrare nell’ottica di un’azione operativa di cambiamento, possiamo proporre alcune iniziative concrete che attengono alla riconversione ecologica, indicando come priorità la bonificadell’area industriale del quadrilatero Siracusa – Priolo – Melilli – Augusta, che è già Sito di interesse nazionale (SIN). Interventi urgenti meritano anche l’area industriale di Milazzo – Pace del Mela e l’Ilva Taranto.

Siamo all’inizio di una stagione di rinnovamento. Il nostro obiettivo è mettere il Sud al centro di iniziative operative e concrete.