Ricca serata cinematografica in Tv da “Green book” a“Viva l’Italia” a “C’eravamo tanto amati” e “History of violence”.
Serata cinematografica incredibilmente onusta di proposte questa del 17 marzo.
Di franco La Magna
“Negro” e omossessuale. Due “colpe” imperdonabili nell’America del profondo sud razzista e violento degli anni ’60, anche per il geniale, contegnosissimo e colto, pianista americano Don Shirley, costretto a subire, nonostante le ipocrite e ossequiose accoglienze, ogni sorta di disprezzo e umiliazioni. A difenderlo e “salvarlo” sarà più volte Tony, siculo-americano, grossolano e ignorante, momentaneamente ingaggiato come autista, anch’egli dapprincipio diffidente e sprezzante e infine conquistato dalla compostezza, dalla lealtà e dall’eccezionale virtuosismo del temporaneo datore di lavoro.
Il film è “Green book” (2018) regia di Peter Farley, su Rai Uno alle 21,25 on the road sontuoso, viaggio di formazione per una doppia, tardiva, educazione sentimentale dei due protagonisti dal quale alla fine entrambi usciranno profondamente modificati. Incontro-scontro di due uomini agli antipodi, un “duro racconta balle” e un raffinatissimo artista.
Mélange di culture (credibile la numerosa famiglia sicula, autoprotettiva e rispettosa delle tradizioni culinarie) “Green book” racconta romanzandola una storia vera (alla fine del film, more solito, scorrono foto e brevi tratti biografici dei protagonisti, oggi ormai entrambi deceduti), scansando con accortezza stucchevoli eccessi di sentimentalismo. Sceneggiatura sorvegliata, secca e incisiva, che mette a nudo i profondi recessi di due personalità in principio del tutto discordanti.
Superba prova attoriale del rodatissimo e “ingrassato” Viggo Mortensen e dell’americano di colore Mahershala Ali, premiato con l’Oscar. Fastosa la colonna sonora. Tre Oscar, Miglior film, Migliore attore non protagonista, Migliore sceneggiatura originale. Nota di merito al doppiaggio, in particolare al siculo-italiano di Pino Insegno (Tony). Il “Green book” è un memorandum che indica alberghi e locali dove gli afroamericani sono ammessi.
Cronistoria dell’intera campagna bellica garibaldina “Viva l’Italia” (1961, Cine 34, alle 21,00) regia di Roberto Rossellini – chiamato a commemorare il centenario dell’Unità – tenta di mediare con fatica tra le varie componenti del complesso processo unitario (assai differenziato ideologicamente appare il gruppo dei soggettisti e degli sceneggiatori), umanizza Garibaldi e non nasconde il fallimento degli ideali rivoluzionari. Un film nato da un “compromesso storico”.
Su La 7 alle 21,20 il nostalgico e struggente “C’eravamo tanto amati” (1974) regia di Ettore Scola. Disinganno, fine del sogno della palingenesi sociale (almeno per i due “intellettuali” del terzetto in campo), leitmotiv su cui Ettore Scola ha fondato buona parte della “weltanshauung” dei propri film, in particolare di quelli della maturità artistica.
Ultima segnalazione per l’inquietante “A history of violence” (2005, Iris tv, alle 21,00) regia di David Cronemberg, vita improvvisamente sconvolta di un gestore d’una tavola calda che uccide due malviventi che tentano di rapinarlo.