Rai: Cdr Approfondimento, grave deriva,chi mandante scivoloni?


“Preoccupati dalla deriva” e dalle scelte che contribuiscono “alla pessima fama” della Rai, con una domanda su “chi sia il mandante di questi scivoloni: la politica? Il governo? Il cda?”. A chiederlo è il Cdr Approfondimento Rai che si scaglia contro quello che definisce “impeto tafazziano, che sta minando la nostra autorevolezza presso il pubblico” dopo le recenti polemiche che riguardano i programmi ‘Che sarà…’, ‘Report’, ‘Porta a porta’ e che – si legge in una nota – “dimostrano ancora una volta la necessità di dotare la struttura di un regolare direttore responsabile”.
Il Cdr Approfondimento rappresenta i giornalisti della maggior parte dei programmi di approfondimento Rai come Agorà, Report, Presa Diretta, Porta a Porta, Chi l’ha visto, Petrolio, Mi manda Rai 3, Tango, In mezz’ora, XXI secolo, Che sarà…, La torre e il cavallo, Buongiorno benessere, Farwest, Filorosso, Avanti Popolo, Newsroom.
“Che sta accadendo dentro la Direzione Approfondimento della Rai? Con sgomento nelle ultime settimane abbiamo appreso tre notizie – riepiloga il Cdr in una nota – 1) la cancellazione all’ultimo minuto di un intervento del Premio Strega Antonio Scurati sul 25 aprile in una puntata di Che sarà…; 2) la cancellazione prima e poi drastica riduzione delle repliche di Report, capaci di portare una media di un milione di telespettatori a costo zero per l’azienda. Repliche i cui contenuti, apprendiamo, saranno “concordati con l’azienda”; 3) la puntata di Porta a Porta sul (contro) l’aborto, tema di cui parlano sette ospiti, tutti di sesso maschile. Le tre notizie sono rimbalzate su quotidiani e social network e hanno contribuito alla pessima fama – denuncia il sindacato – che la Rai sembra fare di tutto per conquistarsi presso il suo pubblico. La stessa Rai che alcuni mesi fa era finita nell’occhio del ciclone per l’insostenibile reprimenda a un cantante, reo di aver chiesto in diretta la pace in Medio Oriente”.
“Come giornalisti della direzione Approfondimento, impegnati quotidianamente nella realizzazione di programmi storici, che sono il volto dell’informazione della Rai (Agorà, Report, Presa Diretta, Porta a Porta, Chi l’ha visto, Petrolio, Mi manda Rai 3) – prosegue la nota del Cdr – esprimiamo la nostra preoccupazione su questa deriva. Ci chiediamo chi sia il mandante di questi scivoloni: la politica? Il governo? Il cda?. E specialmente che senso abbia questo impeto tafazziano, che sta minando la nostra autorevolezza presso il pubblico”. “Qualcuno davvero crede – aggiunge il Cdr – che tutto ciò possa spostare consensi per le prossime elezioni? Qualcuno pensa davvero che la Rai sia uno strumento per le campagne elettorali o per insignificanti posizionamenti politici? Ancora una volta urliamo: la Rai non è dei governi (questo o quelli precedenti poco cambia), né dei partiti (maggioranza o opposizione, è lo stesso), né dell’attuale (o delle passate) dirigenza aziendale. La Rai è dei telespettatori e dei suoi lavoratori. Non è terreno di conquista, è uno spazio plurale, una babele, che dà voce alla società italiana nelle sue complessità e contraddizioni. Chiederemo al direttore Paolo Corsini – giornalista di lungo corso della Rai che stimiamo professionalmente – un confronto su questi temi, affinché si faccia garante e responsabile presso il corpo redazionale e presso l’editore della correttezza e dell’indipendenza del nostro lavoro” conclude il comunicato del Cdr Approfondimento.