La “battaglia a Telemeloni” riavvicina Partito Democratico e Italia Viva, ma segna un nuovo solco con i Cinque Stelle. Al presidio davanti alla Rai voluto dalla segretaria Elly Schlein per difendere l’indipendenza del servizio pubblico partecipa a sorpresa Maria Elena Boschi, vicepresidente della Vigilanza Rai ma, soprattutto, numero due di Italia Viva. Una presenza inattesa: gli esponenti dei due partiti, per non dire dei leader, sono da tempo distanti nonostante siano collocati entrambi nel perimetro delle opposizioni. Nonostante questo, Boschi non ha esitato a esordire dicendo: “Dobbiamo dire grazie a Elly Schlein per ha scelta forte, libera e coraggiosa”. Parole sottolineate con un applauso convinto dai partecipanti al sit in, circa 500 per gli organizzatori . “Siamo qui perché la Rai sta diventando la cassa di risonanza del governo”, ha spiegato Boschi: “Passare il ministro Lollobrigida che parla della pasta nello spazio prima del sevizio sul presidente”, ha aggiunto. Presenti, assieme al Pd e IV, anche Più Europa con il segretario Riccardo Magi, Avs con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli e PSI con Enzo Maraio. Se Italia Viva scende in piazza con i dem, un altro pezzo del centro moderato resta a casa: nonostante avesse sottoscritto le ragioni della protesta, nata dopo un titolo del Tg1 che recitava “Mille euro in più agli anziani, si vota l’8 e il 9 giugno”, Carlo Calenda non ha partecipato al presidio: “Mica siamo al liceo Tasso”, la ragione addotta nei giorni scorsi. Per il leader di Azione, infatti, il luogo in cui i partiti devono portare avanti le loro battaglie rimane il Parlamento, come ripete da tempo .
Annunciata anche l’assenza di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. L’ex premier si è soffermato in un post di qualche giorno fa su una iniziativa che ha definito “ipocrita” dato che “la governance Rai è assoggettata al controllo del governo, oltreché della maggioranza di turno, grazie alla riforma imposta dal Pd renziano del 2015”. Una assenza, quella del M5S, che non sembra preoccupare i dem, stando almeno alle parole dell’esponente del Nazareno Marco Furfaro: “L’importante è che ci siano le forze sociali e centinaia di cittadini in carne e ossa”, sottolinea il dem: “Non voglio ridurre il dibattito a un confronto tra le opposizioni. Se Conte non c’è oggi, ci sarà domani . L’avversario è Giorgia Meloni”. Lo sa bene Elly Schlein che, infatti, concentra il ‘fuoco’ sulla premier e sul governo in carica: “Meloni come Achille Lauro – non il cantante, anche se siamo nella settimana di Sanremo – regala una scarpa adesso e l’altra dopo il voto: ha spacciato la fake news dei mille euro a tutti gli anziani mentre arriveranno al massimo a 25 mila persone. Arriverà finalmente il Media Freedom Act europeo e noi lavoreremo per riformare il sistema Rai, così da assicurare una migliore qualità del servizio pubblico. Una migliore democrazia passa dal diritto di informazione”, sottolinea. Poi, per rimanere in tema sanremese, fa una dedica alla presidente del Consiglio: “Io dal 2009 faccio ‘cronache sanremesi’ ed è una tradizione alla quale non posso rinunciare per coerenza”, ricorda la segretaria, “perché la coerenza è importante soprattutto in politica. Quindi al festival sono molto affezionata, compatibilmente con gli impegni di lavoro lo seguirò. Ieri ho finito a mezzanotte a Strasburgo e non ho visto tutte le canzoni, ma a Meloni dedicherei, almeno per il titolo ‘La rabbia non ti basta’, perché non si governa solo con la rabbia”. A Schlein invece i partecipanti al sit in dedicano un altro pezzo, non altrettanto recente, ma comunque suggestivo: appena scesa dal palco improvvisato di una panchina – tra l’altro condivisa con Sandro Ruotolo – Schlein É stata accompagnata fuori dal presidio dalle note di Bella Ciao.