Rai2 – Raiplay: “Tommaso – Maestrelli e il calcio a colori”


Un viaggio attraverso l’Italia del Novecento per raccontare la vita di Tommaso Maestrelli, un uomo che ha cambiato il modo di concepire il calcio. Il documentario “Tommaso – Maestrelli e il calcio a colori”, disponibile in anteprima su RaiPlay, andrà in onda il 6 gennaio alle 19.00 su Rai 2. A distanza di cinquant’anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Maestrelli persiste nel cuore di molte persone. La storia di un allenatore underdog capace di conquistare lo scudetto del 1974 con la Lazio, una squadra turbolenta composta da ‘sconosciuti’ che ha sfidato il dominio delle squadre del Nord. Il titolo riflette il passaggio epocale dal calcio in bianco e nero ai colori del calcio totale, una rivoluzione culturale oltre che sportiva. Il documentario, scritto e diretto da Francesco Cordio e Alberto Manni, è prodotto da Groenlandia.
“Tommaso Maestrelli – dicono gli autori – è conosciuto soprattutto per essere stato l’allenatore del primo storico scudetto laziale del 1974. Ma la sua vita, che ha attraversato buona parte del XX secolo, è stata costellata da altri importanti traguardi, raggiunti sia come uomo sia come calciatore e allenatore. Con questo documentario, abbiamo quindi cercato di offrire un ritratto completo di Maestrelli per restituirne tutto il valore e la grande umanità. Come tecnico è stato certamente uno dei principali artefici del gioco moderno. Il primo a proporre in Italia il calcio totale. Una vera e propria rivoluzione tattica che portò il colore nel calcio catenacciaro in bianco e nero dei primi anni Settanta. Tuttavia, il documentario non si limita alla parte sportiva e approfondisce anche le vicende più personali, a cominciare dalla lotta partigiana in Jugoslavia, che lo vide protagonista nella guerra di liberazione della Dalmazia dai nazisti. Grazie alla generosità di Massimo, l’unico figlio ancora in vita, che si è messo in gioco in prima persona, è stato possibile scoprire e raccontare aspetti inediti e intimi della vita di Maestrelli. È un film che ha permesso di raccontare la vita di un uomo per bene, un piccolo grande eroe a cui ispirarsi, in un momento storico così avaro di modelli positivi. Nonostante siano passati quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa, i segni del suo passaggio sulla terra sono ancora quanto mai tangibili. È stato senza dubbio uno dei padri nobili della bellezza applicata al calcio. Un uomo dal sorriso gentile che ha lasciato dietro di sé solo amore, gratitudine e rispetto in qualunque città abbia giocato o allenato e in chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo”.(AGI)