Quando lo scrittore Michele Prisco ebbe paura di vincere un milione


 

AGI – Nella ricorrenza del Centenario della nascita dello scrittore Michele Prisco (1920-2003), l’Emeroteca Tucci ha acquisito quaranta lettere inedite dell’autore di “La provincia addormentata”, “Gli eredi del vento”, “La spirale di nebbia”.

La maggior parte delle lettere – recuperate grazie alle ricerche del presidente dell’Emeroteca, Salvatore Maffei – sono indirizzate a Massimo Franciosa, soggettista, sceneggiatore, regista, produttore. La loro amicizia ebbe inizio quando il futuro cosceneggiatore di “Poveri ma belli”, “Il Gattopardo” e “Il Rugantino” era un giovane redattore del prestigioso settimanale “La Fiera Letteraria”, poi caporedattore, mentre Prisco non potendo ancora mantenersi con la sola narrativa collaborava al quotidiano “Il Mattino d’Italia” di Napoli che aveva per direttore Ugo Amedeo Angiolillo, per vicedirettore Gino Doria e per editorialista Francesco Compagna.

In una prima lettera datata 21 marzo, probabilmente 1949, Prisco, tornato da Milano, si scusa per aver saltato un promesso appuntamento a Roma e aggiunge: “Eppure mi avrebbe fatto piacere passare qualche ora con te, mi sarei rifatta la bocca amara non so perché: sono scontento di me, e delle accoglienze del mio libro (nessuno che s’impegni con un discorso concreto, tutti i soliti pezzetti elusivi con il solito cifrario)”. Se la lettera è effettivamente del 1949, il libro non può che essere “La provincia addormentata”.

E le recensioni, si apprende ora, lo avevano evidentemente deluso. Ma il tono della seconda lettera, datata 12 settembre (probabilmente del 1950), è del tutto diverso: “Posso confessarti un mio meschino timore? Quando seppi del premio toccato a me (Picchi t’avrà detto che solo un’ora prima della premiazione seppi d’essere il fortunato possessore d’un milione), e degli altri premiati e dei segnalati, provai un senso confuso di colpa: mi chiesi se la vittoria non avrebbe, per caso, incrinato delle buone amicizie”. Il milione si riferisce al Premio Venezia assegnato a “Gli Eredi del vento”.

Il 4 maggio del 1951, dopo un esordio amaro (“… qui le cose del giornale non vanno bene, ed io mi chiedo se non sto perdendo il mio tempo… D’altronde, che cosa fare? Si tira avanti”) manifesta l’intenzione di “uscire con un altro romanzo, e poi pubblicare quello di tre racconti … credo che rimanderò tutto a dopo il mio matrimonio, che non sarà prima di settembre o ottobre”.

E, infatti, Prisco si sposerà con Sarah Buonomo il 6 ottobre “nella Chiesa del Redentore al Corso Vittorio Emanuele 138 alle ore 10” come si legge nel cartoncino d’invito alle nozze inviato al suo amico.

 

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Fonte: cultura agi