Raffaello usava la carta di Fabriano?  


AGI Una ricerca condotta da Fondazione Fedrigoni Fabriano, in occasione del 500esimo anniversario della morte di Raffaello, ha permesso di trovare una corrispondenza tra le filigrane utilizzate dal maestro urbinate e quelle storiche fabrianesi del 1884 collezionate dal professor Zonghi, contribuendo significativamente al progresso scientifico della storia della carta.

Partendo da un monumentale lavoro avviato nel 2017 – la digitalizzazione del Corpus Chartarum Fabriano e la raccolta di filigrane di Augusto Zonghi – la Fondazione ha condotto una ricerca pionieristica su Raffaello, impegnandosi nella ricognizione delle filigrane dei fogli raffaelliani e nell’analisi dei supporti materiali utilizzati dall’artista: uno studio autoptico su disegni e bozzetti davvero senza precedenti.

“E’ con grande emozione che abbiamo appreso i risultati dello studio scientifico – ha dichiarato Chiara Medioli, presidente della Fondazione e vicepresidente del Gruppo Fedrigoni – : oltre a Michelangelo, accertato utilizzatore della carta Fabriano con il foglio usato per la lettera a Niccolò Della Buca, del 31 luglio 1514, conservata a Firenze presso l’Archivio Buonarroti, abbiamo potuto fornire con il nostro materiale, semplice, bello, forte, anche un artista straordinario come Raffaello”.

Tra i vari tipi di carta sottoposti ad analisi compaiono quelle con filigrane più note – ad ‘aquila’, ad ‘ancora’, ad ‘ancora sormontata da stella’ – che sia Raffaello che Michelangelo usarono durante il loro soggiorno romano, ma anche filigrane dalle icone più singolari: ‘cardo’, ‘scala’, ‘frecce decussate’, ‘trimonzio’.

Tra i casi più interessanti, la carta con filigrana del tipo ‘t gotica’ o ‘Tau’ presente nel disegno de “La Strage degli Innocenti” (Museum of Fine Arts di Budapest – inv. 2195), che ha una sorella nella filigrana n. 1430 del repertorio di Zonghi e con questa ripropone il ‘Tau’, simbolo della Confraternita dell’Ordine dei Cavalieri del Tau che a Fabriano ispirò frequenti decorazioni artistico-architettoniche.

La ricerca su Raffaello apre le porte a un nuovo campo d’azione per gli studi filigranologici che, al servizio della Storia dell’Arte, possono condurre a un migliore orientamento critico sulle opere di un artista, al riconoscimento della sua produzione eterografa e autografa e alla definizione della cronologia interna dei fogli di studio.

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Fonte: cronaca agi