Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
Non è partito nel migliore dei modi il lavoro del governo sui progetti da presentare, auspicabilmente entro la metà di ottobre, alla Commissione Europea nell’ottica del Recovery Fund. Il Ciae (Comitato Interministeriale per gli Affari Europei), organismo creato dall’allora premier Mario Monti, che rappresenta oggi la cabina di regia per il piano italiano sui fondi europei, ha infatti rispedito al mittente alcuni dei progetti presentati dai ministri dell’esecutivo Conte.
Le proposte che non hanno avuto l’avallo del Ciae, lo riferisce “La Repubblica”, erano sostanzialmente proposte riciclate, ovvero contenevano progetti già in essere e già finanziati con fondi europei o nazionali. I “respingimenti”, nello specifico, riguarderebbero la medicina territoriale, la sanità digitale, l’abolizione delle classi pollaio. Non si può negare che certi settori, sicuramente importanti per il futuro della nostra nazione, meritino particolare attenzione, ma é legittimo il dubbio che non sia questo il modo giusto di farlo. Se degli interventi devono esserci che siano davvero innovativi, che si distacchino con forza da progetti triti e ritriti i quali, magari, non hanno ottenuto gli effetti sperati.
Al dì là di questa elementare considerazione, però, l’ennesimo passo falso del governo determina una riflessione, più profonda ed incisiva. Dove sono le rivoluzionarie idee per l’italia del futuro sbandierate da Conte e dai suoi ministri? Dove sono quella risoluttezza d’azione, quella forza decisionale, che dovrebbero essere prerogative indispensabili per un governo impegnato in una fase tanto importante? Dov’è il confronto con le parti sociali, con le imprese, con i contribuenti? È stato esaurito nella tragicomica passerella degli Stati Generali?
Staremo a vedere se queste domande otterranno risposta nelle prossime settimane, nei momenti che procederanno l’invio del piano alla Commissione. Vedremo, inoltre, come e in che modo il governo intenderà coinvolgere le opposizioni. L’augurio, ahi noi forse troppo irrealistico, è che si instauri un confronto serio e costruttivo, che tutti gli attori in scena operino con lungimiranza. Le tempistiche, com’è noto, saranno fondamentali per beneficiare di una prima parte di fondi in tempi relativamente brevi. Occorre, quindi, rimboccarsi le maniche e lavorare, davvero, per il bene del paese, lasciando da parte personalismi e calcoli partitici.